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“primarie” – la sconfitta del pd umbro

Creato il 30 marzo 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di Ciuenlai

Dopo Bettona si può fare una prima analisi sull’andamento generale delle primarie organizzate dal Centrosinistra nel territorio della Provincia di Perugia, per cercare di ricavarne indicazioni e tendenze. I numeri aggregati dicono che, come in altre parti d’Italia, c’è un cospicuo spostamento di consensi, dal Pd alle altre forze della coalizione. Intanto il Partito Democratico ha perso tre sfide (Assisi, Città di Castello e la stessa Bettona) su cinque (ha vinto a Gubbio e a Todi). E’ andato cioè “in minoranza” come confermano le cifre. In queste elezioni primarie gli altri candidati del centrosinistra hanno, infatti, ottenuto il 59,1% dei voti, contro il 40,9% degli sfidanti ufficiali dei democratici. Ma anche se si vuole unire impropriamente ai consensi dei concorrenti designati dal partito di maggioranza relativa, anche quelli dell’eretico eugubino Casoli, la sostanza resta la stessa. 52,5% agli alleati e il 47,5% agli uomini di Bottini e soci. E non è corretto addebitare, come ha fatto qualche velina, una simile defaillance alle divisioni interne. In un solo caso su 5, infatti, il Pd ha presentato due candidati. E il buffo è che quando ha raddoppiato (a Gubbio) ha vinto, mentre quando è andato con un uomo solo ha perso 3 volte su 4. In pratica c’è stato, dopo le Regionali, una specie di ribaltamento. Il rapporto tre voti al Pd e due agli altri si è capovolto a favore della sinistra e dei socialisti. E la cosa ha avuto un riscontro anche nei voti di lista alle comunali. Per esempio, a Città di Castello il 37,7% è andato all’altro centrosinistra e il 32,5% al Pd. Alle Comunali del 2006 l’area riconducibile ai democratici aveva ottenuto il 40% contro il 30% delle altre liste di sinistra. A conclusione si possono dire due cose. La prima è che sono evidenti le difficoltà a livello regionale, provinciale e locale del gruppo dirigente del Pd. Propone uomini che faticano ad imporsi, segno evidente di un distacco crescente con il proprio elettorato di riferimento. La seconda è che questo, piano piano, erode e mette in discussione il ruolo egemone nella coalizione. Domanda : se il processo di ridimensionamento elettorale e politico del Pd umbro continuerà, nel 2014/15 i democratici potranno pretendere di fare cappotto sui principali incarichi amministrativi? E sarà per evitare sorprese di questo genere che circolano sempre più insistenti e minacciose le ipotesi di cambi di maggioranza con il coinvolgimento del terzo polo al posto di una parte della sinistra?

 



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