Primarie PdL: più candidati che elettori…

Creato il 22 novembre 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

La farsa non si ferma: il relitto del berlusconismo prova ad organizzare le “primarie” sulla falsariga di quelle PD.

Probabilmente, alla fine, non si faranno. Non perché non ve ne sia bisogno, sia chiaro. Ma la crisi della politica rischia di restituire agli ex berluschini un partito massacrato che rischia di avere più candidati alle primarie che elettori disposti a sbarrare uno degli 11-12 pretendenti alla poltrona di Palazzo Chigi.

Alfano, Crosetto, il formattatore Cattaneo, Galan,  solo per menzionare i più adeguati ad ambire a guidare il centrodestra nelle prossime Politiche, in virtù di una indiscutibile esperienza amministrativa maturata nel corso degli anni. E forse, qualora si decida a sciogliere la riserva, l’ex ministro Tremonti.

Alfano ha sulla coscienza la sconfitta delle Amministrative dello scorso Maggio e delle ultime regionali in Sicilia:si racconta che i comizi in cui l’ex candidato premier presentava la candidatura di Nello Musumeci alla presidenza, andavano deserti persino nelle piazze tradizionalmente più vicine al centrodestra.

Giancarlo Galan è l’ex presidente della regione Veneto, più volte ministro nei governi Berlusconi, esperienze  importanti in ministeri di tutto rispetto.

Guido Crosetto è uno di quelli che non ha esitato a mandare al diavolo (a microfoni spenti) l’ex premier, per il guado in cui ha gettato il centrodestra col suo comportamento sconsiderato. Solo per questo meriterebbe una medaglia.

Alessandro Cattaneo è il sindaco di Pavia che vuol formattare i vertici di un partito ormai inidoneo a rispondere positivamente alla richiesta di politica che (quel che rimane del)la base militante del centrodestra invoca a gran voce.

A mettergli i bastoni tra le ruote ci pensa l’ex AN Giorgia Meloni, ex ministro della gioventù  che si propone come nuova generazione di un partito che deve rinascere dalle proprie ceneri. Nonostante il ministero della gioventù non sia esattamente il Viminale, l’ex ministro pare intenzionata a correre per le primarie, probabilmente più per testare il potere contrattuale di cui dispongono le organizzazioni giovanili del partito, da cui la candidatura è sponsorizzata. Viene duramente osteggiata dagli ex AN più vicini al presidente Berlusconi, La Russa e Gasparri. Alla fine dubitiamo che la candidatura possa avere successo, ma di certo potrà restituire ai capi dei movimenti giovanili un dato numerico sull’effettiva ampiezza del consenso, magari nella prospettiva di una scissione post elettorale che ridurrebbe in macerie il già malandato PdL.

Immancabili, le vedove inconsolabili del compianto Mister Arcore: la Santanché,  la Biancofiore, la ritirata Mussolini, forse la Gelmini.

La Gelmini è ancora smarrita tra Ginevra e il Gran Sasso. Pare l’abbiano avvistata, e non sappiamo se riuscirà ad uscire presto dal tunnel di incapacità che l’ha avvolta.

La Biancofiore è una fedelissima berlusconiana: è più un volto gradevole che un insieme di precetti programmatici da offrire ad un elettorato da riconquistare.

La Santanché è l’ex candidato della “Destra” di Storace, (lo stesso che oggi saluta con piacere la candidatura della Meloni, n.d. IPQMP) che si opponeva strenuamente a Berlusconi, che chiamava a raccolta il voto di genere contro l’uomo di Arcore, che le donne le vede solo in orizzontale. L’elettorato ha memoria corta, internet no. La credibilità della Pasionaria si commenta da sé.

Ci sono gli sconosciuti, sui quali non sapremmo davvero cosa dire: un certo Giampiero Samorì, amico di Berlusconi, imprenditore e faccia pulita di un partito troppo compromesso con torbide cronache.

Un altro illustre signor nessuno è certamente Alessandro Proto, imprenditore e immobiliarista. Anche di Alfonso Marra ricordiamo con più facilità le paparazzate con Sara Tommasi, che l’impegno istituzionale all’Europarlamento.

E poi, come se non ce ne fossero abbastanza, Vittorio Sgarbi, candidatura che si commenta da sola e che infligge un colpo non indifferente alla credibilità delle primarie.

A ben vedere mancano soltanto Pippo, Paperino, Pluto, Topo Gigio, Braccio di Ferro, il sottoscritto.

Una farsa, che sta consumandosi in un partito che manca di cultura democratica e che ha vissuto tutta la propria vita politica esclusivamente sull’onda della popolarità di un leader che ormai è decaduto, ed è più abile a far perdere voti che a farne guadagnare.

Persino la modalità di svolgimento delle primarie sarebbe motivo di contesa: Berlusconi è contrario ai gazebo nelle piazze. Da grande uomo di comunicazione qual è, sa perfettamente che rimarrebbero deserti, ed il confronto con le file che potrebbero registrarsi in quelli del PD domenica prossima restituirebbe un paragone impietoso sull’ormai decaduto gradimento dell’elettorato per una figura politica di centrodestra. La richiesta di un voto online da parte dell’ex premier sembra più motivata dall’esigenza di mascherare l’effettiva forza in campo di un partito morente, che non dalla necessità di dover fronteggiare un mezzo di cui il PdL è poco pratico e che ha già riservato brutte sorprese a chi dava del coglione agli elettori della parte opposta (leggi referendum sul nucleare, l’inizio del declino per la casta).

Non è la schermata de “Il gioco dei 9″ di scottiana memoria, né il manifesto con i concorrenti del Grande Fratello. Sono i dodici presunti candidati alle presunte primarie del presunto centrodestra…

Il centrodestra, per storia e trascorsi, non ha bisogno di primarie. Avrebbe bisogno di un leader, di un uomo forte. Non certo di chi insegue gonne svolazzanti e organizza party in villa, tanto meno di chi non riesce a giustificare una sconfitta elettorale, né di riciclate provenienti dal partito di Storace o di matti televisivi alla Sgarbi.

Gli avversari possono gioire: un numero così elevato di candidati indica senza dubbio una frammentazione interna al partito che rischia di perdere ogni giorno nuovi prezzi. E’ già successo, mesi addietro, con Stracquadanio, che preoccupato dalla popolarità sempre calante e dallo spazio sempre ridotto nelle fila del Pdl, ha deciso di fondare l’ennesimo inutile partito di riciclati e pidiellini pentiti, Italia Libera. Magari, un giorno, riusciremo a liberare l’Italia da questa tipologia di individui, pronti a reinventarsi pur di rimanere aggrappati alla poltrona. Intanto sono in quattro i nuovi disertori del partito di Berlusconi, che ogni giorno perde pezzi.

E quel poco di faccia che gli è ancora rimasta. Inoltre, con una situazione simile, è facile capire chi sarà il prossimo premier, che purtroppo potrebbe essere ancora una volta un uomo delle banche…


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