Se non è una dichiarazione di guerra, quanto meno è uno schiaffo che sembra varcare i confini di Torino. C’è uno scenario nazionale in evoluzione: la direzione nazionale del 13 gennaio sarà preceduta, il giorno prima, da una contro-direzione organizzata dai rottamatori; i veltroniani sono in fibrillazione; il quadro di alleanze su cui la segreteria Bersani sta ragionando (apertura al terzo polo a costo di sacrificare Vendola e Di Pietro) fa storcere il naso a molti. L’irruzione a gamba tesa di Tricarico nasce in questo contesto, con la benedizione di Ignazio Marino e Pippo Civati, e a Torino sancisce l’irrompere della sfida generazionale: «Io sono nato nel 1968», dice Tricarico, «quando i nostri padri volevano portare l’immaginazione al potere e oggi, insieme con i nostri nonni, sono ancora lì a spiegarci che siamo troppo giovani. Negli altri Paesi alla mia età si è già fuori dalla politica e si è lasciato spazio a quella nuova generazione su cui il presidente Napolitano ha centrato buona parte del messaggio di fine anno».
La reazione del Pd, per ora, non promette nulla di buono. Il partito tiene il punto: le regole sono quelle stabilite, non ci saranno deroghe per nessuno. Il braccio di ferro è dietro l’angolo. E le scosse si avvertiranno anche a Roma. L’assessore tira dritto, convinto che alla fine nessuno potrà impedirne la candidatura se su di lui convergeranno persone e forze della città. Comincia a delineare scampoli di programma: «Cerchiamo soluzioni per attrarre altri investimenti e consolidare il nostro distretto dell’auto. E pensiamo a una Torino con più abitanti, più giovani, un incremento della conoscenza e dell’uso dell’intelligenza, anche tecnologica, in tutti i settori, dalla mobilità al welfare». Darà il via alla sua campagna dopo il referendum di Mirafiori. «Ho deciso così per rispetto della difficile scelta che gli operai e le loro famiglie stanno per compiere. Comprendo le ragioni del no, perché solo chi è in fabbrica può capire il peso delle nuove richieste dell’azienda e gli stravolgimenti che possono provocare alla propria vita. L’investimento promesso da Fiat ha una ricaduta positiva, per questo dobbiamo essere vicini alla scelta dei lavoratori».
Aspetterà il verdetto di Mirafiori, 13 e 14 gennaio. Aspetterà anche l’arrivo in città di Nichi Vendola, il 12. C’è un cantiere aperto, vorticose girandole d’incontri: sinistra vendoliana, rottamatori del Pd, Fabbriche di Nichi, Office corsare, studenti, Terra del Fuoco, Acmos, associazioni. Il percorso è avviato, la candidatura di Tricarico lì s’inserisce. Non è l’unica: un altro assessore della giunta Chiamparino, Gianguido Passoni, si è fatto avanti. Altri nomi potrebbero spuntare. «Le persone della mia età possono cedere il passo a una candidatura espressione della nuova generazione, un nuovo patto. Altrimenti tocca a noi», chiude Tricarico.