sono una disoccupata. Sono solo una tra tanti e, lo dico con tranquillità, nemmeno delle migliori: l'unica cosa di cui posso vantarmi è quella di essermi laureata nei tempi regolari con un voto abbastanza alto. Vantarmi tra virgolette, essendo una cosa completamente inutile. Anzi, se tornassi indietro mi farei tranquillamente qualche anno fuori corso: non per divertirmi ma per fare l'erasmus che non ho fatto per finire in tempo e soprattutto un paio di stage in più oltre a quelli curriculari. Perché anche se sembra un paradosso, poi ti ritrovi a rispondere ad annunci di chi vuole uno stagista, o se va bene un apprendista, ma con esperienza.
Se ti fai un giretto nel web, cara signora ministro, trovi migliaia di blog di persone che raccontano la propria storia fatta di università private e esperienze all'estero e master e corsi di specializzazione e cinque lingue parlate in modo professionale: questo è uno. Sono storie che mi fanno impallidire e pensare "ma io cos'ho fatto per tutti questi anni?" Ma non tutti siamo uguali (purtroppo - per fortuna) e non tutti siamo fatti per partire e andare all'estero, non tutti aspiriamo a trasferirci in una megalopoli e a lavorare da Steve Jobs o Louis Vuitton: io sono una persona normale, con un'intelligenza normale, una carriera scolastica e lavorativa mediocre/nella media e delle aspirazioni assolutamente non irrealizzabili, e vorrei comunque dire quello che penso.
Cara signora ministro Fornero, io vorrei dirti che hai ragione.
Anzi, di più, mi è capitato spesso in passato di usare le tue stesse parole: in italiano, perché io sono solo una povera disoccupata, ma mi è capito spesso parlando con i miei compagni di corso di dire "è impossibile che il primo lavoro che ti capita sia quello della tua vita, quindi accetta il primo che ti offrono, anche se non ti piace o ti pagano poco, nel frattempo sei sempre libero di cercare di meglio".
È questo che intendeva lei dicendo choosy vero?
Signora ministro, hai ragione: ci sono delle persone che sono troppo choosy. Ti racconto un esempio: l'anno scorso stavo facendo uno stage in una grande azienda, non è l'azienda più figa del mondo anzi qualcuno direbbe che è un po' sfigata, ma con 900 dipendenti è una grande azienda e io l'ho sempre considerato un posto figo dove lavorare. Ero contenta del mio stage. Una mia ex compagna di corso mi contatta per raccontarmi che ha fatto primo e secondo colloquio per uno stage nella mia stessa azienda e io penso che figo, ci vedremo in mensa.
Però lei è stata choosy, ha rifiutato il posto perché 300 euro erano troppo pochi e non ne valeva la pena.
La mia ex compagna di corso ha in pratica rifiutato il lavoro che io stavo facendo, mi sono sentita sminuita? No, perché il mio lavoro mi piaceva anche se molti probabilmente lo considerano stupido: era un lavoro vario, mi portava in contatto con molte altre funzioni dell'azienda e con varie agenzie esterne, mi è capitato spesso di stare intere giornate in ufficio senza il mio capo e anche un'intera settimana in agosto mentre lei era in ferie. Come mi sono sentita soddisfatta quella settimana: vedere quella sedia vuota accanto a me e sapere di essere l'unica responsabile anche se c'era solo da fare ordinaria amministrazione, essere l'unica a rispondere al telefono, riuscire a risolvere da sola qualche piccolo problema e poi scrivere in una mail "Ciao capa, oggi è successo questo e io ho fatto così come mi hai insegnato tu, senza prima doverti chiedere conferma".
Ho divagato signora ministro, scusami, è che quello è il mio unico bel ricordo lavorativo, e mi fa sorridere anche se ormai è passato quasi un anno.
Quello che volevo dire dall'inizio, è che io vorrei tanto essere choosy. In particolare, io vorrei tanto avere la possibilità di essere choosy.
Ho fatto da poco un colloquio per uno stage in un'azienda che cercava un rimpiazzo per una dipendente incinta di 8 mesi che deve andare in maternità, tra l'altro unica persona ad occuparsi di quella particolare funzione. Hai capito bene? Hanno bisogno di sostituire una persona che ha un contratto a tempo indeterminato, unica persona nell'ufficio ad occuparsi della funzione X, e cercano uno stagista. Se fossi choosy non avrei nemmeno risposto all'annuncio, non mi sarei sentita dire di no perché ormai sono laureata da più di 12 mesi e non posso più fare riferimento all'ufficio stage dell'università quindi la burocrazia è troppo complicata.
Qualche mese fa ho fatto un colloquio per un posto in un'agenzia: in città, a 40 km da casa senza possibilità di prendere i mezzi quindi spendendo soldi per la benzina e per il parcheggio ogni giorno, per sei mesi ma gratis, poi forse un contratto di apprendistato. Il datore di lavoro mi ha detto che non gli sembrava giusto che io praticamente pagassi per andare a lavorare e mi ha detto che non mi avrebbe tenuta in considerazione nonostante il mio profilo gli andasse bene, non mi ha nemmeno dato la possibilità di essere choosy.
Vogliamo parlare, signora ministro, della faccia dei selezionatori quando presento il mio curriculum con l'ultima "piccola" esperienza di lavoro datata maggio 2012 e poi spiego che non ho più lavorato né cercato, perché impegnata a girare per ospedali, farmi esaminare, a piangere, a farmi operare e stare un mese a letto e poi un mese al massimo seduta e a riprendermi. No, di questo non voglio parlare.
Se fossi choosy non avrei fatto numerosi colloqui per fare la commessa, non so più contare le volte che ho sentito "cerchiamo una persona con esperienza, e tu non hai mai fatto la commessa/cerchiamo un'apprendista a cui insegnare, ma con il tuo curriculum tu continuerai a cercare e te ne andrai e io avrò perso quei mesi".
Questi, signora ministro, sono i rifiuti che fanno piangere di più, quando i tuoi genitori non ti vedono: perché se non mi vogliono per fare la commessa, se non mi vogliono per fare qualcosa che non ho mai fatto allora troverò lavoro solo per quello che ho studiato, ma se per fare stage non mi prendono per la burocrazia difficile, ma se per il resto cercano solo gente con almeno tre anni di esperienza per posizioni manageriali, allora io che ho fatto degli stage ma ho ancora bisogno di imparare, allora io, signora ministro, io non troverò mai lavoro.
Vorrei tanto essere choosy.
Perché per essere choosy, signora ministro, bisognerebbe avere libertà di scelta.
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