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Primo giorno di scuola (seconda parte)

Creato il 20 settembre 2011 da Eramegliounpescerosso
Le 12,30 sembrano non arrivare mai.
Alle 12 sono già davanti al portone della scuola.
L'attesa mi sembra interminabile.
Finalmente suona la campanella.
Scorgo la maestra di Edo seguita da una coda di bambini.
Cerco di individuare Edo tra tutte quelle testoline e occhietti che scrutano la folla che li circonda in cerca di un volto familiare.
Non vedo Edo.
Mani veloci afferrano (si direbbe a caso) i bambini che passano e li allontanano rapidamente dal caos.
La coda di bambini è ormai praticamente terminata.
La maestra abbraccia i pochi rimasti in attesa che qualcuno si faccia avanti per reclamarne i diritti.
Una sensazione di sconforto mi assale...
Dov'è Edo?
E già me lo immagino rotolare giù dai due piani di scale sotto il peso di quello zaino più grosso di lui.
Improvvisamente vedo sbucare dalla scala il suo viso.
Affronta gli ultimi gradini come se stesse scendendo dalla più ripida delle montagne.
Avanza lentamente.
Ha ancora que colorino grigio in volto e quell'aspetto di statua.
Mi vede e mi raggiungere intrufolandosi tra tutte quelle mani ancora in cerca di qualcosa, o meglio di qualcuno, da afferrare perché nel frattempo è uscita un'altra classe.
Lo sollevo, in parte per timore che me lo schiaccino, in parte perché non sto più nella pelle.
Lui mi rivolge un mezzo sorriso e un "ciao" secco.
Nella mia mente già si susseguono pensieri catastrofici.
Perché è così serio?
Cosa sarà successo?
Gli avranno fatto qualcosa?
Gli avranno detto qualcosa?
Si sarà trovato in difficoltà ad aprire la merenda? Ma no, l'ho messa nel tupperware che si apre anche solo guardandolo.
Avrà avuto problemi con i pantaloni? Ma sono quelli con l'elastico, normalmente è indipendente.
Ma...? e se...? forse...?
Intanto sfodero il migliore dei miei sorrisi e mentre lotto con la folla guadagnandomi l'uscita cerco di carpire qualche informazione.
"Com'è andata?"
"Bene."
"Cos'avete fatto?"
"Non mi ricordo."
Eh no, bello di mamma, non ci siamo! Vuoi lasciarmi a crogiolare nel dubbio e nell'incertezza e condannarmi a morte sicura???
Capisco che non sarà facile ottenere un resoconto della giornata.
Cerco di rimanere indifferente, come se non m'interessasse poi così tanto essere resa partecipe di quest'avventura appena iniziata.
Mi limito a fargli capire che sono contenta di riaverlo con me.
Lentamente il ghiaccio sotto cui si è rintanato stamattina si scioglie.
Prima appare un sorriso.
Poi un bacio.
Poi una risata.
A casa lo lascio mangiare tranquillo poi gli metto un cartone.
Quando è totalmente assorto nel suo mondo decido di riprovarci e gli butto lì un "Qual'è stata la cosa più bella della giornata?"
Senza distogliere lo sguardo dalla tv mi sorprende con un "Non saprei...tutte"
Non contenta ci riprovo: "E la più brutta?"
"Nessuna, è stata una giornata bellissima!"
...
Come sempre, da mamma apprensiva come sono, mi sono fatta dei film inutili.
Quel faccino mogio era dovuto solo alla stanchezza!
La sera del primo giorno di scuola Edo è crollato alle 19.30.
Prima di addormentarsi però finalmente mi ha raccontato ogni minimo dettaglio.
È contento!
È sereno!
È entusiasta!
Certo, al mattino si fa fatica a svegliarsi ma quando esce alle 16.30 è sorridente e ansioso di raccontarmi tutto.
Sono stata accontentata: ho la maestra che volevo.
Sono stata fortunata: Edo è in classe con un compagno di scuola materna più qualche viso conosciuto (parco e attività varie)
Rimangono comunque molti interrogativi ma è inutile chiedersi come andrà, "lo scopriremo solo vivendo", no???

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