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Primarie americane: una guida ai termini

Creato il 03 marzo 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

Guida ai termini delle Primarie Americane

A due giorni dal voto del Super Martedì, che ha incoronato Trump e Clinton come i due vincitori, tutto il mondo si sta interrogando su chi sarà, alla fine, il prossimo Presidente degli Stati Uniti d’America.

Retrò Magazine ha preparato un guida dei termini chiave più usati in queste primarie, che aiuti a comprendere meglio questa fondamentale tappa per la prossima presidenza.

Caucus

Forse è il termine che si sente più spesso, il più difficile da comprendere da chi viene da un contesto elettorale completamente diverso come quello europeo. Nel contesto delle primarie americane è usato per indicare le assemblee o riunioni interne al partito in un determinato stato (democratico o repubblicano), nelle quali iscritti, militanti e attivisti designano il proprio candidato. Non si tratta di primarie vere e proprie, nelle quali gli iscritti votano, ma piuttosto di consultazioni. Il voto può avvenire su scheda, per alzata di mano, “a chiamata” orale, o addirittura raggruppandosi attorno al candidato che si sceglie di designare. I seggi in cui si ritrovano gli attivisti possono essere qualunque cosa: palestre, scantinati, uffici, bar, capannoni. Tradizionalmente le primarie americane si aprono con i Caucus nello Stato dell’Iowa.

Questo termine ha anche un’altra accezione, da non confondere. Con Caucus si intende infatti anche un raggruppamento di parlamentari americani (rappresentanti o senatori) che, a prescindere dalla propria appartenenza politica, scelgono di votare in maniera compatta su determinati temi. Il più grande e noto Caucus è il Congressional Black Caucus, formato da eletti afroamericani bipartisan eletti al Congresso.

Primarie

Più semplice da comprendere è il termine “primarie”, che indica delle votazioni vere e proprie, durante le quali gli attivisti si recano alle urne per eleggere il proprio candidato, in modo del tutto simile alle elezioni presidenziali di novembre. Se sono primarie “aperte” può votare chiunque, se sono “chiuse” possono votare solo gli iscritti alle liste elettorale del partito che le ha indette.

In entrambi i casi, Causus o primarie, il numero dei delegati viene ripartito in modo proporzionale ai voti presi.

Super Martedì

È uno dei momenti chiave delle primarie: è il giorno in cui votano più stati contemporaneamente di tutta la campagna. Quest’anno sono 16 (ma in alcuni votano solo i repubblicani e in altri solo i democratici), e sono tradizionalmente stati più piccoli che raggruppano nello stesso giorno le elezioni per aumentare il proprio peso, con alcune notevoli eccezioni (come il Texas).

Durante il Super Martedì vengono eletti rispettivamente quasi la metà dei delegati repubblicani (595 su 1237) e un terzo dei delegati democratici (865 su 2382).

Momentum

È una parola del lessico politologico che indica quel particolare “effetto lancio” che subisce un candidato quando compie una prova particolarmente difficile o improbabile, come vincere in uno stato in cui partiva svantaggiato o imporsi brillantemente in un dibattito televisivo. Di solito il momentum è un’occasione di sovraesposizione del candidato sui media nazionali e, se sfruttato bene, consente al candidato non solo di farsi conoscere da tutti, ma anche di ingrandire la propria raccolta fondi.

Nel 2008 il giovane candidato Barack Obama, praticamente sconosciuto, riuscì a vincere la prima competizione, il Caucus dell’Iowa. Dopo questa sorprendente vittoria riuscì a sfruttare il “momentum”, appunto, che lo portò poi alla vittoria della predidenza.

Primarie americane

Credits: republican party/wiki/public domain

GOP

È il nome popolare con il quale è noto il Partito Repubblicano. GOP sta per “Grand Old Party” ossia il “Gran Vecchio Partito”. Il Partito Repubblicano è anche noto come “partito dell’elefantino”, perchè l’elefante è il simbolo del partito. Il simbolo del Partito Democratico invece è un asinello.

Ticket

Con Ticket o Ticket presideziale si intende l’accoppiata di due nomi, Presidente e Vicepresidente, che si presenta alle elezioni.

Delegati

Sono i rappresentanti territoriali dei singoli partiti, eletti tramite caucus o primarie, che si ritrovano alla Convention per eleggere il canditato alla presidenza.

Convention

È la riunione di tutti i delegati eletti, che si ritrovano per designare il candidato ufficiale del partito alla corsa presidenziale. È anche l’occasione in cui viene presentata la cosiddetta “Party Platform”, una sorta di programma del partito per i successivi quattro anni. Più in generale, rappresenta un evento mediatico molto seguito, che il candidato può cercare di sfruttare per il lancio della sua campagna elettorale.

Normalmente l’Assemblea ha un significato meramente formale, perchè il candidato è già stato designato dalle primarie e la Convention si limita a ratificarne l’esito. Non è così se il candidato più forte arriva alla Convention senza una maggioranza assoluta. Si parla già di questa eventualità nel Partito Repubblicano, organicamente contrario alla possibilità che Donald Trump diventi il loro candidato alla presidenza. In questo caso, potrebbe realizzarsi quella che si chiama “brokered convention”: dopo la prima chiamata al voto, nella quale nessun candidato ottiene la maggioranza, i vertici di partito potrebbero tentare una mediazione per spingere la maggioranza ad orientarsi su un altro candidato.

La Convenzion repubblicana si svolgerà alla Quicken Loans Arena di Clevaland, Ohio, dal 18 al 21 Luglio. Quella democratica sarà al Well Fargo Center di Philadelphia, Pennsylvania (e in parte al Pennsylvania Convention Center) dal 25 al 28 Luglio.

Tags:clinton,Donald Trump,elezioni,primarie americane,USA Next post

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