“Con questo trend nel 2060 la spesa per far ingrassare banche e mercati finanziari arriverà, a spanne, a 4.300 miliardi tenendo conto dei su e giù dello spread.”
di Sergio Cararo
Contropiano
”Il nostro Sistema sanitario nazionale, di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantito se non si individuano nuove modalità di finanziamento”. Questo è quanto è stato affermato dal premier Mario Monti a Palermo. ”Il momento è difficile – ha aggiunto il premier – la crisi ha colpito tutti e ha impartito lezioni a tutti”. Le sue dichiarazioni, come prevedibile, hanno suscitato un vespaio di reazioni e polemiche perché indicavano piuttosto implicitamente una destrutturazione del Sistema Sanitario Nazionale pubblico. Il vespaio ha fatto sì che con una nota Palazzo Chigi é tornato sulle considerazioni del Presidente del Consiglio precisando che ”Contrariamente a quanto riportato dai media, il Presidente ha voluto attirare l’attenzione sulle sfide cui devono far fronte i sistemi sanitari per contrastare l’impatto della crisi.
Ciò vale, peraltro, per tutti i settori della pubblica amministrazione. Le soluzioni ci sono, e vanno ricercate attraverso una diversa organizzazione più efficiente, più inclusiva e più partecipata dagli operatori del settore. Le garanzie di sostenibilità del servizio sanitario nazionale non vengono meno. Per il futuro è però necessario individuare e rendere operativi modelli innovativi di finanziamento e organizzazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie”. ”In sintesi – specifica Palazzo Chigi -, il Presidente non ha messo in questione il finanziamento pubblico del sistema sanitario nazionale, bensì, riferendosi alla sostenibilità futura, ha posto l’interrogativo sull’opportunità di affiancare al finanziamento a carico della fiscalità generale forme di finanziamento integrativo. Inoltre, egli ha voluto sollecitare la mobilitazione di tutti gli addetti ai lavori, così come degli utenti e dei cittadini, per una modernizzazione e un uso più razionale delle risorse”.
Fin qui la cronaca che oggi troviamo sui giornali o sulle agenzie. Ma la sostanza dell’esternazione di Monti, l’ennesima, resta e soprattutto rimane l’inquietudine sul modello sociale che il Presidente del Consiglio, i suoi ministri e la troika Bce,Ue.Fmi hanno in mente.
Non è un mistero che Monti, i montisti e la troika intendano procedere con l’accetta sulla spesa sociale. Lo hanno fatto su quella previdenziale e sui servizi sociali locali, vogliono farlo sul sistema sanitario. In questo vengono coadiuvati da studi e previsioni improbabili e falsati che dovrebbero servire a spianargli la strada secondo i quali nel 2060 (!?) la spesa sanitaria in Italia potrebbe raggiungere l’8% del Pil, meno di Francia, Germania, Austria, Danimarca, Repubblica Ceca, Portogallo, Slovacchia e Inghilterra.
La realtà ci dice che nel 2012 la spesa sanitaria è stata di 113 miliardi pari al 7,3% del Pil (dall’anno prossimo con i tagli previsti dovrebbe scendere a 107 miliardi). Un dato perfettamente compatibile ed anzi al di sotto di quanto spendono altri paesi europei. Secondo alcune stime la spesa potrebbe crescere nel 2015 a 116 miliardi, anche qui niente di straordinario per un paese di 60 milioni di abitanti con un Pil di 1.500 miliardi di euro e una ricchezza privata di circa 9mila miliardi.
La realtà ci dice ancora che ogni anno lo Stato spende tra gli 85 e i 97 miliardi all’anno per pagare gli interessi sul debito pubblico ai proprietari dei titoli del debito (che per l’84% coincidono con banche, assicurazioni, società finanziarie e fondi di investimento stranieri e italiani). Con questo trend nel 2060 la spesa per far ingrassare banche e mercati finanziari arriverà, a spanne, a 4.300 miliardi tenendo conto dei su e giù dello spread. E allora? Vogliamo mettere!!
In pratica Monti, i montisti e la troika ci stanno dicendo che dobbiamo pagarci le spese sanitarie tramite assicurazioni private e minori prestazioni perché questi soldi servono per pagare le banche e i gruppi finanziari. Ci dicono in sostanza: dovete morire!! Dunque dovremo lottare per sopravvivere, il che assegna al conflitto una dimensione completamente diversa dalla battaglia di opinioni.
Su questa vicenda e le questioni ad essa collegate leggete anche Dovete Morire e Uccidine uno per risparmiare su cento
Fonte: Contropiano 28 Novembre 2012