Alle primarie del PD hanno
partecipato circa tre milioni di persone tra iscritti ed elettori. Una grande
vittoria per il PD che nonostante le difficoltà del paese suscita ancora
entusiasmi ed attenzione. Pertanto, si può dire tranquillamente che il PD ha
vinto ed è stato capace di coinvolgere tantissimi cittadini nonostante la
propaganda e le previsioni contrarie. Il merito va anche ai candidati: Cuperlo,
Renzi e Civati.
Ha vinto
Matteo Renzi che ha
raccolto il consenso di circa il 68% degli elettori, considerando che alle
primarie votano tante persone che esprimono liberamente e responsabilmente la
loro scelta in un momento così difficile senza farsi intruppare dalla
nomenclatura.
Il risultato di
Gianni Cuperlo è
stato deludentein quanto la sinistra
che rappresenta non è più in sintonia con il paese e con gli elettori. Questa
sinistra per ambire alla segreteria del PD deve rifondarsi cosa che non ha
fatto fino a questo momento, pagando lo scotto. Gianni Cuperlo è una persona di
cultura ed intelligente e, pertanto, avrebbe dovuto capire che la sua missione
era impossibile.
Giuseppe Civati,
nonostante le sue posizioni politiche su alcuni problemi, ha recuperato
consensi per se e per il PD da un’area non facilmente entusiasta ed incline a
dare fiducia facile e completa al PD di ieri.
Adesso occorre lavorare insieme
senza tradire il mandato degli elettori e rifondare il Partito Democratico che
fino a questo momento si è dimostrato incapace di affrontare i problemi
concreti delle persone dalla povertà al lavoro con nuovi strumenti efficaci.
Pertanto, è necessario abbandonare le anacronistiche visioni che hanno portato
alla sconfitta di Cuperlo ed introdurre nuove innovazioni e strumenti non
condizionati dalle ideologie e dai vecchi equilibri del passato al fine di non procrastinare i problemi del paese.
I valori fondativi del PD valgono
ancora anche se occorre tradurli nella realtà del terzo millennio con metodi e
strumenti nuovi. Inoltre, non è da sottovalutare il modello organizzativo del
PD da troppo tempo trascurato che non
corrisponde più alla domanda di partecipazione e di democrazia della società.
Le primarie sembrano un corpo avulso dal contesto del partito e per tale motivo
occorre rinnovarlo nelle persone e nelle strutture.
Il modello organizzativo di una
organizzazione esprime i valori, le strutture e gli obiettivi che si vogliono
perseguire. Per tali motivi non è da sottovalutare.
Questo risultato straordinario
delle primarie, il quale ha premiato Matteo Renzi al di là di qualsiasi previsione
positiva, ci lascia ben sperare in un grande cambiamento che coinvolga la
società, il Governo ed il Partito Democratico. La speranza, l’ottimismo e
l’impegno ci devono accompagnare in questo cammino insidioso rivolto al bene
del paese.
Matteo Renzi per attuare il
cambiamento che si è proposto considera due fattori molto importanti: la
valutazione del tempo ed il senso dell’urgenza. Infatti l’Italia non può più
aspettare.
Occorre inoltre recuperare alla
democrazia tutti coloro che erroneamente hanno creduto alle favole di
Berlusconi ed alla prospettiva che i problemi del paese potessero essere
risolti con il leader carismatico ed autoritario, rappresentato da Berlusconi,
e con un partito personale senza democrazia interna, rappresentato dal
PDL.