Anche nel centrodestra siamo agli inizi, mi riferisco alla fase organizzativa che precede il probabile voto politico. Al momento ci sono segnali, idee, qualcosa che si muove. Le regole della competizione, del resto, devono ancora essere scritte e lo scenario, in seno al Pdl e dintorni, non è ancora delineato. Si fa un gran parlare di elezioni primarie, e nasce quindi la domanda sulla reale necessità di un tale cimento politico: a cosa servono le primarie? Probabilmente, e ne sono convinti in molti nel centro destra, esse potrebbero servire a dare una investitura popolare, o come direbbero in largo del Nazareno “dal basso”, al candidato premier in pectore del centro destra Angelino Alfano. Dicono di lui i dirigenti del partito che è molto bravo, uno che si sa muovere in politica, ma se c’è un difetto, gli stessi, lo attribuiscono al fatto che è stato designato, quale successore, direttamente dal “gran capo” senza essersi meritato tale titolo sul campo. Il lavacro purificatore delle primarie servirebbe proprio a farlo sembrare, agli occhi dell’elettorato del centrodestra, come un uomo nuovo, forgiato dall’agone, passato sotto le forche Caudine, dello scontro tra vari candidati. Il rischio è di incorrere in una “copia copias” di quello che fu per il centrosinistra nel 2005 e 2007, uno spettacolo politico ad uso e consumo delle telecamere con un vincitore scontato e gli altri candidati visti come degli sparring partner pronti, però, a far valere le modeste percentuali di voto ottenute negli equilibri futuri. A ben vedere è proprio quello che sta per accadere, poiché sin qui, di certo, abbiamo la sola Daniela Santanchè pronta a cimentarsi sotto i gazebo. A mio avviso serve invece ben altro. Se proprio primarie devono essere dovranno assumere il carattere di una vera selezione, col pregio anche di poter rappresentare un punto di partenza serio e concreto del post berlusconismo. Devono essere davvero aperte a tutti. Partiti, movimenti, liste, non le primarie del PDL ma rappresentative di quella metà e più del paese che si rende fronte compatto affinchè dalle urne politiche esca un risultato positivo. Un candidato premier che attraverso le primarie sia condiviso da tutti. Un candidato premier che abbia sconfitto a suon di voti personaggi di spessore, ben venga Montezemolo o chi per lui, ben vengano i candidati indipendenti, magari anche esponenti di un qualche potere forte. Una eventuale sconfitta di costoro verrà salutata come una vera vittoria per chi la spunterà. Non si avverte nessun bisogno di primarie di plastica, stile Pd. (nella foto: facciamo la differenza)
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