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Prodotti di marca o private labels? Facciamo chiarezza

Creato il 15 novembre 2010 da Spesacritica

gdo private labels 300x199 Prodotti di marca o private labels? Facciamo chiarezzaLa cultura del consumo critico e consapevole, specialmente nel nostro paese, è ancora poco radicata. Capita di rado, nei supermercati o nei negozi di generi alimentari o cosmetici, di vedere persone intente a leggere le etichette e gli ingredienti dei vari prodotti. Spesso la nostra frenetica esistenza non fa passare neanche  per l’anticamera del cervello tale pensiero, tanto da rendere la spesa quotidiana quasi un esercizio meccanico automatizzato (della serie “prendi, magari leggi marca e prezzo,  butta nel carrello e paga”).
Di contro, anche grazie a questa mentalità, è molto diffusa la cultura del “prodotto di marca=prodotto buono”, che ci ha resi un popolo di veri e propri “analfabeti” del consumo. Niente di più sbagliato. Come abbiamo avuto modo di spiegare più volte in questo blog, l’equazione prodotto di marca=prodotto di qualità è una convinzione infondata nella maggior parte dei casi, per un semplice e banalissimo motivo: i prodotti di marca sono, nella maggior parte dei casi, fenomeni di marketing, che devono il proprio successo non alla qualità degli ingredienti o della lavorazione, bensì alla pubblicità che sostiene essi e le rispettive aziende produttrici.
E qui apriamo la parentesi private pabels.

Le private pabels, come saprete, non sono altro che un sistema che permette alla  grande distribuzione (che d’ora in poi chiameremo GDO) di commercializzare, sotto le proprie insegne o attraverso etichette e brand fittizzi, beni di consumo prodotti da terzi.
Questi “terzi” non sono altro che le oltre 1.200 aziende italiane (senza contare quelle estere) che destinano buona parte della loro produzione alla commercializzazione tramite private labels. Questo sistema è molto redditizio per tutte le parti in gioco: produttori, distributori, consumatori.
I produttori possono così ridurre l’onere degli impianti produttivi e della forza lavoro, dato che non devono sostenere spese pubblicitarie per tali prodotti e, inoltre,le GDO si occupano degli ordini e della personalizzazione del packaging. I distributori hanno la possibilità di ampliare la loro gamma e le loro vendite attraverso prodotti identici agli originali, ma venduti a prezzi nettamente più bassi.  I consumatori, come accenato pocanzi, potranno acquistare gli stessi prodotti “di marca” semplicemente rimarchiati, a prezzi inferiori tra il 25 e il 75%.
Ciò vuol dire che se andiamo a leggere le etichette dei prodotti commercializzati sotto le insegne di supermercati o ipermercati (tipo Auchan, Carrefour, Conad ecc..), o tramite marchi fittizi (tipo “Land” per i latticini Eurospin) spesso e volentieri troveremo il nome del produttore, o comunque l’indirizzo dello stabilimento produttivo, dal quale si può risalire al produttore tramite una semplice ricerca su internet.
Tutto ciò fa capire quanto siano infondate le assurde convinzioni sui prodotti di marca, che anzi, spesso e volentieri sono tutt’altro che prodotti di qualità, in special modo nel settore cosmetico e dei detersivi, come abbiamo già avuto modo di dimostrare nelle nostre recensioni.
In Italia il mercato delle private labels è cresciuto a dismisura negli ultimi anni, non perchè i consumatori siano diventati più attenti alle etichette, ma a causa della crisi economica che ha costretto le famiglie a ripiegare sui prodotti “non di marca”. Nel 2009 infatti le private labels occupano il 15% del mercato, una quota quasi triplicata rispetto a 10 anni fa, anche se ancora distante dal 22% della media europea.
Leggendo questi dati, verrebbe  quasi da dire che non tutti i mali vengono per nuocere,  ma alla fine di questo discorso è bene ricordare che non esistono prodotti di marca e non di marca,  esistono prodotti buoni e meno buoni, e la fama dei marchi spesso inganna il consumatorre che si fida ciecamente nel caso di marchi famosi, o diffida senza neanche informarsi nel caso di marchi sconosciuti. I prodotti “non di marca” e con etichette fittizie che troviamo in supermercati e discount non sono necessariamente prodotti di bassa qualità, per il semplice motivo che sono prodotti spesso e volentieri dalle stesse rinomate aziende che tutti conosciamo, e quindi sono prodotti perfettamente identici in tutto e per tutto agli originali, salvo poche eccezioni. Il tutto è facilmente riscontrabile semplicemente seguendo l’unico vero metodo per combattere la crisi senza perderci in salute, ovvero il primo comandamento del buon consumatore: leggere sempre le etichette, fare attenzione agli ingredienti, e non fermarsi a guardare solo la marca.


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