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Progetto L&F; - Le risposte di Margherita Martinis

Da Dalailaps @dalailaps
 Progetto L&F; - Le risposte di Margherita Martinis
Potete leggere il manifesto del progetto e la lista dei 
partecipanti cliccando sulla scritta qui sopra.
Buona lettura!
Progetto L&F; - Le risposte di Margherita MartinisMargherita Martinis
Margherita è un'appassionata di cinema laureata per sbaglio in Filologia Moderna all'Università di Padova, dove ha tentato di risolvere la sua contraddizione interna discutendo una tesi sugli adattamenti da romanzi della produzione americana di Stephen Frears. In attesa di trovare il suo posto nel mondo, legge, guarda film e sfoga la sua vena polemica su Twitter. 
 
L'opinione di Margherita Qual è il film tratto da un libro che più ha odiato e quale quello che più ha apprezzato? In entrambi i casi, per quale motivo?
Progetto L&F; - Le risposte di Margherita MartinisIl film tratto da un libro che più ho odiato è – e sono cosciente di andare a scontarmicon un mostro sacro - Lolita nella versione di Stanley Kubrick. Tanto ho amato il ritmo e lo stile ironico del romanzo di Nabokov, tanto ho detestato la lentezza del film.
L'adattamento cinematografico che più o amato, invece, è Le relazioni pericolose di Stephen Frears (che ritengo essere, al momento, il miglior regista al mondo per quanto riguarda l'adattamento da opere letterarie), tratto dal romanzo di Choderlos de Laclos attraverso la mediazione della riduzione teatrale di Christopher Hampton; un film che, concentrandosi più sulla resa dell'atmosfera che sulla trasposizione meticolosa di una trama complessissima, tiene incollati allo schermo e rende pienamente giustizia al romanzo. Ciliegine sulla torta, le interpretazioni straordinarie di Glenn Close e John Malkovich.   C’è un libro che le è piaciuto per la sua capacità di far immaginare i fatti narrati in modo nitido, quasi come ne potesse vedere le scene come in un film? C’è uno scrittore che apprezza particolarmente per il suo talento nello scrivere scene di questo "tipo"?
Un romanzo di cui mi ha colpito la “cinematograficità” - pur non piacendomi a livello letterario – è sicuramente Il codice Da Vinci di Dan Brown (da cui, per l'appunto, è stato un tratto un film subito dopo l' “esplosione” commerciale in versione cartacea). Prodotto puramente commerciale, infarcito di cliché tanto nella caratterizzazione dei personaggi quanto nella trama, non posso negare che la sua struttura (a capitoli molto brevi, come una vera e propria suddivisione in piani sequenza), la capacità di evocare immagini di forte impatto e la scrittura chiara di Brown rendano Il codice Da Vinci un libro assolutamente “cinematografico”, quasi una pre-sceneggiatura. In generale, però, il primato di scrittore “cinematografico” per eccellenza lo do a Charles Dickens. Senza alcun dubbio.
Progetto L&F; - Le risposte di Margherita MartinisC’è un libro che ha letto di cui sarebbe curioso di vedere la versione cinematografica?
Un romanzo di cui sarei molto curiosa di vedere una versione cinematografica è Le correzioni, di Jonathan Franzen, anche se mi rendo conto che la vastità del materiale da cui è composto possa rendere l'impresa piuttosto ardua.
Le è capitato di acquistare il libro da cui è stato ispirato un film dopo averlo visto? Quale? Ne è rimasto soddisfatto o deluso?
Mi è capitato più volte di comprare un libro dopo aver visto il film, con risultati altalenanti. In positivo, sono rimasta soddisfatta dalla lettura di Il profumo di Patrick Süskind, la cui tensione e punta di visionarietà vengono un po' annacquate nel film. In negativo, invece, non sono rimasta granché soddisfatta da Fight Club, che è senza dubbio un romanzo notevole, ma le cui intuizioni risultano potenziate nella versione di Fincher.
Progetto L&F; - Le risposte di Margherita MartinisLe è capitato di leggere un libro e immaginare uno dei personaggi con il volto di qualche attore che pensa sarebbe perfetto nel ruolo? Se sì, chi e per quale personaggio?
Forse perché sono influenzata da Come eravamo, forse perché mi trovo a dare il suo volto ad almeno un personaggio di ogni romanzo italiano che leggo, forse perché, semplicemente, mi viene spontaneo attribuire ad uno dei giovani attori italiani più bravi in circolazione il ruolo di uno dei personaggi che più ho amato nella mia esperienza di lettrice, non posso non citare Michele Riondino, che vorrei tanto vedere nei panni di Tancredi in una nuova versione de Il Gattopardo. Il timore è che il peso del Tancredi viscontiano di Alain Delon impedirebbe di scritturare per la stessa parte un attore così fisicamente distante da una modello che, nonostante i decenni passati, rimane per molti insuperabile.
   

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