5 novembre 2013 • Recensioni Film, Vetrina Cinema •
Il giudizio di Maurizio ErmisinoSummary:
Prisoners un film coinvolgente e angosciante – La Recensione
Pennsylvania, Giorno del Ringraziamento. È un pomeriggio come tanti, la giornata sta scorrendo tranquilla, dopo che due famiglie hanno condiviso il tradizionale pranzo di festa. I genitori si rilassano e scherzano, mentre le due bimbe giocano in strada come al solito, visto che non passa nessuno. Ma da un momento all’altro tutto cambia: le due bimbe spariscono. L’unico indizio è un camper che poco prima era stato visto lì vicino. La polizia lo trova, e ferma il conducente, un ragazzo timido. Ma non ci sono prove, e così è costretta a rilasciarlo. Uno dei padri allora prova a farsi giustizia da solo…
Prisoners, prigionieri, recita il titolo del film. Si riferisce forse alle due bambine, di cui comunque non sappiamo niente, che forse sono tenute rinchiuse da qualche parte da qualche maniaco? O il prigioniero è forse il ragazzo del camper, che uno dei padri sequestra e tortura fino a che non avrà le risposte che cerca? O forse il prigioniero è proprio il buon padre di famiglia, prigioniero dei suoi istinti e della sua disperazione. I prigionieri siamo tutti, ci suggerisce Denis Villeneuve. Siamo prigionieri del nostro lato oscuro, delle nostre paure e di noi stessi.
Prisoners, si capisce bene, è un thriller solo in apparenza. Villeneuve prende il thriller e i suoi stilemi – la trama, l’incedere narrativo, la suspense, i toni cupi – e lo trasforma in qualcos’altro, qualcosa di più profondo. Prisoners è anche un thriller dell’anima, un film antropologico. È una riflessione sul confine tra Bene e Male, su quella linea sottile che a volte può separare le vittime dai carnefici, sul limite fino al quale possiamo arrivare quando siamo toccati nel profondo e quando siamo fuori controllo.
Chi non è prigioniero, di un genere come il thriller, è proprio il regista, Denis Villeneuve, che firma uno dei film più coinvolgenti e angoscianti degli ultimi anni. In Prisoners nulla è scontato, nessuna inquadratura come nessuno sviluppo della trama, dove dietro a ogni angolo c’è una svolta. E il film funziona su entrambi i piani, quello dell’investigazione sulla scomparsa delle bambine come su quello dell’investigazione sull’animo umano, su quello del film d’autore che su quello del film di genere. Dove Villeneuve, con l’aiuto del maestro della fotografia Roger Deakins, riesce a costruire un universo cupo, tetro, a farci sentire la pioggia e la polvere che avvolgono i personaggi. Che, buoni o cattivi, sono tutti prigionieri dello stesso destino.
di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net
Denis Villeneuve.Dylan MinnetteHugh JackmanJake GyllenhaalMaria BelloMelissa LeoPaul DanoPrisonersTerrence HowardViola DavisWarner Bros Pictures