Francesco Hayez, Gli abitanti di Parga che abbandonano la loro patria (1826-1831) – Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo
Parga, città greca alla periferia dell’Epiro, dopo la dominazione veneziana fu ceduta da Napoleone agli austriaci nel 1797, in conseguenza del Trattato di Leoben. Conquistata dai russi, per effetto dell’art. 8 del trattato di Costantinopoli del 21 marzo 1800, venne nuovamente ceduta, stavolta all’Impero Ottomano, ma nel frattempo gli inglesi la occuparono e, in cambio del protettorato delle Isole Ionie, negoziarono l’ennesima cessione con Alì Pascià tramite il trattato di Giannina del 1817. Per la popolazione greca di Parga iniziò un esodo che ispirò il poemetto di Giovanni Berchet I profughi di Parga, in cui il poeta milanese testimoniava il proprio sdegno verso gli inglesi. Il Venerdì santo del 1819 gli ultimi superstiti di Parga bruciarono i resti dei propri avi e si trasferirono nell’isola di Corfù, all’epoca sotto la dominazione inglese. Solo nel 1913 Parga tornò greca ed indipendente e i parghioti poterono rientrare.
Il quadro di Francesco Hayez ritrae l’episodio degli abitanti di Parga che abbandonano la propria città, il pittore veneziano rimase colpito dal poemetto di Berchet e volle testimoniare la tragedia di questo popolo costretto all’esodo mostrando una disperazione che, purtroppo, resta sempre attuale. Cambiano i volti, le persone, le popolazioni, ma l’orrore della guerra, delle persecuzioni, delle occupazioni non conosce sosta, ogni secolo ha i suoi profughi, in tutto il mondo migliaia e migliaia di persone continuano a fuggire dalla propria patria verso una meta mai sicura, piena di rischi e di ostilità da parte di chi vede arrivare nelle proprie terre gli stranieri fuggiaschi. I volti del quadro di Hayez li ritroviamo ancora oggi, sono i profughi siriani che fuggono e trovano l’opposizione armata degli ungheresi e la diffidenza di molti europei sedicenti cristiani…
mvg