Si terrà il 15 febbraio un nuovo processo contro Mohamed Morsi, l’ex presidente egiziano sostenuto dai Fratelli Musulmani: l’imputazione sarà di spionaggio per il presunto passaggio di “documenti classificati” al Qatar in cambio “di un milione di dollari”, come recita il capo d’accusa.
Saranno inoltre processati come complici dell’ex capo di Stato l’allora coordinatore del suo ufficio, Ahmed Abdel Atti, l’ex segretario presidenziale Amin el-Serafi e Mohamed Helal, identificato come giornalista di al-Jazeera, che avrebbe agito da intermediario con il Qatar, dove la rete televisiva ha sede.
Morsi, che già è sottoposto ad altri tre procedimenti – uno dei quali sempre per spionaggio – se condannato rischia la pena di morte.
Proprio ieri, una sentenza capitale è stata inoltre emessa contro 183 componenti dei Fratelli musulmani per l’uccisione di almeno 15 agenti di polizia nel villaggio di Kerdassah, nei pressi del Cairo, nell’agosto 2013, dopo la destituzione di Morsi.
Inoltre altri 34 sostenitori dell’ex capo di Stato sono stati condannati a morte in contumacia.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)