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Problemi in Grecia, e crolla la borsa italiana più di tutte le altre. Perchè?

Creato il 05 maggio 2015 da Tafanus

Problemi in Grecia, e crolla la borsa italiana più di tutte le altre. Perchè?

Qualcuno aiuti un ex ragazzo di campagna (il sottoscritto) a capire... Leggete l'articolo di Repubblica/Economia cliccando sul titolo in alto, e poi proviamo a capire...

-a) Era così difficile, per il Bischero di Frignano, prima di straparlare di "tesoretti" che puntualmente vengono fuori prima delle elezioni, immaginare che il costo degli interessi sul debito pubblico, così come è sceso grazie a fattori esterni (calo dell'euro sul dollaro, calo del petrolio, calo dello spread grazie a QE di Draghi), altrettanto rapidamente poteva invertire la marcia? In effetti gli interessi sui btp decennali sono ritornati di botto ai livelli pre "Quantitative Easing". Mesi per scendere di qualche decimale, un giorno per risalire al livello pre QE...

-b) Va bene... La Grecia... di nuovo la Grecia... Ma c'è una ragione che Renzi riesca a spiegarci, per il fatto che oggi tutte le borse sono andate a picco, ma alcune (Grecia e subito dopo Italia) sono andate a picco più di altre?

-c) A questo si aggiunga la voragine che si è aperta - GIUSTAMENTE - per la ineccepibile sentenza della Corte Costituzionale sulla ingiustificabile manovra di blocco della rivalutazione monetaria delle pensioni per dal 2011... Si è parlato di 5 miliardi per 2012 e 2013, ma vogliamo parlare del 2014, 2015 e di tutti gli anni avvenire?

Questo l'articolo di Giuliano Balestrieri su Repubblica/Economia

MILANO - La volatilità sui mercati del Vecchio continente resta alta, con un'impennata degli spread legata ai nuovi timori sulla Grecia: secondo i protagonisti delle trattative nel Brussel Group sarà difficile arrivare a un accordo nell'Ecofin dell'11 maggio e l'indomani Atene deve rimborsare 760 milioni al Fmi.
E così, mentre Wall Street resta non lontana dagli ultimi record, i listini europei ripiegano dopo il lieve rimbalzo della vigilia. A Milano, Piazza Affari amplia il ribasso per chiudere a -2,76%, trascinata in rosso dai mancati passi avanti nella trattativa ellenica. Peggiorano anche le altre Piazze europee: Francoforte lima l'1,9%, Parigi l'1,6%, e solo Londra riesce a tenere a -0,2%. Atene, invece, chiude in rosso del 3,85%. Debole Wall Street: mentre chiudono i mercati europei, il Dow Jones cede lo 0,4% come l'S&P 500, il Nasdaq l'1%. Sensibile l'ampliamento dello spread: il differenziale di rendimento tra Btp e Bund veleggia a 130 punti base, con i decennali italiani che volano all'1,82% di rendimento: si tratta dei livelli di metà gennaio, quando ancora non era iniziato il Quantitative easing della Bce. Sale anche il rendimento dei Bonos spagnoli, con lo spread relativo a quota 127 punti, e si conferma quindi il momento di inversione di rotta già visto ad aprile.
Prima delle notizie negative provenienti dai tavoli di trattativa Grecia-Ue, l'attenzione dei mercati era rivolta verso Bruxelles, da dove la Commissione europea ha comunicato le previsioni economiche primaverili: l'Italia ha passato l'esame, ma l'Eurozona cresce a un ritmo più sostenuto. Eurostat intanto ha poi pubblicato i dati sui prezzi alla produzione, che nell'area della moneta unica sono cresciuti dello 0,2% su base mensile e sono scesi del 2,3% su base annua. Sempre più attive, in questa fase, le Banche centrali. Questa mattina la Banca centrale australiana ha tagliato i tassi di interesse dello 0,25% portandoli al 2%, nuovo minimo storico per il Paese. Una mossa - spiega il governatore Glenn Stevens - dettata dalle prospettive dell'inflazione che "forniscono l'opportunuità di allentare la politica monetaria così da rafforzare i recenti segnali incoraggianti nel settore immobiliare". Di certo a nessun Paese, in questo momento, fa gioco una valuta troppo forte. 
In Spagna, intanto, si è registrato un calo record dei disoccupati ad aprile: il paese iberico conferma l'attuale forza della congiuntura con la discesa di 118.923 unità di disoccupati. Si tratta del miglior mese di aprile di sempre, ossia dall'inizio delle serie storiche nel 1996. Negli ultimi 12 mesi, la disoccupazione registrata è diminuita da 351.285 persone, il più grande declino annuale del tasso di disoccupazione di serie storiche, con tasso di riduzione annua che si attesta al 7,5%. Con questo declino, il numero totale di disoccupati in Spagna risulta pari a 4.333.016 persone, 89.343 disoccupati registrati in meno rispetto al dicembre 2011. Ad aprile sono stati firmati 1.440.381 nuovi contratti di lavoro, in aumento dell'11,1% rispetto a aprile 2014. Secondo l'Ine, l'Istituto nazionale di statistica, il tasso di disoccupazione è però lievemente risalito nel primo trimestre dell'anno al 23,78%.
Cresce ora l'attesa per il rapporto sull'occupazione Usa di aprile che verrà diffuso venerdì: potrebbe condizionare la decisione della Federal Reserve proprio sul rialzo dei tassi. Su questo tema ieri è tornato Charles Evans, presidente della Fed di Chicago, secondo cui una stretta prematura è da evitare. John Williams, presidente della Fed di San Francisco, invece si è detto ottimista sull'andamento dell'economia Usa e ha spiegato che "stiamo finalmente arrivando alla luce alla fine del proverbiale tunnel". Il deficit commerciale americano, nel frattempo, è risultato sopra le attese a 51,3 miliardi di dollari a marzo: è ai massimi dal 2008.
Tra singoli titoli di Piazza Affari, si guarda a Telecom Italia: ha siglato un accordo con Fastweb per lo sviluppo della banda larga. Bene intonata Fca all'indomani dei dati sulle immatricolazioni in Italia e Francia. Acquisti anche su Prysmian, che in vista dei conti programmati per il 7 maggio incassa la promozione degli analisti di Citgroup da 'neutral' a 'buy'. L'euro chiude recuperando terreno in area 1,12 dollari: il deficit commerciale Usa al top dal 2008 lascia prevedere una revisione al ribasso del Pil americano. Nei confronti dello yen l'euro è in area 134, ma oggi la Borsa di Tokyo è rimasta chiusa per festività.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio accelera oltre la soglia dei 60 dollari al barile, infranta per la prima volta dallo scorso 15 dicembre. La consegna giugno del Wti è indicata in rialzo di circa 3 punti percentuali, alla chiusura dei mercati europei. A sostenere i corsi sono le attese 'ribassiste' sull'andamento degli stock strategici statunitensi. Anche le quotazioni dell'oro recuperano terreno: il metallo prezioso tratta poco sotto 1.200 dollari l'oncia, in rialzo dello 0,8% alla chiusura dei mercati Ue.

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