Magazine Rugby
- La attesa vittoria casalinga per 12-6 della Benetton sugli Ospreys campioni in carica, è una sorpresa solo per quegli anglosassoni - Planetrugby incluso, strano, un tempo era attento ai casi nostri - ancorati al cliché delle "phisical sides" italiche.
Invece nel rugby non comanda solo la tradizione; intendiamoci, pesa moltissimo, ma anche lì chi si ferma e siede sugli allori, è perduto. Gli Ospreys visti a Monigo non sono (più) la squadra campione 2011/12, salutati Tommy Bowe e Shane Williams ma anche i Paul James, Will Taylor, Huw Bennett giù in sala macchine, e Sonny Parker stesso. Resta un gruppo di baldi giovanotti riuniti sotto la bandiera Alu-Wyn Jones; tutti in gamba per carità - Ashley Beck è senz'altro un pericolo pubblico e forse Hanno Dirksen lo diventerà, ma per ora lo spessore è minimo per dei campioni in carica, soprattutto davanti. Pilotati dagli onesti ma non eccelsi lavoratori dell'ovale Fussell, Biggar (ci sarà un motivo se in Nazionale non c'è praticamente mai stato) e Fotuali'i e/o Rhys Webb, spicca e si danna l'anziano Jonathan Thomas.
Treviso invece ha pazientemente accumulato esperienza nelle due stagioni Celtiche trascorse, consolidando prima la fortezza casalinga, poi provando nella scorsa i blitz esterni; non ha subìto esodi, edificando quello che i giornalai sportivi chiamano "un progetto" e finalmente ha completato il quadro con innesti, attuali e futuri, vòlti a fornire depth alla compagine. Siccome tutto è relativo, quando una cala e l'altra cresce, fatalmente càpita che ci sia il sorpasso.
Non s'è trattato di una gran partita da memoriale: Treviso ha portato a casa la sghirba primariamente grazie alla imprecisione di Dan Biggar dalla piazzola (due su cinque) e alla dabbenaggine di uno dei ggiovani, il flanker Ian Evans che commette due falli a cartellino, il secondo dei quali troppo spettacolare per consentire all'arbitro di chiudere un occhio. Treviso aveva impostato la gara sulla conquista terroriale e la difesa attenta, distante dalla propria area dei 22, ed è andata inzialmente bene; una volta in superiorità numerica, la squadra di casa non ha faticato a trovare il bandolo della matassa: non ce l'ha proprio mai avuto e ha ceduto del tutto l'iniziativa al possesso palla non troppo preciso degli ospiti. Tra l'altro Benetton è rimasta in superiorità solo per circa metà del tempo a disposizione, subendo due cartellini gialli e undici punizioni. Indisciplina che stava per costare cara, figlia della completa perdita della iniziativa. La differenza l'ha fatta quindi tutta il piccolo Kris Burton col suo quattro su cinque, anche se il migliore in campo è giustamente un "difensore", il nuovo Simone Favaro tornato a casa. Tant'è, alla fine è andata, pure col brivido dell'assalto dei campioni Pro12 in carica alla trincea finale e il pubblico orrificato costretto a sostenere i beniamini in crisi - Leoni, Leoni!
Trattasi di ugly win ma attenzione, è un gran bel segnale: non hai mollato davanti ai marpioni come un tempo, sei riuscito a portare in rada una barca inspiegabilmente inclinatasi di 30 gradi a babordo. E' dopo imprese del genere che puoi dire con aria determinata, mentre rimuovi il fango dai calzari e ti strofini le mani soddisfatto immerso nel ghiaccio, well who's next? C'è ovviamente ancora tanto da lavorare e ci mancherebbe, siamo al 31 agosto; ma con quattro punti in saccoccia sarebbe un errore spaventarsi, squassando piani e mettendo alla gogna giocatori per quel che s'è visto in campo. Avanti con juicio: la casa è solida, si vedrà presto se sono attrezzati anche per far qualche danno in trasferta. Noi dubbi ne abbiam pochi, pur nel realismo e senza derive del tipo "quest'anno ai playoff".
- Far male o farsi male in trasferta: ieri è stato l'esordio delle Zebre in quel di Newport, Galles, atteso con curiosità e anche qualche barlume di speranza. E' finita 37-6, quattro mete subìte in un tempo, con doppietta per un altro Evans non parente dell'espulso a Treviso, l'estremo 23enne Daniel ex panchinaro a Llanelli, ultime mete marcate nel 2009/10. A segno praticamente tutta la linea arretrata dei Dragons - ma non era la terza linea il punto pericoloso? In meta anche l'altra ala Will Harries, 24 anni, nessuna meta la scorsa stagione e il centro Andy Tuilagi, 25enne "anello debole" (una meta a stagione in media) della famosa schiatta samoana. Lo junior Tom Prydie all'ala è responsabile di piazzare e se la cava trasformando tutte le mete e piazzando due punizioni, l'apertura 21enne Steffon Jones centra un drop.
All'intervallo, passivo 34-6, succede qualcosa: vuoi l'appagamento dei padroni di casa col bonus preso, vuoi i cambi dettati da Gajan - Chiesa per capitan Garcia, Leibson per Ryan in prima linea, seguiti poi al 50' da altri tra cui l'estremo Sinoti (due le mete della sua controparte), il parziale del secondo tempo resta 3-3.Val la pena di analizzare, uomini e/o cambi di gioco? Non direi, consideriamolo solo un viatico per il vero esordio, la prima in casa.
Certo che la storia a volte è proprio beffarda: due anni fa fu un similissimo 35-7 a Newport tra Dragons e Aironi, mentre un anno dopo i viadanesi sfiorarono la vittoria. Anche il primo evento conferma quanto detto e ridetto nell'estate: la seconda franchigia italiana post "cura federale" torna al punto di partenza, due anni di esperienze fatte inutili, un bimbo magari non perfettissimo ma vivo e vegeto con tanto di seguito e partecipazione, buttato via assieme all'acqua sporca. A proposito di partecipazione, chissà quante società di viaggi hanno assunto nuovo personale a Parma, per gestire i flussi di sostenitori in giro per la Keltia? E quanti illustri candidati parmigiani alla presidenza Zebre saran stati con la squadra a Newport? Mica per tifare beninteso, solo per verificare "la crescita degli atleti per la Nazionale". A me hanno insegnato da piccolo che sport è dar sempre il massimo per vincere e imparare a perdere, ma forse si sbagliavano.
Aldilà dell'amara ironia, tanti auguri di cuore e buona fortuna alle Zebre, che tra peccati originali e tare genetiche da parte di padre federale, ne han tanto bisogno.
- Nel resto della prima giornata di Pro12, venerdì Ulster ha piegato i Warriors della dirimpettaia Glasgow per 18-10, con due mete a una, una per tempo, tenendo a distanza ma non troppo gli scozzesi anche per via di alcuni errori dalla piazzola del neo arrivato d Connacht Niall O' Connor, subito in campo per l'infortunio di Paddy Jackson quest'anno flyhalf designato dopo la partenza di Ian Humpreys. L'ex Aironi Nick Williams è nr.8 titolare, a provare a far dimenticare Wannenburg, mentre in mediana c'è Michael Heaney a tener caldo il posto di Pienaar. Tra gli scozzesi senza più il biondo Richie Gray, Duncan Weir è preferito a Ruaridh Jackson titolare all'apertura.
Update più tardi per il match clou tra Scarlets e Leinster, per Connacht-Blues e Edinburgh - Munster. Giusto per vedere chi c'è e chi ci fa, almeno inizialmente, dopo una estate poco brillante per tutte, eccezion fatta per i Gunners e forse anche parzialmente per Llanelli e Munster. Qualcuno dice anche per Connacht. Vedremo.
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