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Processi più celeri e carceri più umane: "ce lo chiede l'Europa"

Creato il 01 ottobre 2012 da Gaetano61
Spesso abbiamo ascoltato, per farci digerire la pillola amara di un qualche provvedimento (nell'ultimo anno: l'estensione dell'Imu alla casa di abitazione, l'aumento dell'età pensionabile, la riforma dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori), questa frase chiave: "Ce lo chiede l'Europa" (sull'argomento e con il titolo “È l'Europa che ce lo chiede!” Falso!", è uscito recentemente, da Laterza, un libro dello storico e filologo Luciano Canfora). Queste parole ottengono l'effetto magico di deresponsabilizzare chi propone una data misura legislativa, per trasferirne il peso su di un'entità - l'Europa - per il momento (si spera che la cosa non duri in eterno) ancora astratta, distante e sulla cui volontà non si può, non si deve, interferire. Perfetto, non si potrebbe ottenere un effetto migliore! Ma, tra le cose che "ci chiede l'Europa" in senso lato - in questo caso il Consiglio d'Europa - ce n'è anche una che riguarda il rispetto della  Convenzione europea dei diritti dell'uomosecondo i dati resi noti, l'Italia è, tra i 47 Paesi membri del Consiglio, al secondo posto della classifica (preceduta solo dalla Turchia) per il numero di condanne per violazione della Convenzione. Tra i motivi che hanno visto l'Italia condannata, vi sono l'irragionevole durata dei processi e la disumanità delle condizioni di vita dei detenuti nelle carceri (qui, l'articolo di Sara Ficocelli dal sito de la Repubblica). Il richiamo del Consiglio d'Europa troverà orecchie altrettanto attente come quelle dirette ai moniti degli organi dell'Unione Europea

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