Una puntata in cui si parla …degli strumenti che le donne hanno per non farsi fregare…come sagacemente, riassume la bravissima Anna Marchesini, nei panni di uno dei suoi personaggi, Merope Generosa, la sessuologa che cerca di dare delle lezioni professionali e accademiche sul sesso.
Un libro che inizia dall’antichità, dove Minosse, nel momento più bello… al posto del suo seme, eiaculava scorpioni, per colpa di una maledizione, che lo obbligava alla fedeltà, per questo per tradire Pasifae con allegria, inventa il primo preservativo, con la vescica di una pecora e ne fa uso per proteggere se stesso e la propria amante da un amplesso mortale. Ma, dopo un esordio leggero e simpatico l’attenzione viene spostata sul fatto che le donne hanno patito su scala stratosferica e per tempi così lunghi, la violenza della mancanza del diritto dei diritti. Considerare le donne come portatrici di bambini, come marsupi viventi che devono subordinare i loro interessi al bene dei propri figli, è incivile.
Quella che apparentemente sembra una battaglia vinta nel tempo, in realtà, è ancora oggetto di battaglia religiosa, la Chiesa continua ad aggredire l’argomento colpevolizzando la pillola e il suo uso, considerando tutto quello che impedisce la procreazione come “cattivo” e influenzando l’opinione pubblica nel modo subdolo e tortuoso. Lucianina Littizzetto sull’argomento ha giustamente affermato: ” Eminence, che voi non siate d’accordo sull’uso del preservativo lo si sapeva, ma, dire che non serve contro l’Aids è una cavolata, una fregnaccia, allora a cosa serve? A fare i gavettoni a quelli del piano di sopra? A insaccare i salami? A cosa, a cosaaa?”
Nonostante il potere potenzialmente liberatorio della pillola anticoncezionale, il suo utilizzo è piuttosto limitato in questo paese. Le donne hanno alle spalle lunghe e tormenate battaglie per la consapevolezza dei propri diritti. Sono passati cinquant’anni della pillola, quaranta dalla “rivoluzione sessuale” e i trenta da quando è stata introdotta la legge 194 sull’aborto, ma pare che il cammino sia ancora lungo a giudicare dalle statistiche che denunciano che la violenza contro le donne è ancora, la prima causa di morte in tutta Europa. La condizione femminile nel nostro Paese si è evoluta ma le donne sono ancora costrette a inseguire pari opportunità, a scegliere tra carriera e famiglia.
Le donne hanno diritto al rispetto degli uomini, a una vita sessuale serena e appagante, ad una contraccezione libera con possibilità di leggi che la tutelino, e non ultima ad una corretta informazione che dovrebbe iniziare dalla scuola. Ma fintantochè la Chiesa remerà contro, non si avrà un’informazione equilibrata, resterà ancora una delle questioni irrisolte, e continueremo ad avere vittime.
Le donne si sono emancipate nel lavoro ma guadagnano meno rispetto agli uomini. Sono libere di scegliere della propria salute ma diminuisce la possibilità di vivere serenamente nella società, come i recenti casi di cronaca hanno portato alla ribalta. Una terribile ferita fatta di violenze e di stupri, con conseguenze a lungo termine, che vanno dalle gravidanze indesiderate, alle malattie sessualmente trasmissibili, fino all’impossibilità di abbandonarsi tra le braccia del proprio partner. Vivono più liberamente la propria sessualità ma utilizzano poco la contraccezione ormonale. E continuano ancora a essere costrette a inseguire pari opportunità, a scegliere tra carriera e famiglia. Ritengo che tutti questi problemi meritino di essere rimessi sul tavolo della discussione, possibilmente chiamando ad affrontarli persone prive di pregiudizi.