Ieri sono finiti 17 anni di governo della regione Lombardia.
L’arresto dell’assessore alla casa Zambetti ha fatto precipitare la situazione.
Il centrosinistra ha tentato di puntare su un candidato ampiamente condiviso da tutti: Umberto Ambrosoli, che però con rammarico di tutti ha rifiutato la candidatura.
La coalizione è pronta e anche i legami con la società civile.
Manca il nome del candidato per la presidenza della regione.
E’ ovvio ed accettato da tutti che in Lombardia, per quanto siano stretti i tempi, non si possa che passare le primarie. Se fosse scelta una strada diversa le stesse primarie nazionali subirebbero un colpo al cuore della loro credibilità.
Probabilmente si potrà votare tra il 20 dicembre e i primi di febbraio.
Non vi è dubbio che la data migliore per svolgere la competizione delle primarie della Lombardia sia accorparle con il secondo turno delle primarie nazionali, cioè il 2 dicembre.
Il candidato scelto avrebbe una fortissima legittimazione popolare anche come visibilità mediatica.
Le due competizioni si rafforzerebbero a vicenda.
Verrebbero anticipate le primarie del PDL
Certo nelle primarie lombarde votano anche i simpatizzanti e gli elettori dell’IDV ma con due schede il problema si risolverebbe.
Dal punto di vista organizzativo ci sarebbe uno sforzo maggiore da parte delle strutture territoriali del partito ma sicuramente un’opzione preferibile rispetto a quella di indire una terza giornata di primarie magari il 16 dicembre o mettere in piedi pastrocchi pomeridiani feriali.
Anche perché se l’affluenza risulta scarsa il prescelto non avrebbe l’adeguata investitura popolare e i vertici regionali del partito de dovrebbero rispondere.
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