Da dove iniziare? I deserti sono le parti del mondo dove c’è più sole in assoluto. Con la tecnologia esistente sarebbe possibile trasportare letteralmente l’energia elettrica generata da enormi centrali e sotto centrali solari alle linee elettriche internazionali. Notoriamente si associa il solare ai pannelli solari fotovoltaici. In realtà per questo ambizioso progetto la tecnologia idonea è quella termodinamica a concentrazione, nota come CSP (Concentrated Solar Power).
Per soddisfare tutti i bisogni di energia elettrica per l’Europa, in linea di principio, sarebbe necessario soltanto lo 0,3 percento della luce ricevuto dal deserto del Sahara e dai deserti Medio Orientali: un’area più piccola del Galles. Partendo da questo presupposto un gruppo di industriali tedeschi nel mese di luglio 2009 hanno lanciato quello che potrebbe essere il più grande progetto solare del mondo: un consorzio a lungo termine per il finanziamento e la realizzazione di un progetto colossale: il consorzio è guidato da Munich Re, e sono presenti colossi come E. ON, Siemens e Deutsche Bank.
Il progetto, denominato DESERTEC, ha l’ambizione di fornire il 15 percento del fabbisogno europeo di energia elettrica.
Sarà un progetto incredibile e non facile. Il costo stimato è di circa 555 miliardi di Euro e potrebbe rappresentare solo un trance del totale. Ma considerando che l’Agenzia Internazionale per l’Energia calcola in 45 mila miliardi di dollari per i prossimi 40 anni per nuovi sistemi energetici, il progetto potrebbe non essere in fondo così costoso. Il vero problema portare l’energia verso l’Europa. Il piano ha l’appoggio della Commissione Europea il cui Istituto per l’Energia prevede una rete di installazioni di centrali CSP collegati con un sistema di trasmissioni di nuova concezione ad alta tensione. Questo sistema di trasmissione dell’energia potrebbe anche catturare l’energia della forza del vento da tutta l’Europa occidentale e il Nord Africa. La costruzione di tale sistema di trasmissione, formato da linee di terra e cavi sottomarini è tecnicamente impegnativo ma non di certo impossibile.
Uno studio indipendente effettuato nel 2006 ha calcolato che tutta l’energia necessaria per alimentare gli Stati Uniti sarebbe fornibile realizzando una copertura di 40 mila km quadrati (200 km x 200 km). Le centrali dovrebbero essere realizzate nelle aree maggiormente soleggiate come quelle del sud-ovest e l’energia indirizzata verso le aree più fredde e nuvolose nord-orientali ed occidentali.
Tutto questo costerebbe agli Stati Uniti circa 4,5-6 mila miliardi dollari. Considerando un prezzo del petrolio di 100 dollari al barile e il numero di barili di petrolio importati al giorno nel 2006 il il "ritorno dell’investimento" solare sarebbe oscillerebbe tra i 9 e i 12 anni considerando nel calcolo i risparmi di carbone e gas.
Nel dicembre 2007, tre ricercatori hanno pubblicato un studio sulla rivista Scientific American nel quale sostengono che entro il 2050 molte aziende produrranno qualcosa come 3000 Giga Watt nel sud-ovest americano ed in più una larga distribuzione di centrali del tipo DESERTEC saranno funzionanti. L’eccesso dell’energia prodotta nel periodo diurno potrebbe essere conservato sotto forma di aria compressa sotto forma di caverne sotterranee, che potrebbero poi essere utilizzate per i bisogni energetici notturni. Con una nuova griglia di distribuzione dell’energia sarebbe possibile fornire circa il 69 percento dell’energia degli Stati Uniti entro il 2050. Questa nuova griglia di distribuzione dell’energia, nota come Smart Grid e nominata "Green Power Express" è stata soggetto del piano di stimolo del presidente Obama nel febbraio del 2009.
Questo progetto internazionale avrebbe un successo completo se Stati Uniti e Cina sincronizzassero i loro interessi. Ma la storia suggerisce cautela: le nazioni ricche sicuramente esiteranno sostituire la loro dipendenza di petrolio proveniente da aree molto soleggiate con impianti solari provenienti dagli stessi paesi.