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PROIBITO al Millelire, Diane Arbus si racconta

Da Kirolandia @ippokiro
Recensione dello spettacolo teatrale PROIBITO di e con Priscilla Giuliacci 
Ventisette Novembre Duemilatredici, Teatro Millelire – Roma

Proibito

C’è nel teatro un’atmosfera di mostra ben allestita.

Una sala dalle pareti scure leggermente illuminata, una musica delicata, su fili bianchi, ben tesi dalla terra al soffitto, in diagonali imprecise, sono esposte foto bianco e nero piccolo formato, appese con delle semplici mollette, quelle di legno per i panni, tra lo loro alcune scatole magiche con un piccolo foro da cui filtra un lucetta, custodiscono dentro ulteriori figurazioni forse leggermente indiscrete. In fondo alla sala uno schermo proietta scatti e spezzoni di filmati ed al centro giace un corpo di donna, e là per terra, quasi ai sui piedi nudi, è posata delicatamente una reflex.

Appena seduti un’altra atmosfera quella che prelude l’inizio di uno spettacolo, così il buio, una luce, una voce, la mostra diviene scena, e la donna ora seduta a gambe seminude incrociate tra le foto, con in mano una matita, sfoglia un libro.

PROIBITO di e con Priscilla Giuliacci tenta qualcosa di nuovo, un equilibrio tra mostra, performance, piece teatrale, narrazione verbale, visiva, uditiva, sensoriale.  Un progetto molto ambizioso sin dalla scelta del tema, del suo connesso messaggio, della tipologia di recitazione, sottile mai urlata, sempre sussurrata e tenuta, forse troppo, ma con il chiaro intento di divenire essa stessa forma introspettiva dello spettacolo.

L’incontro con la fotografa Diane Arbus avviene soprattutto attraverso il suo sentire e prestissimo si avvicina così tanto da far cadere ogni difesa, ogni timidezza, ogni resistenza, per offrire poi, per tutto il resto del tempo, la sua esistenza, ed aprire definitivamente un ampio diaframma verso il sé più profondo, verso la sua intimità, la sua fragilità.

Un percorso, diviso in sequenze, iniziato con stupore ed accompagnato, momento per momento, molto delicatamente, quasi fosse un racconto fiabesco carico di interiorità, esteriorità, meraviglia del vivere e dramma dell’esistere.

La storia di una donna che nata borghese percorre una vita  tutta volta alla ricerca del suo vero sé e quello degli altri, sino alla consapevolezza ed il grande cambiamento, tanto da decidere di essere interprete visivo dell’ unicità dell’individuo .

Vari punti di vista si alternano, tra parole chiave impresse sullo schermo e tanti tanti tanti volti emblamatici catturati.

Una sceneggiatura molto ben scritta, quasi fosse un libro di parole ed immagini:  potenti incendi, foglie che ondeggiano,  la città, le sue rappresentazioni, le figure lontane che si muovono lungo le strade.

Tutto incorniciato in  luci ben disegnate, quasi fossero quelle di vari set, ad esposizioni variabili, dense di chiaroscuri.

E così tra tanti contrasti, nel delinearsi continuo di visive profondità, si apre definitivamente, attraverso l’interprete, l’esposizione dell’artista al pubblico, tanto da divenire essa stessa volto tra tanti volti ritratti.

PROIBITO
di e con Priscilla Giuliacci
assistente alla regia Beatrice Cacace
disegno luci Pietro Frascaro
scenografia Francesco Campese
costumi Sitenne vintage store 

PROIBITO è in scena al teatro MILLELIRE di Roma sino al 1 Dicembre 2013


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