Ma arriviamo a Prisoners. Trattasi di un thriller, intenso e persino crudele, sul tema "rapimento minori". Un tema molto usato, anche se non i questi termini, in robe televisive tipo Criminal Minds e che ha come precursore il bellissimo romanzo, La promessa, di Friedrich Dürrenmatt da cui è tratto l'omonimo film di Sean Penn. Tutto ciò per dire che riuscire a fare un film sul suddetto tema senza scadere nel formalismo televisivo o in un semi plagio, e allo stesso tempo creare un prodotto il più fruibile possibile, non deve essere facile. Villeneuve e il suo sceneggiatore, Aaron Guzikowski, comunque riescono a superare l'ostacolo principalmente grazie al personaggio di Keller interpretato da Jackman. Questi infatti rappresenta nel film un doppio ruolo, di eroe e cattivo, una figura scomoda e disturbante che ha la peculiarità di riuscire a creare continui avvicinamenti e distacchi emotivi con lo spettatore. Bravo in questo senso è ovviamente Jackman, qui probabilmente nella sua prova migliore, ma altrettanto bravo è stato Villeneuve nel rendere visivamente il dramma etico e morale, l'oscillazione costante dal buon senso alla rabbia pura, affrontate da questo padre a cui hanno sottratto la figlioletta.
Folto e di notevole spessore è anche il resto del cast, dei quali segnalo le strepitose performance di Melissa Leo e Jake Gyllenhaal.
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