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Prodi: la gente mi ferma e mi chiede di tornare… Noi no. Per niente!

Creato il 02 marzo 2011 da Iljester

Prodi: la gente mi ferma e mi chiede di tornare… Noi no. Per niente!Sarei proprio curioso di capire chi sono coloro ai quali manca Romano Prodi. Cioè, ti manca uno che ha fatto grandi cose, che ha riformato l’Italia, che l’ha resa grande, che l’ha svecchiata… Insomma, chi si è fatto garante del progresso sociale e politico del paese, e non chi è passato attraverso le stanze di Palazzo Chigi un po’ come l’acqua passa attraverso un tessuto poroso. E cioè, non lasciando traccia di sé, se non per la notorietà del nome e per avere «battuto» due volte Berlusconi alle urne, salvo poi affondare con il barcone qualche mesetto dopo.
Ecco! Per me il Professore bolognese, in questa Italia di fine millennio, è stato più una nuvola passeggera, che una pietra miliare della politica della seconda repubblica. Proprio lui, poi, formatosi politicamente all’ombra dei big della prima, come Andreotti, Moro, Fanfani, De Mita e Cossiga. Politici che oggi, davanti alla desolazione che fiorisce nel nostro Parlamento, sembrano davvero dei giganti. Epperò non così il Professore, il quale – a mia sensazione – non hai mai davvero conquistato i cuori della gente, se non di chi – antiberlusconiano per fede – lo riteneva (solo) il giusto antidoto al Cavaliere.
E per un po’ Romano è sembrato esserlo, quando usciva vittorioso dalle elezioni nazionali del 1996 e del 2006. Quando, sostenuto dall’armata brancaleone del centrosinistra, dove ci stava tutto e il contrario di tutto (dagli ex democristiani fino ai nostalgici del comunismo), prevaleva sulla più coerente alleanza di centrodestra, e si preparava a governare. Peccato (per lui) che chi lo sosteneva non era poi così convinto delle sue doti e delle sue capacità, tanto che due anni dopo la prima vittoria (quella del 1996), fu gentilmente messo da parte in favore di D’Alema, e appena dopo due anni la seconda vittoria (quella del 2006), fu costretto a dimettersi e ad aprire la crisi che avrebbe portato Berlusconi al Governo del paese.
Un Romano sfortunato, non troppo valorizzato dai suoi amici. E alla fine, lui deluso, lascia la politica e si ritira nella sua Bologna a fare il nonno. Un mestiere che secondo me è indubbiamente più difficile e più importante che combattere ogni giorno contro gli avversari politici, soprattutto quelli che tramano dentro la propria area di appartenenza.
Il che non significa affatto che Romano Prodi ci manca. Almeno a noi – che siamo di area centrodestra – non manca proprio. Non ci mancano le sue pause mentre parla, non ci mancano le sue politiche che hanno rovinato l’Italia, non ci mancano le sue alleanze e il suo scarso appeal politico. Non ci manca insomma il personaggio, che lasciamo volentieri ai nipoti e alla famiglia, dove probabilmente egli trova maggiori soddisfazioni. In quanto cittadini, preferiamo un’altra generazione di politici; persino Berlusconi, per certi versi, inizia un po’ a odorare di vecchio. E forse l’Italia avrebbe maggiore bisogno di giovani in grado di dare maggiore dinamicità a questo paese. In questo senso, personalmente mi trovo in perfetta sintonia con il piddino Matteo Renzi: siamo letteralmente stufi di questi politici che sono nati prima della caduta del Muro di Berlino e che ancora sono legati a una logica della politica che non ci appartiene e che risulta quasi sempre perdente. E non parlo solo dei politici del centrosinistra, che sono di competenza di Renzi e dei giovani di quell’area, ma anche di quelli del centrodestra che invece sono nostra competenza. Forse sarebbe ottimo che qualche rottamatore si facesse vivo anche dalle nostre parti…

Fonte notizia: Libero-News


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