Due aerei, un treno, una nave, un autobus (di dodici ore), e due passaggi in macchina. E sono passati a malapena due giorni. Tutti questi mezzi mi hanno portato a Nelson, nel nord dell’isola sud della Nuova Zelanda, pronto a cominciare l’Abel Tasman Coast Track, un trekking di 50km nel parco piu` visitato del Paese. Tre giorni, almeno, di cammino, da solo, tenda in spalla, come si faceva ai vecchi tempi. Dopo quattro mesi in citta`, uno stacco tra gli alberi, ci vuole.
Il piano improvvisato di scendere piu` a sud possibile, prima dell’arrivo del freddo invernale, mi ha portato a rimandare ogni attrazione dell’isola nord, vedendo nient’altro che l’aeroporto di Auckland, e facendo una toccata e fuga a Wellington. Ho cosi` dovuto giudicare dal finestrino di un autobus quello che e` questo posto. Diverso, strano, verde.
Il Paese piu` giovane del mondo, dove le pecore sono piu` degli esseri umani. Persone, anche se poche, socievoli per ora dappertutto, e colline e vulcani, alcuni attivi, alcuni spenti, che coprono la superficie di questa coppia di isole. Il nord e` un sempreverde, mentre a sud i colori cambiano in ogni periodo dell’anno, dal rosso dell’autunno, al bianco dell’inverno. Questo e` il luogo in cui il sole sorge per primo nel mondo, e` il paesaggio magico del Signore degli Anelli, e` quel Paese dimenticato nell’angolo piu` sperduto del globo. E, forse, e` proprio per questo che sono qui. Si ricomincia, per strada, ancora una volta.