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Progetto Amali, vietato parlare del futuro prossimo, quando l’inceneritore sarà fuori legge

Creato il 08 febbraio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

La lettera che qui segue, firmata da Maria Grazie Bonfante e Ferruccio Rizzi, non ha avuto seguito. Dopo più di sei mesi a Cremona ancora oggi si parla solo di rewamping, ovvero di una costosa e insensata ristrutturazione dell’inceneritore, che oltre a causare secondo studi scientifici mai confutati gravi pericoli alla salute, sta per finire anche fuori legge. Tra pochi anni, nel 2020, l’Unione europea non permetterà più l’esistenza di vecchi arnesi così pericolosi. Non poche città, grandi e piccole, in America, in Europa, hanno superato e buttato tra i rifiuti anche il concetto di inceneritore, a Cremona NEMMENO si parla dell’alternativa. Che esiste eccome ed è praticabile eccome: la si vede realizzata anche in piccoli centri o in alcune città, proprio in Italia.

Cremona non è capace di confrontarsi con la modernità, anzi con gli obblighi stessi della normativa europea. Chi dovrà venire, l’esercito, per chiudere quell’inceneritore, cui fra l’altro si assomma un altro impianto a biomasse?

Maria Grazie Bonfante, capogruppo di Vescovato Insieme si cambia, e Ferruccio Rizzi, consigliere comunale di Casalmorano, da mesi insistono, ma sui media locali questo tema non esce. Non se ne parla, come se fosse pericoloso rispettare le norme europee che stanno avanzando rapidamente, e per le quali bisognerà essere preparati. Cremona, in Comune e in Provincia, dorme, dorme profondamente, russa malamente sui propri impianti e butta via soldi proprio in un periodo come questo. Segue la lettera di Bonfante e Rizzi, che chiede informazione per tutti i cittadini, ma evidentemente non è stato così. Ed è una vergogna senza pari, perché chi ne paga le conseguenze non sono i politici, sono i cittadini. Non sono i posti in parlamento, è la salute dei cittadini.

Ai Sigg. Sindaci

Ai Consigli Comunali

Vescovato lì, 10 luglio 2012

Oggetto: Sollecitazione ad un’informazione trasparente ai cittadini, ad una scelta rispettosa della normativa vigente nella gestione dei rifiuti, ad intraprendere azioni concrete e coerenti con lo sviluppo, l’efficienza, l’efficacia ed economicità (Accordo quadro Anci-Conai).

A mezzo della presente i sottoscritti Consiglieri Comunali sentono il dovere di porre alla Vostra cortese attenzione una serie di considerazioni circa le recenti scelte intraprese in tema di gestione dei rifiuti e ciclo integrato, scelte i cui effetti ricadono direttamente o indirettamente nel calcolo della tariffa provinciale che pagano tutti i cittadini della Provincia di Cremona e che Voi rappresentate.

Dalla stampa apprendiamo l’ultima decisione di AEM Cremona, Società municipalizzata del Comune di Cremona e partecipata da LGH, di riqualificare l’inceneritore entro il 2017 con una spesa che si aggira sui settanta milioni di euro. Dal  decreto di “Modifica sostanziale dell’AIA”, già rilasciata il 17/10/2007, apprendiamo che AEM fa richiesta di nuovi codici CER per nuovi fanghi (rifiuti che producono un’alta percentuale di scarto post incenerimento), quindi chiede la possibilità di aumentare i rifiuti speciali nel mix di incenerimento dei rifiuti. Solo a titolo informativo ricordiamo che la Provincia di Cremona produce 180.000 ton/anno di rifiuti urbani e 622.000 ton/anno di rifiuti speciali.

Un ammodernamento da settanta milioni di euro che nuovamente non prevede di mettere in funzione l’impianto di preselezione, come da precisa prescrizione dell’ARPA inviata a suo tempo e mai adempiuta. Eppure differenziare gli scarti è un passo fondamentale per consentire l’attuazione di un corretto ciclo dei rifiuti. Consente infatti di ridurre in maniera decisiva le quantità da avviare all’incenerimento o in discarica, consente di recuperare valore con la cessione delle materie prime “differenziate” e, di conseguenza, permette il riciclo e recupero dei materiali con un minore impiego di risorse naturali.

AEM ha anche un altro procedimento in corso di autorizzazione che prevede l’ampliamento della discarica di Malagnino, chiusa lo scorso 31/08/2011 perché esaurita, sul territorio di Vescovato (con 3 ricorsi al TAR pendenti promossi dal proprietario dell’area). A titolo informativo la discarica di Malagnino costerà per mantenimento in esaurimento del biogas prodotto nei prossimi trent’anni dieci milioni di euro (appreso in commissione vigilanza a Cremona). Discarica autorizzata originariamente per 600.000 mc (unica comunicazione ai cittadini), innalzata a 850.000 mc, potenziata a 1.020.000 mc. Quella di Vescovato sarebbe il terzo ampliamento!

Dalla lettura dell’ultimo rapporto rifiuti pubblicato dall’Osservatorio Provinciale, “aggiornato” al 2009, appare evidente una sperequazione di tariffe fra i cittadini della provincia, dipendente dal gestore e dalla percentuale di raccolta differenziata: i cittadini dei Comuni con una RD più elevata pagano una tassa rifiuti più bassa del 40% rispetto ai comuni con RD inferiore al 50%.

Come assicurare un miglioramento di RD, obbligatorio per legge, con un programma di potenziamento dell’inceneritore? A titolo informativo l’inceneritore è strutturato per 130.000 ton/anno e funziona normalmente per 69.000 ton/anno, quindi già in evidente sovradimensionamento per la nostra provincia. Non solo, sempre dal report dell’osservatorio dei rifiuti, il turismo dei rifiuti prodotti dalla provincia di Cremona, ossia lo smaltimento fuori provincia, è pari al 50%.

Sempre dalla lettura dei documenti pubblici apprendiamo che il “rendimento energetico” dell’impianto è pari al 35% unendo energia elettrica e calore prodotto. Già di per sé uno spreco, ma ancor di più se si considera:

  • ·   che  la combustione dei beni genera meno energia utile del riutilizzo dei beni stessi come tali e del riciclo in nuovi cicli produttivi,
  • ·   mandare a combustione scarti verdi danneggia il compostaggio e la restituzione di sostanza ai terreni agricoli,
  • ·   in contesti altamente urbanizzati e aree critiche quali le nostre (critiche e vulnerabili) per la qualità dell’aria il fabbisogno di calore è prioritariamente ridotto sostenendo la coibentazione degli edifici, interventi di risparmio nelle aziende, ed il calore è prodotto senza combustioni dirette: utilizzando pompe di calore, solare termico, geotermico, altre fonti.

La produzione dei rifiuti nella Provincia di Cremona anche nel 2010 è aumentata rispetto al 2009, nonostante la normativa europea ponga una gerarchia ben precisa e tassativa di gestione dei rifiuti (tanto è che siamo già in sanzione): prevenzione e riduzione, riciclaggio. Il ricorso alle discariche deve avvenire solo per la parte residuale della produzione dei rifiuti. Come possiamo ridurre i rifiuti se scegliamo l’inceneritore che li produce? L’estensione della raccolta domiciliare e puntuale (pago quello che produco) su tutto il territorio provinciale di Cremona presenta in modo netto i migliori risultati (Vedi Comuni quali Travagliato, Ponte delle Alpi, Capannori) perché comporta:

  • ·   la minore produzione di rifiuti pro capite, in ossequio al primo criterio di prevenzione alla produzione di rifiuti
  • ·   le maggiori rese di raccolta differenziata, in ossequio ai criteri di massimo recupero di materia e di minimo smaltimento
  • ·   i minori costi pro capite del servizio di igiene urbana, in ossequio al criterio di economicità.

Siamo l’unica nazione in Europa ad associare queste micidiali macchine di morte a impianti per la produzione di energia pulita, non è un caso infatti se grazie alla truffa dei CIP 6 paghiamo multe salatissime alla comunità europea.

(http://www.gse.it/attivita/Incentivo%20impianti%20CIP692/Pagine/QuadroNormativo.aspx)

E mentre in Italia “gli inceneritori sono indispensabili per evitare l’emergenza rifiuti”, in un territorio che vive da sempre in crisi per le basse percentuali di raccolta differenziata, in Europa si sta diffondendo già un nuovo slogan: “detassare il lavoro, tassare il consumo di risorse”. Gli inceneritori sono il simbolo dello spreco di risorse!http://www.capitanatarifiutizero.it/in-europa-si-parla-gia-tasse-fiscali-ambientale/

La Corte Costituzionale ha stabilito recentemente che l’obiettivo minimo del 65% va conseguito a livello di singolo Comune, e non sono possibili deroghe concesse dalle Regioni sulla base del ragionamento dell’”obiettivo medio d’ambito” (in altre parole, non è possibile concedere ad un Comune di raggiungere un livello di RD più basso, perché altri Comuni nell’Ambito Territoriale hanno livelli più elevati del 65%). Ricordiamo che la provincia di Cremona è al 59,6% di RD e recupera il 52,8%: la direttiva 2008/98/CE fissa obiettivi di riciclo e non di raccolta differenziata, il recupero doveva essere del 50% già nel 2008.

Il Parlamento europeo ha recentemente approvato un rapporto sulle linee guida del prossimo programma ambientale UE, in cui è prevista una netta riduzione della produzione dei rifiuti, il divieto di incenerimento dei rifiuti che possono essere riciclati o compostati e il divieto di smaltimento in discarica per quelli raccolti separatamente. (http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+REPORT+A7-2012-0048+0+DOC+PDF+V0//IT).

Esistono studi epidemiologici e scientifici indipendenti che rivelano che gli inceneritori sono veri e propri produttori, moltiplicatori e diffusori di sostanze geno-tossiche e cancerogene, quali metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), molecole diossino-simili e particolato fine/ultrafine (“Incenerimento e salute” ISDE Trento; Esposto della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri dell’Emilia Romagna; posizione del dr. Montanari, ricercatore indipendente; posizione della dssa Patrizia Gentilini, oncologa e medico ISDE Forlì; Waste Incineration — A Potential Danger?Bidding Farewell to Dioxin Spouting of Sept. 2005 by Federal Ministry for the Environment, Nature Conservation ancd Nuclear Safety; Etude d’incidence des cancers à proximité des usines d’incinération d’ordures ménagères – Institut de Veille Sanitaire).

Non solo la città di Cremona (che nel 2011 ha registrato 109 giorni di superamento del livello di attenzione polveri sottili sui 35 all’anno consentiti, con 16 sforamenti del livello d’allarme) ma tutta la provincia e la Pianura Padana è una delle cinque aree più inquinate dell’Europa. La nostra Provincia ha il triste primato nazionale di neoplasie stomaco e polmone.  Gli amministratori nelle proprie decisioni si dovrebbero appellare al Principio di precauzione “quando una attività crea possibilità di fare male alla salute o all’ambiente, misure precauzionali dovrebbero essere prese, anche se alcune relazioni di causa-effetto non sono stabilite dalla scienza ” (Art.15 Dichiarazione di RIO giugno 1992, ratificato dall’Unione Europea),prevenzione e causalità.

Nel contesto sopra delineato Linea Energia (LGH) ha iniziato da qualche mese la costruzione di un altro impianto a combustione: una entrale a biomasse legnose adiacente all’inceneritore, che userà il legno della raccolta differenziata e legno vergine proveniente oltre che dalla nostra provincia da Pavia, Brescia, Bergamo e Lodi per una capacità complessiva di 13.000-22.000 ton/anno (la produzione della raccolta differenziata della nostra provincia è di 6.000 ton/anno).

Nel Rapporto RU 2012 l’Italia importa 202.000 ton/anno di legno, principalmente Lombardia ed Emilia Romagna, destinato a impianti di produzione di pannelli truciolari. Nella nostra provincia abbiamo autorizzato ben 140 impianti di biogas/biomasse.   

Il sistema del riciclo è una vera e propria filiera industriale: l’Italia è al secondo posto dopo la Germania. Il riciclo è una delle componenti più dinamiche della green economy e contribuisce ad affrontare alcune sfide: la riduzione dei carichi ambientali (emissioni e risparmio di materie vergini e acqua), la creazione di occupazione, il rafforzamento di risorse base per l’economia.

Nel riciclaggio dei rifiuti sono operanti da almeno un decennio realtà virtuose: con un investimento di quindici milioni di euro, ripagato in 2,5 anni, hanno prodotto occupazione (rapporto di 20-30 a 1 verso inceneritore), risparmio delle materie prime, salvaguardia dell’ambiente e delle risorse, gli impianti sono flessibili e modulari, implementabili in mesi, hanno ridotto drasticamente le bollette dei rifiuti attraverso i rimborsi CONAI e vendita dell’estruso ottenuto dalle frazioni residue, permettono il decollo delle energie rinnovabili perché non usufruiscono del 7% di incentivi, permettono il controllo trasparente attraverso una governance territoriale, fanno decadere le 4 procedure d’infrazione UE,  generano materie prime seconde per le industrie che risparmiano il 60-70% dei costi delle materie prime vergini.

Noi consiglieri comunali con altre trenta fra associazioni, amministratori sensibili, scuole abbiamo prodotto il progetto

che valuta la fattibilità di un impianto di riciclaggio nella provincia di Cremona per tutti i vantaggi e opportunità esposti in precedenza.

Poniamo con forza la domanda: i cittadini sono a conoscenza di tutte le informazioni riguardanti la gestione dei rifiuti nella nostra Provincia e soprattutto delle opportunità (e risparmi) che non vengono colte?

Per il nostro ruolo di Amministratori non potevamo non sollecitare una riflessione. Rimanendo a disposizione per qualsiasi ragguaglio o approfondimento, anche per incontrarVi singolarmente o a gruppi per illustrarVi nel dettaglio il progetto “Amali”, certi dell’attenzione che presterete porgiamo distinti saluti.

Ferruccio Rizzi – Consigliere Comunale Comune di Casalmorano (Cr)

Maria Grazia Bonfante – Capogruppo Consiliare “Vescovato insieme si cambia” (Vescovato – CR)


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