Prometeo e la guerra è un romanzo scritto da Alessandro Girola, scrittore e blogger abbastanza conosciuto. Seguo da molto il suo blog, e la sua attività, più di blogger che di scrittore, ha ispirato anche me.
Partiamo dalla sinossi ufficiale della storia :
Europa, 1936: dopo gli incidenti dell’anno precedente, gli Imperi Centrali sono sull’orlo della guerra. Questa volta Germania e Austro-Ungheria rischiano di scontrarsi come nemici, tanto che nuove, azzardate alleanze si profilano all’orizzonte. Da una parte gli inglesi, governati dal fascista sir Mosley, si offrono di difendere il trono d’Asburgo, in cambio di un loro ritorno sulla scena europea. Dall’altra il Kaiser appoggia le pretese del principe usurpatore, leader del Fronte Patriottico, e desideroso di porsi al comando dell’Impero Austro-Ungarico. Le armate tedesche hanno però la fama di essere invincibili, potentissime. Nemmeno gli Assemblati creati nel 1918 dal barone Von Frankenstein possono più tenere testa ai carri armati e ai caccia del Kaiser. Ma un semisconosciuto ingegnere, nel cuore del retrogrado Regno d’Italia, ha forse le chiavi per la creazione di una nuova arma che potrà ribaltare gli equilibri in campo, dando una speranza di vittoria all’asse Anglo-Asburgico…
Tra thriller e fantascienza, ma con una buona dose di approfondimento storico tale da creare un contesto quasi sempre credibile. Anche se, personalmente, devo ammettere di non essere né un amante né un grande conoscitore della storia del primo novecento(Dramma, dramma, dramma!) e dunque non la persona più adatta a giudicare.
Il primo paragone che mi è venuto in mente è quello con Evangelisti, anche lui uno scrittore che ho molto apprezzato. Per dirne una, i Prometei sono sicuramente ispirati ai Mosaici del ciclo di Eymerich, anch’essi creature ricavate dalle membra di soldati morti ed usati come arma segreta.
I personaggi non sono approfonditi da un punto di vista psicologico, ma sono piuttosto credibili, o almeno funzionali allo sfondo ucronico della storia. Qua e là sono presenti fastidiose sezioni di descrizioni non richieste, al solo scopo di dare informazioni sul mondo ucronico in cui si svolge la narrazione di Prometeo e la guerra. Poco male, visto che da lettore di libri di genere ci sono tristemente abituato e la logorrea di comprimari, spesso vecchi, saggi e canuti, fa parte del canone(sempre tristemente) di certi generi.
La pecca più grave del romanzo è purtroppo anche il suo più grande merito, ovvero di essere un’autoproduzione e dunque di portare con sé molte carenze tecniche e di rifinitura. Capisco le difficoltà di un’autoproduzione, alla quale ambisco pure io, ma durante una recensione, mi pare sia giusto fare notare queste pecche senza applicare sconti di simpatia. Per chi volesse capire di che caspita sto parlando, mi riferisco a svariati errori, imprecisioni e refusi che saltano all’occhio e che non sono stati intercettati da un editor esperto. Uno su tutti quel Dramatic Personae che spicca nella pagina di presentazione dei personaggi.