CREMONA – Nuova udienza del processo Tamoil ieri, con l’intervento dell’avvocato Pietro Gennari che rappresenta alcuni soci della canottieri Bissolati, costituitisi parte civile contro i cinque dirigenti dell’ex raffineria, per i quali il pubblico ministero Fabio Saponara ha già chiesto condanne severe, sino a un massimo di 13 anni, per avvelenamento delle acque e omessa bonifica. Il pm Saponara, assente a causa dell’infortunio durante il sopralluogo presso il reparto verniciatura del gruppo Arvedi, è stato sostituito dal procuratore Di Martino. L’avvocato Gennari ha ripercorso la storia delle aree e delle acquisizioni, dall’impero romano alla famiglia Repellini, che ha poi venduto alla Bissolati e alla Camangi, dove c’era il primo deposito storico. Il legale ha aspramente criticato il perito della Tamoil, dichiarando che il taglione vicino all’argine maestro serviva solo come protezione dalle piene del Po e non poteva avere alcuna funzione di rilievo per evitare l’inquinamento da idrocarburi. Per oggi era previsto anche l’intervento del legale di Legambiente.
