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Pro Patria: La leggenda dei tigrotti di Busto Arsizio

Creato il 02 ottobre 2011 da Ghlucio @ghlucio

LE RADICI
Le radici del calcio a Busto si fanno risalire al 1881, cioè alla fondazione della "Ginnastica Pro Patria et Libertate", una delle più anziane e gloriose società sportive italiane, nota per la sua storica casacca a strisce orizzontali bianco-blù; una società sportiva che conservava e promulgava lo spirito del Risorgimento appena concluso e dell'unità nazionale che doveva completarsi. Lo spirito e le intenzioni erano quelli di tenere i giovani addestrati ed allenati, pronti in caso di necessità bellica; le prime attività della società erano la scherma, la ginnastica, il tiro alla fune gli sports più in voga nel periodo e con il tempo si fece strada anche il foot-ball. Il calcio giocato secondo le regole della "English Foot-ball Association" redatte nel 1863, viene introdotto sul territorio verso la fine degli anni 80' dell'800, dai giovani più abbienti delle famiglie dell'epoca, di quello che era distretto tessile "Busto-Gallarate", i quali venivano mandati in Svizzera, Germania ed Inghilterra per studiare e completare la prima fase del tirocinio lavorativo e che tornando alle loro case non riportavano solo esperienze di direzione di aziende, conoscenze di macchinari tessile con nuove lavorazioni, ma anche questo nuovo gioco che si andava sempre più diffondendo per la "Vecchia Europa".
Contribuirono notevolmente all'attecchimento di questo nuovo "verbo sportivo" ed alla sua definitiva espansione, le colonie di ingegneri, periti ed operai svizzeri, austriaci, tedeschi ed inglesi presenti sul nostro territorio sul finire dell'800, per montare le macchine tessili, telai e caldaie delle fiorenti industrie della zona.
Furono infatti di notevole aiuto al diffondersi del "foot-ball" le sfide serrate tra gli stessi inglesi o tra i diversi gruppi stranieri, per passare il tempo nel loro periodo di sosta sul territorio bustocco. Le sfide si svolgevano nei prati di periferia, spesso inseguiti dai contadini, oppure sulle piazze appartate, fra gruppi improvvisati, ingaggiando sfide che spesso finivano in risse.
Il primo terreno quasi a norma di via XX Settembre era ancora molto lontano da venire, c'erano soltanto dei prati senza recinzioni dove, prima delle partite, si montavano i pali delle porte, si segnavano i limiti del campo, l'area. L'Aurora, antenata della Pro Patria, vestiva già le classiche casacche a righe orizzontali
Le prime partite ufficiose avvengono poi nell'ambito della società "Ginnastica Pro Patria et Libertate", per lo più tra studenti del ginnasio, con palloni per lo più di cuoio grezzo, mal cucito che dopo pochi tiri si riempivano di bozzi che rendevano imprevedibili i rimbalzi, con il budello che spesso e volentieri fuoriusciva mettendo fine anzi tempo alle contese. Il nuovo "giuoco" agli inizi del tempo non è però ben visto, la "Ginnastica Pro Patria et Libertate" è una delle più importanti del panorama nazionale, se non la più importante e seguendo le indicazioni della potente Federazione Ginnastica Nazionale, che cercava di mantenere una certa purezza delle origini, aveva rallentato l'introduzione al suo interno di nuove
discipline che si andavano affermando nel tempo come il calcio ed il ciclismo, non vedeva di buon occhio l'allargamento a nuovi ed innovativi sports; così la prima organizzazione di una squadra calcio vera e propria, tarda ad arrivare.

ALL'INIZIO, L'AURORA
Già nei primissimi anni del 900, il "foot-ball" a Busto ha molti appassionati, sia per i quotidiani rapporti con la vicina Milano, dove sono sorte diverse squadre come l'Ausonia, il Milan, la Mediolanum, la Pro Gorla e l'Esperia, sia per i contatti frequenti con la vicina Svizzera dove il Chiasso ed il Lugano erano già realtà calcistiche più che consolidate. Nel tempo i praticanti aumentano e nella zona dell'Olona i pionieri sono proprio i bustocchi, anche se per alcuni anni il "foot-ball"o "furbal" come storpiavano a tempi, rimane ancora un pò confinato alle sfide tra liceali ed habituè dei vari caffè/ristoranti locali per tenere alto l'onore del rispettivo gruppo o quartiere, non avendo una vera e propria squadra cittadina, stante l'ostracismo, sempre più flebile, della "Ginnastica Pro Patria". Il primo vero impatto con partite semi-ufficiali avviene però solo verso il 1906, quando a Busto Arsizio nasce la prima vera società di calcio l'Aurora, il cui promotore fu Guido Albinola mentre presidente, allenatore e capitano fu Roberto Della Torre allora diciottenne.
Sede ufficiale della società Aurora fu una della sale dell'albergo Tre Re in via Milano. La scelta non fu casuale, infatti il proprietario del locale era Attilio Tre Re, uno dei più forti giocatori del tempo, nel ruolo di mediano-mezz'ala, prima dell'Ausonia Milano e poi bandiera del Milan che condusse ai primi scudetti ed in seguito anche della stessa Aurora di Busto del quale divenne poi allenatore, giocando anche con il fratello, inoltre fece parte della prima nazionale italiana di calcio. 
L'Aurora come colori sociali, scelse quelli della gloriosa "Ginnastica Pro Patria et Libertate 1881", facendo sua la maglia a righe orizzontali bianche e blù: i primi giocatori dell'Aurora che si ricordano, furono il cap. Della Torre, Bottini, Guidali, Fassina, Allegranzini e Ballarati.
I SEMI GERMOGLIANO
Sull'esempio dell'Aurora nacquero altre società che ebbero vita breve come la Vigor, la Forti e Liberi, la Juventus Sport Busto (1910), la Giovane Italia, l'Esperia e la Victoria F.C. di Remigio Bossi, anch'egli ventenne, con sede presso il suo negozio di salumiere in piazza Santa Maria, e che nelle sue fila aveva come giocatori, dei personaggi che diventeranno importanti nella storia della Pro Patria come Giuseppe Crosta, che fu segretario ed addetto stampa fino alla sua scomparsa nel 1972 e Carlo Caimi, una della personalità di spicco non solo della Pro Patria, ma dell'intero sport bustocco (suoi sono gli arrivi del primo calciatore straniero in biancoblù, l'ungherese Andreas Kutik e di uno dei migliori tecnici degli anni 30 Bekey).
Passione per i colori biancoblù che sepper trasmettere al figlio il Dott. Ercole Caimi, che resse il timone di via Cà Bianca nei momenti più critici. La Victor F.C. fu l'unica delle squadre bustocche del tempo a competere a livello dell'Aurora, in grado di ritagliarsi un proprio spazio e disputare gare fuori dai confini cittadini a Legnano, Gallarate e Saronno e di iscriversi ad un campionato; società che avrà poi un ruolo importante nella nascita della Pro Patria al termine del 1a guerra mondiale. Nel frattempo l'Aurora, era riuscita a dotarsi dell'unico campo da calcio, quasi a norma di regolamento, era recintato ma era decisamente poco livellato... anzi quasi in salita; il terreno era situato in fondo a via XX Settembre, non aveva le tribune come s'intendono in senso moderno e gli spettatori assistevano agli incontri su sedie che venivano portate ai bordi del campo dagli stessi giocatori dell'Aurora che le andavano a prendere dal vicino convento dei Frati noleggiandole per 5 lire, gli stessi giocatori poi fino a pochi istanti dall'inizio della gara svolgevano anche la funzione di cassieri riaffittandole agli spettatori per 20 lire, finanziando così l'attività della stessa società.
LE PRIME SFIDE
La prima partita di carattere ufficiale si svolge a Busto Arsizio il 1° Maggio 1907; il terreno era ovviamente quello di via XX Settembre di proprietà dell'Aurora; si trattava di una partita organizzata da parte della stessa società, ma che in realtà non scese praticamente in campo in quanto da Milano, l'Ausonia, una delle migliori squadre del tempo, aveva tra le sue fila diversi giocatori bustocchi come, Ballarati, Brugioli, Ferrario e Guidali, si presentò con due formazioni in cui una era formata principalmente proprio dai giocatori bustocchi dell'epoca, che difendevano i colori milanesi.  Ma già dal 1906, ci sono i primi incontri anche con l'allora Legnano Football Club (ai tempi in pantaloncini neri e maglia bianca); la prima gara avvenne su un terreno incolto verso il territorio di San Giorgio e vide subito la vittoria dell'Aurora per 2-1; un anno dopo il bis sempre a Legnano, questa volta nel campo davanti alla fabbrica di biciclette ed automobili Wolsit e sempre vittoria dell'Aurora per 3-1. Sempre dello stesso periodo risalgono gli incontri tra la Victoria di Busto ed il Legnano F.C. Per alcuni anni l'attività calcistica ebbe l'Aurora come principale protagonista, mentre le numerose squadre che nascevano a Busto Arsizio avevano poca durata, tranne come si è detto la Victoria F.C. Il 18 Luglio 1909, venne presentato il vessillo sociale dell'Aurora.
Dal 1910 al 1915 l'Aurora partecipa a diversi campionati prima di terza categoria poi di Promozione sfiorando in un paio di volte l'accesso all'Olimpo del campionato nazionale.
NASCE LA PRO PATRIA
Poi arrivò la "Grande Guerra", l'appassionante gioco del "Foot-ball" per anni passò in secondo piano, sovrastato dal dramma della guerra che aveva coinvolto la nazione, con tutte le sue conseguenze economico-sociali; tantissimi di quei ragazzi che inseguivano un pallone di cuoio mal cucito, con il budello che spesso fuoriusciva o scoppiava, tenuto insieme con la pece, furono spediti a difendere i confini della giovane unità italiana; molti purtroppo troveranno la morte sul Montello, in riva al Piave o sul Carso, altri tornarono orrendamente mutilati. Con la fine delle ostilità, l'ex capitano dell'Aurora, Piero Guidali, che era tornato dalla guerra mutilato ed il presidente della Victoria F.C., Remigio Bossi, reduce anch'esso dal conflitto furono i promotori dei primi incontri, per far fronte alle crisi economica, che aveva messo in forse l'esistenza della già titolata Aurora, alla mancanza di giocatori validi, tra cui i due pilastri i fratelli Tre Re, tornati dal conflitto in condizioni che non permettevano loro più di giocare. Lo scopo era quello di cercare di riunire tutti i dirigenti ed i giocatori delle diverse società calcistiche di Busto Arsizio, che erano reduci dalla 1a Guerra Mondiale, con lo scopo di riunire in un unica società i differenti sodalizi. Il 26 Febbraio 1919, presso il Caffè Brugioli venne convocata così un'assemblea e Guidali pronunciò pressappoco questo discorso: "Nonostante fossimo tutti ragazzi di valore e coraggio, già prima della guerra, sparsi in tante, troppe formazioni o società, non fummo in grado di costituire una grande squadra, che potesse rappresentare con onore il nome di Remigio Bossi, uno dei padri fondatori della Pro Patria Busto. Adesso che siamo reduci dalla guerra, il cercare di rimettere in piedi preesistenti società sarebbe un'autentica follia. Perciò, visto che si deve ricominciare daccapo, io dico di unirci tutti quanti in una sola grande società, capace di difendere degnamente il nome e il prestigio di Busto Arsizio".
Prevalse la voglia di unirsi, dando il nome alla nuova società di "Unione degli Sport Bustesi, Pro Patria et Libertate 1881 sez. calcio", che metteva insieme le diverse componenti, ma riconosceva il primato della Società madre, la presidenza della neonata società calcistica venne affidata al noto industriale tessile bustocco il Cav. Carlo Marcora. La maglia scelta fu quella a strisce biancoblù, seguendo la gloriosa storia che era incominciata nel 1881, con la ginnastica, proseguita poi nel foot-ball con l'Aurora ed il calcio a Busto Arsizio si chiamerà solo e sempre Pro Patria, per i più affezionati solo "la Pro".
INIZIA IL CAMMINO
La neonata “Pro Patria et Libertate sez. calcio” disputa la sua prima partita in amichevole, contro l’altra squadra cittadina l’Alba, Domenica 18 Gennaio 1919, sul terreno di gioco posto in via XX Settembre, che verrà poi inaugurato ufficialmente ad Ottobre.
Nello stesso periodo infatti a Busto è presente ed attiva un’altra squadra denominata Alba, che non aveva aderito al progetto iniziale dell’unione delle squadre calcistiche bustocche sotto il nome Pro Patria e per alcuni stagioni parteciperà a tornei vari ed amichevoli; nelle sue fila ci sono diversi giocatori come Maino I°, Fizzotti, Clivio ed i fratelli Tosi che nel tempo poi confluiranno nella Pro Patria.
La nuova società, con il nome Pro Patria, viene costituita ufficialmente il 26 Febbraio 1919; a fine Marzo l'attività agonistica della Pro, inizia con la disputa di tornei ed incontri amichevoli avvalendosi come base dei giocatori dell'Aurora, tornati dopo la guerra: Fasoli, Colombo, Bottigelli, Ottolini II°, Gramegna, Crespi, Tosi, Venegoni, integrati dai nuovi Porta, Bevilacqua, Cardani, Bossi e dal ventenne esordiente Attilio Marcora (Càramela). A Settembre viene inoltrata domanda di ammissione al campionato di 1a categoria (la massima categoria nazionale), sulla base dell’ottimo comportamento dell'Aurora (confluita nella Pro Patria) nel campionato 1914-15, quando terminò in testa al girone e non fu ammessa alle finali per la posizione irregolare di Giamberini. La domanda in un primo tempo viene accettata poi improvvisamente il Comitato Regionale, sotto la pressione delle altre squadre come Varese, Como, Trevigliese, Ausonia Pro Gorla, Atalanta, Bergamasca, Monza, che non avevano ottenuto il via libera per la mancanza di un terreno di gioco regolamentare e del Chiasso escluso per motivi di confine, cambiò la decisione, così i biancoblù bustocchi furono costretti a disputare uno spareggio a Legnano il 5 Ottobre 1919 contro l'Enotria; furono sconfitti per 2-0 con conseguente eliminazione dalla massima serie nazionale ed è questa la prima vera partita ufficiale della squadra di Busto Arsizio con la denominazione Pro Patria, che schierava la seguente formazione: Fasoli, Bottigelli, Gramegna, Perego, Bevilacqua, Fizzotti, Marcora, De Francesco, Valentini, Bossi, Cardani. 
IL NUOVO STADIO
Nel frattempo furono terminate le nuove strutture sportive ed il 19 dello stesso mese, prima dell’inizio del campionato s'inaugurava il nuovo campo sportivo in via Valle Olona (110 x 60) dalla capienza di 10.000 persone; il cap. Piero Guidali e fondatore della Pro, seguì e diresse con passione i lavori, l’ing. Wlassich fu l’ideatore del progetto, dotandolo anche di pista di atletica, (sarà poi il teatro delle gare e dei record mondiali e nazionali di Carlo Speroni e Maria Piantanida) e l’archittetto Giambini a dare armonia al tutto con le tribune in legno in stile liberty. L’inaugurazione avvenne con un lungo corteo che partì dal centro di Busto, con le maggiori autorità cittadine; ci fu un incontro disputato in due tempi di 30 min. tra la Pro Patria e la Squadra Militare del 2° Art. la Costa della Spezia, terminato 2-2, arbitrato da Piero Guidali uno dei fondatori della squadra biancoblù. Rimarrà il terreno ufficiale della Pro fino al Luglio del 1927.
Questa la genesi della gloriosa Pra Patria che nella sua storia vanta ben 12 stagioni di militanza in Serie A, tra gli anni '30 e gli anni '50, gli anni più gloriosi. Poi dovrà fare i conti con tutta una serie di problemi economici: gli anni 60 e 70 la vedono galleggiare in serie C e alla fine degli anni '80 scendere di diverse categorie, fino a militare in quelle dilettantistiche. Ritorna a calcare i campi del mondo professionistico a metà degli anni '90, dopo che la Gallaratese, promossa in serie C2, decise di fondersi proprio con la società di Busto Arsizio, dando vita alla Pro Patria G.B., ovvero Pro Patria Gallaratese Busto.
da http://www.storiedicalcio.altervista.org/pro_patria.html
UNA CURIOSITA'
Quarantaquattro i voti che mancarono alla Pro Patria per raggiungere il Genoa nel sondaggio del Guerino per eleggere la “più bella maglia della nostra vita”. Era giusto l’inizio del nuovo millennio ed il popolare settimanale Guerin Sportivo pensò di lanciare un concorso tra il pubblico calcistico per trovare la più bella maglia del secolo; il risultato in termini di adesione fu veramente spettacolare.. Nella top 20 troviamo squadre come Barcellona (con la maglia del centenario 1999), la nazionale Italiana (edizione anno 2000), Milan del 1977, l’Inter del 1971 e la Juventus del 1987.
Ma i gradini più alti furono occupati da squadre gloriose, storiche e soprattutto capaci di generare passione calcistica: Genoa e Pro Patria.

Fu un avvenimento unico, tanto che Luca Bottura sul Guerino scrisse: “Ma la conclusione è una: la nostalgia ci guida. Non si spiegherebbe altrimenti il secondo posto di una casacca ormai clandestina, eppure fascinosissima, come quella della Pro Patria".
La nostalgia, diceva Bottura, e viene in mente ciò che disse Carosio in una telecronaca. “Celtic con la maglia a strisce orizzontali, stile Pro Patria”… La maglia del Celtic è arrivata nona in classifica :)

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