Dei tanti e innumerevoli, uno in particolare mi è rimasto impresso: “Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo“ (dove “a Cristo” è evidentemente un avverbio).
Badate bene, poteva dire “a bestia”, “a sfare”, “a ruota”, e invece ha voluto dire “a Cristo”.
La grandezza di uomo si pesa sull’uso estroso dell’avverbio.
L’ho sempre pensato.
Vada via le posizioni su divorzio, aborto, gay, preservativi, preti pedofili, Pini C’è, Guantanami e crocifissi in aula.
A chi importa?
La battaglia etica più dura si è sempre giocata sul campo degli avverbi.
E lui la vinse con parecchie giornate d’anticipo (“Vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia, permettete a Cristo di parlare all’uomo” – geniale!).
La beatificazione di ieri, 1° Maggio, è il sacrosanto riconoscimento ad una carriera avverbiale fantastica ed inimitabile (no, il David non poteva bastare).
Come? Ah sì è vero, ieri era anche la festa dei lavoratori.