Con l’introduzione da parte di Apple lo scorso 10 settembre del primo processore montato su uno Smartphone a 64 bit tutte la Major, Samsung compresa hanno accennato alla possibilità di un futura introduzione di tale feature sui loro device di punta, tuttavia questa potenza, oggi, può servire a qualcosa?
La questione si articola su più fronti, ma rimarremo sulle basi in quanto le argomentazioni sviscerano i meandri del kernel unix.
Iniziamo chiarendo quali sarebbero le possibilità di un processore a 64:
- Supporto a quantitativi di ram superiore a 3,7
- Calcoli a virgola mobile più precisi.
Ma cos’è la virgola mobile? E’, in parole spicciole, la notazione scientifica per identificare un numero che abbia più di 10 cifre, quindi calcoli molto complessi. Ne ora ne in prossimo futuro ovviamente, come potete ben vedere, i nostri device ultra tecnologici hanno/avranno la pretesa di eseguire operazioni spinte come potrebbero rivelarsi il calcolo di dati genetici ed il folding di proteine.
Se quindi in teoria i processori a 64 bit potevano dare migliorie alle prestazioni nella pratica applicarli al mondo mobile è un utopia, soprattutto se paragonata ad Android la cui frammentazione è immensa.
Rimane dunque la possibilità di gestire 4GB di ram. Ad oggi i device con maggiore quantitativo di ram raggiungono i 3GB il che rende inutile un bus così ampio se poi i 32 bit possono tranquillamente gestirli. Ciò potrebbe sembrare un problema irrisorio, d’altronde meius abbundare cum deficere. Ma così non è. Riscrivendo un kernel per adattarlo ad un processore a 64 bit tutte le applicazioni avrebbero bisogno di un layer che per quanto piccolo possa essere occupa memoria ram, cache e processore incidendo sulle prestazioni e sulla durata della batteria che su device mobile già è risicata al minimo. Se poi ci aggiungiamo una relativamente bassa potenza dei processori, facendo due calcoli ci accorgiamo che questa scelta potrebbe rivelarsi controproducente.
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