Magazine Diario personale
Primo Sangue è il romanzo di David Morrell che ispirò la sceneggiatura di Rambo. In Italia è pressoché introvabile (forse su ebay, molto più probabilmente nei torrenti). Narra le vicende di un ex berretto verde al rientro dalla guerra del Vietnam. A piedi, lentamente, sta andando verso sud in cerca di una nuova vita. Deve attraversare un piccolo villaggio americano. Lo sceriffo lo adocchia, gli si avvicina, e lo convince con le buone a salire in auto. Lo conduce dall'altro lato del paese, e lo lascia sulla strada, consigliandogli di non tornare indietro. John Rambo, è stanco, affamato, per cui torna in paese a comprarsi un panino e una Coca. Sfortuna vuole che lo sceriffo sia nello stesso locale a prendersi un caffé. Lo carica in auto, ancora con le buone, e lo riporta fuori dalla sua cittadina. Questa volta gli fa notare che se torna indietro sono guai. E Rambo torna indietro... perché non è tipo da lasciarsi intimidire. Viene arrestato. Non oppone resistenza ma neppure collabora. Al commissariato riceve un trattamento neppure troppo severo, ma l'ambiente gli ricorda le torture subite in Vietnam, la testa gli va nel pallone, si ribella, taglia la gola a un poliziotto, fugge. E incomincia la caccia all'uomo... che poi si tramuterà in una strage!
Ammetto che preferisco la sceneggiatura di Rambo a questo romanzo. Però è un romanzo potente. E' visto da due POV differenti. Gli occhi di John Rambo, berretto verde pluridecorato e rifiutato dalla società, si contrappongono a quelli dello sceriffo Teasle, divorziato, amareggiato, non una cattiva persona, ma determinato nel mantenere tranquilla la sua comunità. Due personaggi ricchi di sfaccettature che si trovano ad affrontarsi in campo aperto. Una sfida, quella tra i due uomini, che sembra in realtà diretta verso i corrispettivi fantasmi interiori. La "guerra" che ne consegue è qualcosa di devastante, piena di danni collaterali (ovvero vittime innocenti), e distruzione. Non ci sono buoni, né cattivi. Difatti Teasle e Rambo non si odiano. Alla fine, ma anche durante tutto il romanzo, si percepisce una sorta di comprensione reciproca. Entrambi si domandano spesso il perché non riescano a mollare il colpo, ad andare ognuno per la sua strada. Il fatto è che non possono perché il loro corrispettivo vaso di Pandora è stato scoperchiato, e ora stanno riversando sull'altro tutte le frustrazioni, le delusioni, le ingiustizie subite... tutto quanto. Lo stile narrativo è prettamente fisico. Le riflessioni dei personaggi sono razionali. L'emotività è intrinseca e va cercata nel lettore, che deve elaborare a sua volta, ed entrare nel personaggio ogni volta che gli si presenta di fronte. Un romanzo potente, l'ho già detto. Per cui ve lo consiglio.
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