Di Mario Marrandino. La sentenza d’assoluzione nel processo Ruby dà in qualche modo ragione alla serpentina teoria attribuita o propria di Silvio Berlusconi: sedersi al tavolo delle riforme con il governo Renzi ha dei vantaggi dal punto di vista giudiziario. Impossibile verificare quanto ci sia di vero in tutto questo ma è chiaro che il ribaltamento in appello di quanto deciso in primo grado qualche dubbio potrebbe farlo venire.
In verità dei segnali che le cose potessero andare in questa direzione c’erano già: perfino il Fatto Quotidiano aveva sottolineato come sette anni (sei per la concussione, uno per la prostituzione minorile) fossero troppi, e come non si potesse provare la concussione per costrizione, addirittura come questa fosse stata decisa per evitare che la Questura di Milano venisse tirata in ballo. Quel che adesso è più importante capire, però, è quali possono essere le conseguenze politiche di questa sentenza. Insomma: adesso che cosa succede?
Probabilmente Berlusconi deciderà di andare avanti per la sua strada e di proseguire nella trattativa per la riforma del Senato e della legge elettorale Italicum. I ribelli di Forza Italia, infatti, si sono più volte detti convinti che una sentenza di condanna avrebbe restituito loro un Berlusconi più battagliero, pronto a far saltare il tavolo e a riportare il partito sulle barricate.
Un Berlusconi condannato anche in appello per i due gravi reati che gli venivano contestati avrebbe fatto salire ulteriormente lo scontro tra il governo e la minoranza Pd; ma un Berlusconi assolto permette che le cose si mettano meglio anche per Matteo Renzi. Questa sentenza di assoluzione impedisce invece di insistere sul tasto della “non opportunità politica” di collaborare con un condannato in secondo grado per reati tanto gravi. Certo, la decisione finale spetta alla Corte di Cassazione (e Berlusconi è comunque un condannato in via definitiva), ma è chiaro che la sentenza di assoluzione di oggi rende più semplice da gestire la posizione di Matteo Renzi. E così facendo, Berlusconi si rafforza e riacquista notorietà e rilievo.
Il Patto del Nazareno, insomma, è ancora in piedi.