Oggi andrà in scena la finalissima dei big in gara alla 65esima edizione del Festival di Sanremo, ma già ieri (a tarda notte, superata l’una!) abbiamo assistito, seppur nel mio caso in dormiveglia, ai primi verdetti, con l’eliminazione di (soli) 4 pezzi tra i 20 presentati in gara e in precedenza con la proclamazione del vincitore della categoria delle Nuove Proposte.
Iniziamo col commentare la vittoria plebiscitaria (oltre al premio principale, anche quello assegnatogli dalla critica “Mia Martini” e delle radio tv intitolato a Lucio Dalla) del ragusano Giovanni Caccamo, già in scuderia Sugar (co-autore tra l’altro del brano cantato in gara da Malika Ayane, compagna di etichetta) e che per questo ha scatenato alcuni messaggi al vetriolo nei vari social, in odor di complotto, visto la presunta potenza della Caselli. Mah, in passato mi pare che i Negramaro vennero eliminati al primo turno, la stessa Malika non vinse nella categoria giovani, mentre sfido chiunque a contestare la vittoria di Raphael Gualazzi in un’edizione scialbissima, nonostante poi io continui a seguire nei suoi progetti di nicchia anche Roberto Amadè, secondo classificato quell’anno ma a distanza siderale dal bravissimo pianista.
Onore quindi a Caccamo, per alcuni sosia di Rupert Everett, che, a fronte di alcuni acuti andati a perdere, ha dimostrato assoluta padronanza del suo pezzo, cantandolo con estrema passione e trasmettendo tutta la sua gioia ed emozione. Poche chances a quel punto le avevano i simpatici ed originali Kutso, i quali partiti con il simpatico proposito di “rovinare” Sanremo, hanno invece conquistato anche i più scettici, tra i quali onestamente c’ero anch’io. Li conoscevo di fama, nel circuito indie sono piuttosto noti ma non li sentivo nelle mie corde, col loro rock a tratti demenziale. Invece hanno portato davvero una ventata d’aria fresca, risultando i più strani del lotto, e stupendo con le trovate memorabili del geniale chitarrista. Nigiotti è stato un po’ sfortunato nell’abbinamento, dovendosi scontrare in semifinale con il futuro vincitore ma, a conti fatti, credo sia giusto così, forse non era il migliore in assoluto, pur avendo presentato una canzone dal buon piglio, debitrice – mi sento di precisare- di una certa somiglianza, almeno nella strofa, con una celebre dei Tiromancino.
Il meccanismo delle eliminazioni a coppie tutto sommato mi ha garbato (come direbbe il conduttore toscano); ha creato abbinamenti a volte crudeli ma questo ha aggiunto sale alla competizione. Credo sia un esperimento da ripetere in futuro.
Venendo ai campioni, direi che come ho scritto ieri a caldo su facebook, le eliminazioni possono starci e non si discostano molto dai miei giudizi sommari dati ai 20 big dopo aver ascoltato una prima volta le canzoni. Raf, parcheggiato da me alla voce “delusioni”, poco o nulla ha fatto per cambiarmi idea, con l’attenuante che ieri sera ha pure cantato in condizioni di salute proibitive, colpito da una bronchite. Il pezzo comunque, ascoltabile come quello di un’altra eliminata, Anna Tatangelo, era del tutto privo di mordente, e pure di una vera componente poetica, da sempre nelle corde del cantante pugliese specialmente in fatto di ballad. Detto ciò, lo avrei salvato in luogo di una Bianca Atzei apparsa in un contesto forse troppo largo per lei. Ma c’entra poco il fatto che non sia conosciuta alle grandi masse o che non abbia conseguito sin qui risultati di rilievo nel mondo della musica leggera italiana, è proprio che le sono mancate le basi, qualità interpretative (da più parti riconosciutele) e in primis un pezzo degno di particolare nota. Lara Fabian invece ha pagato lo scotto di essere apparsa, forse addirittura per un pubblico tendenzialmente tradizionalista come quello sanremese, sin troppo “classica”, volendo essere più cattivi, “demodè”. Però almeno ha cantato benissimo, da artista di esperienza quale in effetti è… aggiungiamo pure “internazionale”, così facciamo contenti il conduttore che, se non lo ripeteva almeno 5 volte a serata, non era sicuro che gli spettatori ci credessero!
Anche l’eliminazione di Biggio e Mandelli è del tutto plausibile. Simpatici, ma assolutamente innocui nel proporre un brano certamente debitore di alcune coppie storiche del cabaret (nello specifico, l’omaggio a Cochi e Renato era lampante e dichiarato) ma senza nemmeno avvicinarvisi a livello di creatività.
A questo punto i pronostici sono sempre più delineati e confermano, anche se di fatto non abbiamo graduatorie parziali sotto mano a cui attingere, le sensazioni già espresse dopo i primi ascolti: i tre giovani tenori de Il Volo paiono lanciatissimi a issarsi in cima al podio sanremese. Difficile che un convincente Nek, in netta ripresa nei gusti del pubblico, e giustamente vincitore della tappa dedicata alle cover, possa ribaltare i pronostici, anche se la sua canzone è già in vetta in molte classifiche di gradimento extra sanremesi, quelle legate ai network radiofonici. Forse questo era prevedibile in virtù del fatto che la sua canzone, melodicissima, diretta e dalle sonorità contaminate da suoni cari alla dance più attuale (una cosa assolutamente inedita per lui) è in pratica la più cantabile tra tutte quelle proposte. Credo si mantenga in zona podio anche un redivivo, convincente Marco Masini, mentre è destinata a piazzarsi in alto anche la già citata Malika Ayane, dopo un primo ascolto che non mi aveva entusiasmato. Vedo in ripresa, e mi fa piacere, anche Gianluca Grignani, già nella serata cover apparso più sicuro alle prese con Tenco ma il suo brano necessita di diversi ascolti per essere assorbito appieno, essendo però di pregevole fattura, sia testuale che musicale.
Carlo Conti, cui avevo affibbiato un bel 7 dopo le prime due serate, ha iniziato a perdere qualche colpo, specie nel dover a volte assistere, e intervenire di conseguenza, a scivoloni palesi delle sue vallette. Bello però che abbia puntato in qualche modo su sentimenti puliti, belli ancorchè rassicuranti come ebbi già modo di scrivere. Ieri ad esempio mi ha fatto piacere vedere salire sul palco Sammy, la cui vicenda avevo appassionatamente seguito su Sky. Un ragazzo affetto da una malattia rarissima, che comporta tra gli aspetti più compromettenti, un forte invecchiamento precoce. Anche ieri in pochi minuti ha mostrato tutta la sua forza, la sua maturità ma soprattutto la sua simpatia, un grande esempio davvero il suo!
Nota di merito però va data finalmente anche all’aspetto leggero del Festival, con la presenza finalmente di un’artista, che definire solo comica è riduttivo, come Virginia Raffaele. Niente monologhi raffazzonati, triti e ritriti, banali o scontati. Si è limitata a “far ridere”, mettendo in scena alcune specialità del suo repertorio, una delle sue più riuscite imitazioni – la Vanoni – e un simpatico sketch. Mi sembra col passare delle serate si stiano sciogliendo anche i Boiler, sempre simpatici ma apparsi meno pungenti rispetto alle esibizioni di Zelig, mentre sin da martedì mi piace stare sveglio fino a tardi (anche se ieri più di un colpo di sonno mi era sopraggiunto!) per assistere alla surreale rassegna stampa di Rocco Tanica, ai più noto come tastierista e tra i compositori principali di Elio e le storie tese. Lui è proprio un grande!
Non mi resta che aggiungere BUON FESTIVAL in quella che sarà l’ultima serata sanremese. Vedremo se ci saranno sorprese, anche se mi sento di mantenere fede al mio pronostico… Il Volo favoritissimi! Ieri addirittura dopo la loro esibizione è seguito un applauso così lungo che un compiaciuto conduttore ha detto loro di lasciare il palco che non sono mica superospiti ma artisti in gara come tutti gli altri. Questo per dire dell’effetto dirompente che le tre giovani ugole d’oro stanno avendo presso il pubblico italiano, sicuramente tra le maggiori scommesse di Conti e della Rai, dove sono letteralmente cresciuti, esordendo bambini nel talent musicale “Ti lascio una canzone”. Dopo i successi e i riconoscimenti ottenuti all’estero, molto probabilmente saranno destinati a raccogliere molti consensi anche nella loro Terra natia.