Invece, il rottamatore, il giovane che avanza, si fa riconoscere perché schierato "senza se e senza ma" con Marchionne, assolutamente disinteressato ai diritti e alle possibilità democratiche negate a chi lavora. Sta con Sergio, lui, manco ci prova a capire la situazione, fa il cislino e finita lì. Come una escort qualunque incontra il Premier in via ufficiale in sede ufficiosa, recandosi a casa del suddetto e beandosi anche di averlo fatto. Dallo stesso capo dei ministri viene considerato come ottimo politico, diverso dai soliti parrucconi della sinistra, talmente moderno e progressista che... gli somiglia pure!
Poi arriva il Primo maggio ed il buon Matteo, sempre fregandosene di chi lavora, spinge perché i proprietari dei negozi tengano aperto ma non per metterci del loro, no, ma perché siano i dipendenti a far bottino. Forse ci resta pure male che qualcuno, nelle organizzazioni dei lavoratori, non gli renda il favore del tifo a Mirafiori. Detto ciò, non contento, invece di invitare tutti ad una riflessione sul Primo maggio, a cercare unità civile e sindacale, a rimarcare il senso e la storia di questo giorno, il suo significato, invece di preoccuparsi perché manifestazione poco frequentata e, quindi, poco sentita da un popolo ormai lontanissimo da valori e idee che non siano inculcate dal vangelo, ci ride su. Fa sarcasmo, lui che tanto somiglia a quell'altro. E si vede. Com'è triste il nostro Primo maggio rappresentato da politicanti di questo basso spessore. Com'è caduta in basso la comicità toscana, quella fiorentina, finita nelle mani di uno che non riempirebbe i teatri nemmeno pagando. Quindi si fa votare sfruttando quei simboli che ancora aiutano a vincere per poi sputargli sopra.
Forse hanno ragione i miei amici toscani e, a Firenze, qualcosa non quadra. O, forse, Matteo non assomiglia a niente di quello che noi vorremmo per questo paese. Ma assomiglia a lui, e questo basta per rimanere in sella in questo paese. Del resto, come vediamo in foto, sono state le di Lui televisioni a lanciarlo.