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Prisoners - La Recensione | daruma-view.it

Creato il 26 novembre 2013 da Poison78 @poison78

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Voto: 7 L’amore non perdonaA cura di: Davide Belardo

Candidato al premio Oscar come miglior film straniero nel 2010 con il bellissimo “La donna che canta”, il regista e sceneggiatore Denis Villeneuve firma il suo esordio hollywoodiano tramite un potente thriller con due ottimi protagonisti Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal.

Ambientato nella periferia di Boston durante il giorno del ringraziamento, racconta l’inspiegabile scomparsa di due bambine, Anna Dover e Joy Brich, e l’interminabile dramma vissuto dalle rispettive famiglie. Sullo sfondo di questa inimmaginabile tragedia familiare si muovono le due star della pellicola ottimamente supportate da un ottimo cast dove spiccano le partecipazioni di Paul Dano, Terrence Howard, Viola Davis e Melissa Leo.

Grazie ad un ritmo ben congeniato, la pellicola, mette in risalto il dramma e le conseguenti scelte difficili affrontate da un uomo umile e devoto, Keller Dover (Hugh Jackman), per proteggere la sua famiglia. In contrapposizione alla disperata ricerca di Keller, si muove il personaggio del Detective Loki (Jake Gyllenhaal), incaricato di effettuare le ricerche delle due bambine. Tra giustizia personale, amore per la propria figlia, buchi nell’acqua, sconvolgenti rivelazioni e il dovere civico e morale, il film trascina lo spettatore verso un intrigante puzzle perfettamente articolato che, con l’ausilio dei colpi di scena, è sempre attento a rimescolare le carte.

I complessi conflitti morali dei protagonisti sono ottimamente proposti nelle intense interpretazioni di Hugh e Jake. Il primo completamente sopraffatto dalla paura inizia una inquietante discesa all’inferno, ostinato nello sfruttare qualunque opportunità per salvare le bambine. Una corsa contro il tempo che vede coinvolto sempre più in modo emotivo il detective interpretato da Gyllenhaal, che offre una prospettiva del tutto diversa sugli avvenimenti in corso.

In un clima di tensione incessante lo spettatore viene immancabilmente incollato alla poltrona, anche solo per scoprire se le proprie intuizioni sul reale colpevole siano esatte. Un argomento minaccioso ed inquietante sapientemente gestito dagli avvincenti ed immancabili colpi di scena. Emotivamente solido tuttavia il film non è immune da difetti, mostrando più di una forzatura nella gestione delle situazioni, come nello scontro finale in pieno contrasto con gli sviluppi precedenti della narrazione.

Con uno stile tecnico e narrativo che riporta alla mente pellicole come Mystic River di Clint Eastwood, dal quale la gestione del dramma è debitore, e Zodiac di David Fincher, in questo caso più per la presenza di Gyllenhaal che per l’interminabile inchiesta, la pellicola è un thriller drammatico ancorato solidamente alle caparbie interpretazioni, ottimamente gestite con i tempi emotivi. Tecnicamente perfetto per tutto quello che riguarda regia, fotografia, montaggio e colonna sonora è la conferma di un ottimo autore da tenere attentamente d’occhio. Da non perdere.

Pro: Solida tensione.Intriganti confitti morali.Ottime interpretazioni.Contro: Qualche forzatura nella gestione della narrazione.Durata eccessiva.

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