“Dimmi un po’ ragassuolo tu conosci un certo Mario, che abita qua intorno?”
“Qui de Mario ce ne so’ cento!”
“Oh si, va bene…ma questo l’è uno che ruba…”
“Sempre cento so’!”
Breve dialogo tra Capannelle (Carlo Pisacane) e un ragazzino in una scena del film I soliti ignoti, 1958, regia di Mario Monicelli, anche sceneggiatore insieme a Suso Cecchi D’Amico, Age & Scarpelli.
Una parodia del francese Du Rififi chez le hommes (J.Dassin,’55), e, in particolare, un nuovo modo d’intendere la commedia nel nostro paese, una comicità non più legata alla farsa, ai canoni dell’avanspettacolo, ma a trovate umoristiche ben definite, basate su un solida sceneggiatura, rinnovando la tradizione delle maschere della Commedia dell’Arte.
Due sequel: Audace colpo dei soliti ignoti, ’59, Nanny Loy, e I soliti ignoti vent’anni dopo,’87, Amanzio Todini.