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Processo Mills e «Giornata della memoria» dei servitori dello Stato uccisi da terrorismo e mafia

Creato il 09 maggio 2011 da Iljester
09 maggio 2011 | Giustizia, Politica | Permalink Vi è un chiaro tentativo di strumentalizzare la «Giornata della Memoria» in onore dei servitori dello Stato uccisi dal terrorismo e dalla mafia, contro il Cavaliere, per via dei suoi attacchi alla magistratura e il caso Lassini.

Processo Mills e «Giornata della memoria» dei servitori dello Stato uccisi da terrorismo e mafiaChi segue Berlusconi con attenzione e dà alle sue parole la giusta interpretazione, capisce perfettamente che la sua non è una crociata contro l’ordine della magistratura. Nessuno – me compreso – lo seguirebbe mai su questa strada, semplicemente perché l’ordine giudiziario rappresenta effettivamente un punto di garanzia nella nostra democrazia.
Chi lo segue con attenzione comprende piuttosto che la sua è un’aspra critica nei confronti di una parte della magistratura che non ha nulla a che fare con Borsellino e Falcone, con Ambrosoli, Alessandrini e Galli, e gli altri eroi caduti per attentati mafiosi-terroristici, e che secondo il Premier «usa il diritto per fini politici».
Massimo rispetto dunque per quei magistrati e per quegli avvocati od operatori del diritto e della forza pubblica che lavorano sodo o che hanno dato la loro vita perché la giustizia prevalga e perché l’intera collettività viva in un paese sicuro e legale. Ma questo non significa che singoli magistrati possano poi essere esenti da critiche e non debba essere stigmatizzato il loro comportamento in alcuni casi assai dubbio. Né significa non poter valutare politicamente riforme che garantiscano un maggiore equilibrio della magistratura e arginino le troppo spesso invasioni di campo nella politica.
I magistrati e la magistratura non sono un potere intoccabile. In una democrazia tutto (tutto!) può essere messo in discussione e criticato. Non esistono dogmi che impediscano che le leggi – così come le norme costituzionali – non possano essere modificate e/o adeguate ai tempi, secondo la volontà del corpo elettorale. Solo nelle dittature esistono i princìpi etici che regolano la vita dello Stato. E solo nelle dittature esistono poteri o uomini che non possono essere criticati per quello che fanno e/o per come agiscono, pena il carcere o la morte civile, e alcuni casi fisica.
Perciò, se guardiamo quanto accade oggi nella nostra giovane Repubblica, dobbiamo semplicemente registrare che Berlusconi – nel bene e nel male – è figlio dei princìpi democratici più radicali. Egli con le sue parole e azioni ha rotto la cappa di regime che ha governato il nostro paese negli ultimi sessant’anni e ha rimesso in discussione equilibri politico-giudiziari che stavano incancrenendosi in un farraginoso regime di casta, politicamente a senso unico. Ha impedito che la nostra democrazia – spesso così fragile e inquinata dal comunismo strisciante culturale e politico – divenisse una democrazia sotto tutela giudiziaria monocolore, dove la classe politica (per carità altrettanto criticabile e stigmatizzabile quanto e più quella della magistratura, ma con la differenza che la prima è frutto delle nostre scelte in quanto elettori) viene selezionata non attraverso una consultazione elettorale, ma in base ai gusti, agli interessi e alle strategie politiche di una minore parte «politicizzata» di giudici e PM.
Del resto, con tutti i processi che ha subìto Berlusconi, quanti effettivamente sono andati a buon fine in termini di condanna? Nessuno. Almeno per ora. Tra archiviazioni, assoluzioni e qualche prescrizione, Berlusconi è ancora incensurato. Questo deve pur significare qualcosa, e non mi si tiri in ballo le cosiddette leggi ad personam o il cosiddetto potere mediatico del Cavaliere, perché… davvero, ci vuole coraggio. Molte di queste leggi (che personalmente non ritengo ad personam) sono state o cassate dalla Corte Costituzionale (per esempio i vari lodi, il legittimo sospetto, l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione, e in ultimo il legittimo impedimento), oppure non hanno sortito l’effetto desiderato: Berlusconi è ancora sotto processo, e il processo Mills lo comprova in pieno nonostante la intrinseca debolezza delle accuse e l’idea giuridicamente aberrante dell’atto corruttivo susseguente. Si potrebbe persino dire che è l’unico uomo politico al mondo sotto perenne tutela giudiziaria per una svariata tipologia di reati; tutela che coincide temporalmente con la sua discesa in politica. E per quanto riguarda il potere mediatico, questo è ben arginato dallo strapotere politico e sindacale della sinistra, che governa centinaia di amministrazioni pubbliche locali e dai potenti poli informativi a lei alleati, e mi riferisco al gruppo Repubblica-Espresso di proprietà di De Benedetti e a quello di Sky. Senza contare l’esercito di giornalisti che più o meno lavorano nelle redazioni di Rai, Tv private e quotidiani non di partito. Ai quali è peraltro da aggiungere il web, dove i siti e i blog anti-Cavaliere sono la stragrande maggioranza.
Insomma, tornando all’oggetto di questo post, onore agli eroi della magistratura vivi e defunti e a coloro – non magistrati, operatori del diritto e delle forze dell’ordine – che hanno dato la loro vita per la giustizia, ma non strumentalizziamoli per fare attivismo politico contro Berlusconi, poiché è proprio questa strumentalizzazione che dimostra ancora una volta che egli ha più di una ragione dalla sua parte!

Fonti: Il Giornale | Il Corriere

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Autore: Il Jester » Articoli 1379 | Commenti: 2235

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Tags: alessandrini, ambrosoli, berlusconi, borsellino, Br, Brigate Rosse, falcone, galli, giornata della memoria, magistrati uccisi dal terrorismo, mills, processo mills, tribunale di milano, vittime mafia, vittime terrorismo
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