ROMA - Il governo italiano gioca l’ultima carta contro la diagnosi preimpianto per chi fa la procreazione assistita. Allo scadere previsto dei termini, il governo ha chiesto il riesame della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che boccia la legge 40.
La sentenza, che è stata emanata lo scorso 28 agosto, prevedeva tre mesi di tempo per l’eventuale presentazione del ricorso. E nell’ultimo giorno utile il governo ha fatto ricorso la decisione di ‘opporsi’ e’ stata comunicata oggi da palazzo Chigi, accendendo immediatamente le polemiche.
In una nota Palazzo Chigi ha fatto sapere di essere ricorso per “la necessità di salvaguardare l’integrità e la validità del sistema giudiziario nazionale, e non riguarda il merito delle scelte normative adottate dal Parlamento né eventuali nuovi interventi legislativi”.
La sentenza della Corte europea era stata accolta con favore da molte coppie sterili e portatrici di malattie geneticamente trasmissibili, che in questo modo vedevano tutelato il loro diritto ad avere figli sani.