Musée Picasso ad Antibes - esterno
Per la Promenade des artistes parto dal mio incontro con la produzione provenzale di Picasso, ammirata al museo di Antibes a lui dedicato: di fronte ad una magica terrazza sul mare si staglia Palazzo Grimaldi, nato sulle fondamenta di un castrum romano che aveva a sua volta alle spalle le fondamenta greche di Antipolis; all'interno del poderoso edificio, che per alcuni anni ha ospitato il laboratorio di Picasso, sono conservate opere pittoriche e scultoree dell'artista, oltre che una ricca galleria di scatti realizzati da Michel Sima (fra cui quelli con la civetta) e David Duglas Duncan. Pablo Picasso fu ad Antibes nel secondo Dopoguerra, dove conobbe anche Jacqueline Roque, sposò nel 1961; nel 1966 lasciò ad Antibes numerosi capolavori, molti dei quali manifestano l'influsso della lavorazione ceramica tipica della vicina Vallauris (le pareti dedicate ai piatti dipinti sono eccezionali) e quello di Antibes fu il primo museo interamente dedicato a Picasso, sebbene vi siano ospitate anche alcune opere di Nicolas de Staël, che in questa cittadina ha vissuto, proprio a pochi passi da Palazzo Grimaldi.Musée Picasso ad Antibes
Musée Picasso - tabella con foto di Michel Sima
La Costa Azzurra, comunque, è stata luogo di ispirazione di numerosi pittori, come Paul Signac, che ha immortalato le assolate spiagge di Saint-Tropez, a Cézanne, Braque e Derain, che hanno fatto dell'Estaque, sobborgo affacciato sul mare appena fuori da Marsiglia, un soggetto ricorrente nelle loro tele. Oggi l'Estaque si presenta come un piccolo paesino attiguo al porticciolo, attorno al quale si snoda il percorso chiamato Chemin des Paintres, che intende portare il turista alla scoperta degli angoli da cui sono stati dipinti i famosi quadri citati, ma tale camminata risulta abbastanza deludente, perché il centro abitato è poco attraente e il percorso su strade non proprio adatte ad una piacevole escursione e per nulla curate. La poesia delle promenades pittoriche svanisce in fretta, meglio godersi, se capita l'occasione di una toccata e fuga, il porto, le chichis e le panisses, i gustosissimi cibi di strada serviti nei chioschetti.
Caffé ad Arles, forse il riferimento di Van Gogh
Naturalmente il tour artistico non può tralasciare Arles, la cittadina in cui nel 1888 vissero Vincent Van Gogh e Paul Gauguin, anche se, per una visione completa di questa fase della storia dell'arte, bisognerebbe visitare anche Saint-Remy. Fu proprio ad Arles che Van Gogh, dopo una lite con Gauguin per l'insofferenza di quest'ultimo alla vita di una cittadina che non apprezzava e la conseguente delusione, si tagliò l'orecchio e fu ricoverato più volte nell'ospedale psichiatrico. Ma Arles non fu solo terra di drammi per il tormentato pittore, bensì anche fucina artistica: il pittore olandese dipinse qui alcuni dei suoi quadri più celebri, dal Caffé di notte alla veduta del chiostro dell'ospedale, dalla Notte stellata sul Rodano alla Casa gialla e alla necropoli degli Alyscamps, oltre che La camera da letto, i Girasoli e i ritratti di M.me Ginoux. Arles, attualmente, è pubblicizzata più per la presenza di edifici religiosi, come la cattedrale di Saint-Trophime e l'abbazia di Montajour (di cui consiglio vivamente la visita, non fosse altro che per il suo chiostro e la sensazione di piccolezza che si prova di fronte al suo corpo massiccio) e per i resti della città romana, che comprendono i siti dell'anfiteatro e del teatro, le terme di Costantino, un criptoportico cui si accede dal cortile dell'Hotel de Ville e gli Alyscamps, la necropoli romana e medievale che ha ispirato sia Van Gogh che Gauguin. Il percorso di Van Gogh è affidato più che altro all'iniziativa dei turisti, ben poco rimane a documentare il passaggio dell'artista, al di fuori di un monumento nel Jardin d'Été; incoraggiato ma non incoraggiante è invece il tour romano e medievale, per il quale non esiste un biglietto cumulativo e il turista è costretto a pagare biglietti francamente esagerati per la qualità delle rimanenze archeologiche. Vale però la pena visitare la Fondazione Vincent Van Gogh, che ospita alcune esposizioni contemporanee e soprattutto documenta l'evoluzione artistica del pittore dalle tele contadine a quelle di Arles, con tanto di influenze sui pittori successivi e indicazione dei modelli del pittore olandese.Espace Van Gogh, antica sede dell'ospedale in cui fu internato l'artista
Fondazione Vincent Van Gogh - facciata
C'è poi Paul Cézanne, per incontrare il quale bisogna visitare Aix-en-Provence, città in cui l'artista, considerato il fondatore della pittura moderna, nonché precursore della ricerca cubista, nacque e morì. Ad Aix, che colpisce già di per sé per le numerose fontane e le affascinanti piazze, si possono visitare la casa di famiglia di Cézanne e l'atelier del pittore, oltre che godere della straordinaria vista della Grand Saint-Victoire che troneggia in tante delle sue tele, raggiungendo proprio uno dei suoi punti di osservazione, oggi chiamato Terrain des paintres. La casa di Cézanne, chiamata Bastide du Jas de Bouffan, versa attualmente in uno stato di grande degrado interno: il salone dipinto da Cézanne (unico locale visitabile) è stato completamente spogliato dei quadri per poterli esporre nei musei e l'intera struttura attende da anni un restauro mai iniziato per problemi burocratici, sicché il visitatore può ammirare soltanto una ricostruzione a mezzo luminoso delle pitture murali, l'esterno e il bellissimo giardino, in cui la guida descrive dettagliatamente le tele dell'artista e la loro evoluzione direttamente nei punti in cui si collocava l'artista per dipingere.
Bastide du Jas de Bouffan - retro
Non migliori sono le condizioni dell'atelier, anch'esso accessibile solo con la guida e molto degradato, pur mantenendo il fascino d'epoca grazie all'esposizione degli strumenti di lavoro dell'artista, dai pennelli ai supporti per le tele, dagli abiti all'equipaggiamento per le escursioni alla Saint-Victoire, dagli oggetti delle sue nature morte alle lettere scambiate con Monet. Chi intraprenda la promenade cezanniana non può non fare tappa al Museo Granet, che non solo ospita dieci tele dell'artista (fra cui Le bagnanti del 1890), ma è il luogo in cui lo stesso Paul ha studiato; al momento il museo ospita anche la mostra Icone americane, dedicata all'arte statunitense del secondo Novecento.
La Grand Saint-Victoire vista dalla Terrain des Paintres
Decisamente più valorizzato è il rapporto di Matisse con la città di Nizza, dove l'artista morì nel 1954: nell'elegante quartiere di Cimiez, cresciuto durante la Belle Époque con i suoi particolarissimi palazzi al di sopra della città vecchia, immerso nel parco dell'arena romana si trova il museo dedicato all'artista, che ricostruisce in maniera molto accurata l'evoluzione dell'artista e il progresso di alcuni suoi progetti, includendo anche gli oggetti della collezione di famiglia, quelli che compaiono nei dipinti e i primi cataloghi dedicati alle sue opere. Dopo una visita al centro della città, ritrovare nelle tele qui raccolte le descrizioni delle vedute di Nizza e delle sue atmosfere, particolarmente vivaci ed eleganti nei primi decenni del Novecento, è davvero gratificante, poiché si avverte la perfetta integrazione fra il mondo di Matisse e i luoghi in cui ha vissuto e lavorato. Il museo accoglie dipinti, sculture, gouaches découpées, disegni e bozzetti utili per comprendere il processo creativo di Matisse e la portata innovativa della sua arte.
Musée Matisse a Nizza
Musée Matisse a Nizza - interno
La prima parte del mio carnet de voyage si chiude qui: la prossima promenade ci porterà lungo i sentieri della letteratura!
C.M.