Il “Progetto Fori”, che prevede la realizzazione del più grande parco archeologico del mondo, che da Piazza Venezia si estenderebbe fino ai Castelli, è uno dei punti più importanti del programma elettorale di Ignazio Marino (1). Quest’estate il Sindaco e il Ministro Franceschini hanno nominato una Commissione Paritetica per “l’elaborazione di uno studio per un Piano strategico per la sistemazione e lo sviluppo dell’Area Archeologica Centrale di Roma”, che in questi giorni ha consegnato una relazione in cui lascia nell’ambiguità il previsto smantellamento della Via dei Fori Imperiali. Ma in un’intervista a Repubblica del 3 gennaio, l’Assessore alla Rigenerazione Urbana Giovanni Caudo assicura che il Comune andrà avanti con il Progetto, come promesso dal Sindaco Marino: “Bisogna rimuovere via dei Fori imperiali fino a largo Corrado Ricci” per “ricostituire l’integrità degli spazi dei Fori, assicurando la continuità fra Mercati Traianei, Foro di Traiano, Foro di Augusto, Foro di Nerva, fino al Foro della Pace voluto da Vespasiano”. “Un progetto che accetta la sfida dell’innovazione e della sperimentazione per disegnare i percorsi, anche a quote archeologiche, tra piazza Venezia e largo Corrado Ricci” e che si allunga da via dei Cerchi fino al Giardino degli Aranci e oltre: “Una passeggiata unica al mondo, una esperienza urbana senza pari che restituirebbe un senso di cittadinanza a chiunque l’attraversi”(2).
[in calce le slides della presentazione del Progetto Fori dell’Assessore Giovanni Caudo al convegno Archeologia e città: dal progetto Fori all’Appia Antica organizzato dall’Associazione Bianchi Bandinelli del 21 marzo 2014, e l’audio e i testi degli interventi]
Per la Roma di oggi e di domani, la fruizione collettiva dei beni culturali e ambientali può essere ritenuta un elemento peculiare della dimensione pubblica, attraverso la quale rafforzare l’idea stessa di cittadinanza: i beni culturali e ambientali devono essere “vissuti” non devono essere percepiti come “estranei” e non devono essere recintati. Per questo, ci impegniamo a fare di questo luogo magnifico e unico un luogo vissuto da tutti, il cuore del futuro della città.
(da “Roma è vita” programma di Ignazio Marino Sindaco(1)
In questi tempi bui, in una Capitale che si è scoperta sprofondata nella mafia e nella corruzione, dove la gente deve fare i conti ogni giorno con una crisi economica di cui non si vede l’uscita e con l’inadeguatezza dei servizi necessari a una vita decente (trasporti efficienti, strade sicure, spazi pubblici decorosi, servizi sociali garantiti), parlare del Progetto Fori può sembrare un lusso. Anzi peggio: un esercizio di stile per intellettuali che continuano a ignorare il malessere generalizzato che ha già cominciato a tracimare. Ma invece proprio il Progetto Fori può diventare il simbolo della determinazione della città a uscire dal pantano, a non dare per scontato un destino segnato da menefreghismo-speculazione-malaffare e a ritrovare la rotta verso la propria identità più autentica.
Foto dall’archivio de L’unità. Tra i protagonisti del Progetto Fori Petroselli, Cederna, Argan, Insolera
Un’identità con radici che affondano dall’antichità fino alla storia recente, quando un vasto fronte di entusiasti illuminati (3) capisce che una scelta come quella di restituire i Fori alla loro interezza e alla città può diventare l’inizio di un nuovo mondo. Una scelta forte, intensa, ma anche difficile, che può essere strumentalizzata e resa impopolare. E che forse per questo ha rallentato il coraggio di chi aveva promesso in campagna elettorale di “cambiare tutto”. Infatti quest’estate la valutazione dell’intero progetto, già in fase di elaborazione e presentato nel corso di un convegno nel marzo del 2014 (4), viene affidata a una Commissione di “esperti”. Che si riuniscono, “audiscono”, relazionano: il documento consegnato nei giorni scorsi (5) è un’accurata disamina che più che uno strumento per andare avanti sembra l’ennesima pietra tombale cartacea su un progetto che aspetta di essere realizzato da decenni. Nella relazione (6) la Commissione Paritetica lamenta il “ridotto tempo a disposizione (meno di quattro mesi) per affrontare un tema di enorme complessità, con il quale si sono confrontate varie Commissioni, progettisti, studiosi, associazioni, da oltre un trentennio“. Appunto, diremmo noi. Invece i membri chiedono un altro mandato, in cui sia reso “permanente” l'”organismo paritetico” e gli sia affidato un lavoro ancora più importante: non solo l'”approfondimento dei vari temi affrontati” e la “verifica della fattibilità (in termini di tempi, costi, procedure, etc.) di una serie di progetti proposti” , ma anche “un’opportuna azione di monitoraggio” e il “coordinamento dei vari soggetti (istituzionali e non, pubblici e/o privati) che a diverso titolo saranno impegnati a svolgere le attività…“. In proposito ci chiediamo perchè debba essere tale Commissione nominata da Sindaco e Ministro a occuparsi di un progetto che sarebbe del tutto naturale fosse gestito dai vari soggetti istituzionali preposti. E anche in quale veste tale Commissione dovrebbe svolgere un’azione di “coordinamento”, anche “tra soggetti pubblici e privati”. E soprattutto non possiamo non rilevare che mentre si invocano maggiori approfondimenti e l’inevitabile allungamento dei tempi per il Progetto Fori, l’idea avanzata poche settimane fa – con un tweet – di coprire l’arena del Colosseo sta facendo passi da gigante, inducendoci a pensare che anche per i beni culturali si riservi la corsia preferenziale a quelle iniziative che possono garantire “ritorni economici”. Infatti in questo caso la Commissione Paritetica si esprime subito favorevolmente, anche per la possibilità di ospitare “iniziative culturali compatibili con la corretta conservazione del monumento“(7). Cioè utilizzare il nuovo spazio ricavato nella suggestiva cornice dell’Anfiteatro Flavio per spettacoli ed eventi, comprese le kermesse commerciali per lanciare ogni sorta di prodotto (come è già accaduto per il Ponte Vecchio a Firenze usato come passerella dalla Ferrari (8). Ed è di questi giorni la notizia – di scala diversa ma emblematica della visione sempre più mercificata di ogni frammento urbano – dell’intenzione del neo assessore ai Lavori Pubblici Maurizio Pucci di utilizzare i sampietrini eliminati dal rifacimento di alcune strade per “fare cassa” (9)
Se non riusciremo a capire che su questioni come queste si sta giocando una partita importante per tutti, non solo per gli accademici e per gli appassionati di archeologia, abbandoneremo la città alla sua lenta agonia. Perchè su queste scelte si fronteggiano due mondi: il mondo di chi pensa che la nostra storia e la nostra città facciano parte di noi e che debbano essere trattate con rispetto e dignità, e il mondo di chi le considera merci, riducendole a mera risorsa economica da sfruttare.
Ricostruire la grande area archeologica dai Fori all’Appia Antica, dove la gente possa andare per restare, per camminare, per scoprire, dove il tempo possa rallentare e si possa respirare la bellezza della città vuol dire ritrovare un modo diverso di vivere. Riportare alla luce nel centro della città il suo cuore antico e aprirgli un varco che segue la sua storia, restituire uno spazio che non esiste e che non ha uguali nel mondo, vuol dire ridare ai cittadini romani una città nuova. Riportare le persone a vivere il centro e rimettere le persone al centro della città.
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(1) DA “ROMA E’ VITA” IL PROGRAMMA ELETTORALE DEL SINDACO MARINO- maggio 2013
5.5. L’APPIA ANTICA E IL PROGETTO FORI
Il rapporto tra Archeologia e Città è costitutivo della Roma moderna, il progetto Fori ha rappresentato fin dalla sua prima proposizione nel 1979 l’insegna del rinnovamento urbanistico della capitale. Leonardo Benevolo, storico dell’architettura e urbanista, così descrive questo rapporto: “A Roma abbiamo un’immensa fortuna: una delle zone archeologiche, più grandi e pregiate del mondo è collocata esattamente nel centro della città moderna.
Un’area viva, che fa parte del tessuto più vitale della città e che contemporaneamente documenta la sua continuità storica, che procede ininterrotta da secoli “ (…) Il centro monumentale della città antica, quello dei Fori, del Colosseo e del Teatro Marcello, del Palatino, del Circo Massimo, del Celio e del Colle Oppio, si trova al limite fra la zona costruita nei secoli successivi all’età classica e il verde della campagna che sfila verso l’Appia Antica e che, è a tutti gli effetti, una campagna intra moenia. È un immenso spazio libero che si incunea nella compagine edificata fino alla sistemazione michelangiolesca del Campidoglio. Quest’area funziona come raccordo fra i due paesaggi della città, quello vivo e quello morto.” Rispondendo poi alla domanda su come far convivere le diverse città che si sono stratificate nel tempo dice: “Il mito culturale di Roma si fonda su un doppio confronto. Di tipo diacronico, il primo: la magnificenza del passato si confronta con la rovina del presente. E di tipo sincronico: da una parte la dimensione urbana colossale, perduta e silenziosa, dall’altra la dimensione ordinaria, quotidiana e vissuta. Il confronto ha sempre suggerito l’idea di quanto le imprese umane avessero dei limiti. Roma da questo punto di vista non è la città eterna. È anzi il luogo di meditazione sull’impossibilità dell’eterno nel mondo di qua. Queste sono le riflessioni di Goethe, di Stendhal e di Mommsen; le ritroviamo persino in quel rispetto popolare per le rovine che viene colto da Gioacchino Belli e da Trilussa”. (da: Leonardo Benevolo, La fine della Città, Laterza 2011, pp.97-98)
Per la Roma di oggi e di domani, la fruizione collettiva dei beni culturali e ambientali può essere ritenuta un elemento peculiare della dimensione pubblica, attraverso la quale rafforzare l’idea stessa di cittadinanza: i beni culturali e ambientali devono essere “vissuti” non devono essere percepiti come “estranei” e non devono essere recintati. Per questo, ci impegniamo a fare di questo luogo magnifico e unico un luogo vissuto da tutti, il cuore del futuro della città.
La storia al posto delle auto. Cominceremo con allontanare le automobili e poi proseguiremo con il progetto di sistemazione. Realizzeremo l’integrazione culturale, simbolica e funzionale dell’area archeologica centrale con l’Appia Antica.
Il più grande parco archeologico del pianeta. Il parco sarà gestito ricercando la massima cooperazione tra i tanti soggetti che operano per la tutela e la conservazione, proprio perché le importanti ricadute socio-economiche che questo progetto può avere per la città, sono più che evidenti. Per la sua realizzazione rafforzeremo le sinergie tra Stato, Regione e Comune anche alla luce del decreto che fissa i poteri di Roma Capitale.
In questo ambito sarà necessario in coordinamento con la Regione Lazio e il Ministero dei Beni culturali rafforzare gli strumenti di pianificazione del territorio con una visione complessiva capace di dare continuità all’azione amministrativa.
> SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO Programma_MarinoSindaco
(3) Vedi la sintesi della storia del Progetto Fori su daiforiallappia
(4) Convegno Archeologia e città: dal progetto Fori all’Appia Antica organizzato dall’Associazione Bianchi Bandinelli del 21 marzo 2014
scarica le slides dell’assessore Caudo con la presentazione del progetto PROGETTO FORI PRESENTAZIONE CAUDO 21 3 2014 (> VAI ALLE SLIDES DELL’INTERVENTO)
Convegno del 21 marzo 2014 dell’Associazione Bianchi Bandinelli
Gli interventi dei relatori:
- Introduzione Adriano La Regina (Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte)
- La storia recente, Francesco Erbani (Giornalista di la Repubblica)> vai all’intervento
- Idee e programmi del Comune di Roma, Giovanni Caudo (Assessore alla Trasformazione urbana di Roma Capitale) (> VAI ALLE SLIDES DELL’INTERVENTO)
https://carteinregola.files.wordpress.com/2015/01/20140321-181008-1-1.m4a
- Per la rinascita dell’Appia Antica, Rita Paris (Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma)> vai all’intervento
- L’archeologia e i cittadini, Anna Maria Bianchi (Carteinregola)> vai all’intervento
- Conclusioni Vezio De Lucia (Associazione Bianchi Bandinelli)
https://carteinregola.files.wordpress.com/2015/01/20140321-182535-1-1.m4a
- > vai al sito DAIFORIALLAPPIA
- >Vai alla rassegna stampa
Convegno del 21 marzo 2014 dell’Associazione Bianchi Bandinelli. Da six Adriano La Regina, Giovanni Caudo, Vezio De Lucia
(5) Repubblica 30 dicembre 2014 Colosseo, via libera degli esperti all’arena Tra le proposte della commissione, una linea elettrica sui Fori Imperiali di FRANCESCO ERBANI
Via libera della commissione di esperti al rifacimento dell’arena del Colosseo. Gli archeologi Adriano La Regina, Giuliano Volpe e gli altri studiosi chiamati dal ministero dei Beni culturali e dal Comune di Roma ad esprimersi sull’idea del professor Manacorda di ricostruire la platea lignea dell’età dei Flavi, hanno dato parere positivo alla proposta. L’ok si inserisce nel più generale piano di riordino e valorizzazione dell’area archeologica centrale. E che prevede, tra l’altro, una copertura del ludus magnus, i resti della palestra dei gladiatori che si trova alle spalle del Colosseo, così da costituire una copertura per le rovine romane ma anche una piazza di collegamento con l’anfiteatro Flavio. Ora sta al ministro Franceschini e al sindaco Marino prendere in considerazione il parere degli esperti e prevedere tempi, costi e modi del piano per l’area archeologica centrale….> leggi tutto
(6)
> scarica la Relazione della Commissione paritetica MiBACT-Roma Capitale per l’elaborazione di uno studio per un Piano strategico per la sistemazione e lo sviluppo dell’Area Archeologica Centrale di Roma Commissione paritetica MiBACT relazione_finale
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(7) dal sito del MIBACT: FORI IMPERIALI, DA COMMISSIONE ESPERTI PROGETTI INNOVATIVI PER AREA ARCHEOLOGICA, OK A RIPRISTINO ARENA COLOSSEO E FORO ROMANO DI NUOVO GRATIS PER TUTTI
Si legga in proposito l’interessante articolo di Tomaso Montanari: 31 DIC 2014 Fori (Imperiali) nell’acqua di Tomaso Montanari
L’assessore alla cultura del Comune di Roma ha scritto al ministro responsabile del patrimonio culturale che se l’idea di usare il Colosseo come location per spettacoli fosse confermata, «non esiterebbe a valersi dei regolamenti e delle leggi per deprecare un tanto danno e un tanto pericolo». Ma il ministro, prendendo la parola in Senato, ha assicurato che «comunque, in un modo o in un altro, sarà provveduto affinchè, in omaggio al pubblico sentimento, non abbiano luogo nell’anfiteatro Flavio rappresentazioni musicali e drammatiche». Ottimo finale: perché in effetti il Colosseo è un monumento in sé, non ha bisogno di essere usato come contenitore di qualcosa per acquistare ai nostri occhi il diritto di continuare ad esistere. > leggi tutto
(8) Il fatto Quotidiano | 20 luglio 2013 Firenze, ecco il tariffario per noleggiare Uffizi o Ponte Vecchio e bere un cocktail Dopo il noleggio di Ponte Vecchio a Montezemolo il comune guidato da Matteo Renzi presenta le tariffe per la “concessione in uso dei beni culturali per eventi”: se volete fare un cocktail nella Grotta del Buontalenti a Boboli, ve la cavate con 5.000 euro di Tomaso Montanar
(9)
- Corriere della sera Cronaca di Roma 30 dicembre Intervista al neoassessore ai lavori pubblici Maurizio Pucci «Fare cassa con i sampietrini per salvare Roma dal degrado» di Alessandro Capponi «I sampietrini hanno un mercato fiorente, sia italiano sia internazionale. Li daremo alle imprese, sono un valore». Un’idea che creerà polemiche, come le ha create la sua nomina, alla luce delle intercettazioni su «Mafia Capitale»(> leggi l’articolo)
- Cinquequotidiano Comune di Roma, dove vanno a finire i sampietrini La proposta del neo assessore ai lavori pubblici Maurizio Pucci disegna un possibile futuro per le strade del centro città (> leggi l’articolo)
- Roma Capitale news Marino smentisce l’assessore Pucci: “Vendere i sampietrini? Assolutamente no” dic 31, 2014 Il sindaco Ignazio Marino interviene sulla questione “sampietrini” dopo la discutibile trovata del suo neoassessore ai lavori pubblici, Maurizio Pucci. Travolto dalle critiche, il primi cittadino ha smentito che la tradizionale pavimentazione romana sarà rimossa e venduta al miglior offerente. Venderli? Assolutamente no” ha detto intervistato a Rainews24.> leggi tutto
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> I FORI vai alla galleria fotografica
*Repubblica 3 gennaio 2014 “Così demoliremo via dei Fori imperiali” Dopo il parere del tavolo degli esperti l’assessore Caudo pronto a abbattere la strada del Ventennio di PAOLO BOCCACCI
Qual è il piano del Campidoglio, assessore Caudo?
“Nel disegno urbano, i Fori devono diventare un’area aperta, proprio come afferma l’ex soprintendente La Regina, da vivere prima ancora come cittadini che come turisti. Si deve consentire di realizzare singoli interventi ma dentro un quadro unitario e, infine, si deve stabilire una modalità di coordinamento tra tutti i soggetti interessati, in primis lo Stato e Roma Capitale”.
Ma il Campidoglio è per lo smantellamento della via e la riunificazione degli antichi Fori?
“Certamente. La commissione di esperti ha rimesso in discussione il vincolo monumentale su via dei Fori Imperiali, anche se sulla rimozione della strada mantiene una posizione contraddittoria e restituisce posizioni diverse. Per noi la rimozione dello stradone tra piazza Venezia e largo Corrado Ricci per liberare e dare continuità ai Fori Imperiali non può e non deve più continuare ad essere un tabù. Chiunque, dopo aver visto la bellissima ricostruzione virtuale del Foro di Augusto di Piero Angela, ha maturato la convinzione che non può esserci un nastro di asfalto sopra i Fori. Ed è quanto prevedeva già il Progetto di Leonardo Benevolo e di Francesco Scoppola nel 1988, bisogna ripartire da lì”.
Dunque la via è questa?
“La Commissione scrive che l’area archeologica “va resa più frequentabile e più vissuta dai cittadini, anche solo per la lettura di un giornale o di un libro, per una chiacchierata o per una semplice passeggiata o per il normale attraversamento, accompagnando i bambini a scuola o con le buste della spesa, valorizzando i tracciati esistenti”. E io sottoscrivo in pieno questa tesi, come quella per cui bisogna “evitare ogni forma di separatezza tra la città moderna di Roma, con i suoi bisogni e i suoi problemi, e quella antica””.
Ora serve un progetto definitivo.
“I prossimi mesi, come chiede il sindaco Marino, ci vedranno impegnati a mettere a frutto questo lavoro e ad aggiornare il piano urbanistico complessivo del Progetto Fori, lo faremo e lo discuteremo con il ministero Beni culturali. Bisogna avere il coraggio di un progetto unitario di grande respiro. Sul Colosseo e sulla proposta di ricostruire l’arena non ho elementi per potermi esprimere, mi fido di quanto ha detto La Regina e mi richiamo alla sua prudenza nel valutare le modalità con cui si possono portare avanti interventi in complessi monumentali così delicati. Oltre, ovviamente, all’opportunità di farli”.
Veniamo allo smantellamento di via dei Fori.
“Bisogna rimuovere via dei Fori imperiali fino a largo Corrado Ricci. Un progetto che sono convinto riuscirà a dare ancora corpo alle diverse stratificazioni che l’area ha avuto, compresa quella degli anni ’30, ma che sceglie di ricostituire l’integrità degli spazi dei Fori, assicurando la continuità fra Mercati Traianei, Foro di Traiano, Foro di Augusto, Foro di Nerva, fino al Foro della Pace voluto da Vespasiano. Un progetto che accetta la sfida dell’innovazione e della sperimentazione per disegnare i percorsi, anche a quote archeologiche, tra piazza Venezia e largo Corrado Ricci”.
E poi?
“Bisogna ripristinare le trasversali tra l’area archeologica e la città moderna che gli è cresciuta sopra e intorno. Ad esempio quella che, da piazza Monti, alla Suburra, attraverso via Baccina arriva al Foro di Augusto, lo attraversa e passando dietro il Campidoglio e dopo aver intersecato la via Sacra procede verso il Velabro, il tempio di Vesta e quindi il Tevere e si prolunga fin verso il basamento dell’Aventino con la risalita fino al giardino degli Aranci, per altro da poco ultimata. Una passeggiata unica al mondo, una esperienza urbana senza pari che restituirebbe un senso di cittadinanza a chiunque l’attraversi”.
Come si trasformerà piazza del Colosseo?
“Con la sistemazione di uno spazio pedonale che restituisca il rapporto con le preesistenze archeologiche ridando dignità ad esempio alla Meta sudans dalla quale si misuravano tutte le distanze ai tempi dell’antica Roma. Una sistemazione che superi l’attuale aiuola che “arreda” la piazza, che risolva l’uscita dalla stazione metro Colosseo e indirizzi i flussi pedonali verso l’inizio della via Sacra e, oltre l’arco di Costantino, verso l’ingresso al Palatino”.
E via dei Cerchi?
“Sarà pedonalizzata e si aprirà un accesso al Palatino. Palazzo Rivaldi sarà temporaneamente centro servizi e spazio espositivo in attesa della realizzazione della stazione della Metro C che potrà ospitarne uno più funzionale. Mentre a piazza Venezia, venuto meno il collegamento stradale con via dei Fori Imperiali, si può superare l’attuale sistemazione a rotatoria, che la fa sembrare uno spartitraffico. Ora, dopo i lavori della commissione, possiamo dare corpo al Progetto Fori come previsto dal Prg del 2008 e dare vita all’area archeologica più importante del mondo che sarà il cuore vivo e pulsante di una città millennaria ora estesa su un territorio metropolitano di cui sarà possibile comprendere e apprezzare la modernità e declinarla al futuro”.