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Dopo la realizzazione delle creature xenomorfe di Alien, per le quali ha ricevuto un Oscar nel 1980, H.R. Giger riporta le sue visioni e i suoi scenari apocalittici nel nuovo film Prometheus di Ridley Scott, nato originariamente come prequel di Alien, in uscita negli USA l'8 giugno, mentre in Italia il film uscirà il 14 settembre. Nel cast: Noomi Rapace, Michael Fassbender, Charlize Theron, Guy Pierce e Idris Elba
Noomi Rapace vestirà i panni di Elizabeth Shaw, una versione più femminile ma non meno letale di Ripley di Alien, e accanto a lei troveremo Michael Fassbender, Guy Pearce, Idris Elba, Logan Marshall-Green e Charlize Theron (nei panni di Vicker). Rispetto ai primi annunci non si tratta di un prequel ufficiale di Alien, soprattutto in seguito all’ingresso dello sceneggiatore Damon Lindelof (uno dei creatori di Lost), che ha trasformato Prometheus in “una enorme mitologia, un universo nel quale abbiamo ambientato questa nuova storia originale”.
Ridley Scott si è reso conto di quanto originale ed esteso fosse questo nuovo "universo" che stava prendendo forma, e ha deciso di raccontare una storia completamente nuova, pur ambientandola in un ambiente narrativo simile a quello della saga di Alien. Proprio per queste similitudini di ambientazione dell'universo di Prometheus sono state affidate al genio di HR Giger, al suo immaginario mondo biomeccanico, che ha creato per Prometheus alcuni portali e scenari e ispirato alcune delle creature aliene. Un grande ritorno.
E’ lo stesso Ridley Scott a confermare, durante un’intervista, che il film Prometheus avrà contatti con l’universo di Alien proprio attraverso lo “Space Jockey”, ovvero il cadavere di quella misteriosa razza aliena che si può intravedere all’interno dell’astronave rinvenuta nel primo Alien. Secondo quanto rivelato da Scott, ciò che si vede nel primo Alien, è la tuta che contiene l’essere. In Prometheus avremo quindi la possibilità di sapere di più su chi sono, sul perchè erano in viaggio e dove erano diretti questi alieni che poi divennero vittime dello xenomorfo. Il regista ha inoltre aggiunto, "E 'interessante quando si inizia con un'idea interessante come quello e non si sa se sta andando essere un prequel o un sequel. A poco a poco si è regolato in questioni molto più grandi e quindi ora la connessione effettiva con l'originale 'Alien' è a mala pena nel suo DNA. Si tipo degli ultimi sette minuti o giù di lì.
La trama parziale del film che è stata finora diffusa e alcuni dettagli emersi dalle interviste e conferenza stampa (ma molto si tenta ancora di tenerlo top secret), raccontano di ritrovamenti in alcuni degli scavi in Africa di manufatti creati da una razza aliena superiore (i space jockeys, gli stessi del primo Alien), e di un'ambiziosa spedizione scientifica (siamo nell'anno 2089) verso confini dell'Universo, a bordo dell'astronave Prometheus, diretta verso un pianeta (nel sistema Zeta Reticuli) che sembra nascondere i segreti e il mistero della vita e dei nostri creatori; ma ciò che gli astronauti - guidati dalla dott.ssa Elizabeth Shaw (Noomi Rapace) novella Ripley- troveranno su quel pianeta, potrebbe condurre alla fine di tutto ciò che conosciamo, alla nostra estinzione.
Secondo alcune indiscrezioni e a quanto riportato direttamente da Ridley Scott, la trama del film, inizialmente congegnata con l’idea di far luce sull’origine dei terribili Xenomorfi di Alien, le creature realizzate da Giger, si è sviluppata in un progetto diverso e più ambizioso, basandosi sulla teoria secondo la quale la civiltà sulla Terra è nata grazie all'intervento di creature aliene, ricordando da vicino il mito di Prometeo, il personaggio mitologico che rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini.
Trailer Internazionale
Trailer Italiano
Ma per chi vuole saperne qualcosa di più e di inedito su Prometheus, sono state proiettate in Inghilterra con la presenza del regista e di alcuno membri del cast alcune sequenze iniziali del film e un rapido montaggio di scene varie, svelando molti dettagli che possono essere definiti spoiler: sotto li riporto in giallo, per chi vuole evitarli può continuare la lettura dell'articolo saltando questa parte:
SPOILER
“'Prometheus' è un prequel di 'Alien', nessun dubbio al riguardo”, scrive Empire. Scott ha promesso che le connessioni dirette con il suo illustre predecessore arriveranno solo negli ultimi otto minuti, ma è indubbio che il nuovo film 3D ricordi “Alien” nel look degli interni dell'astronave, anche se questi sono decisamente più “puliti” e “nuovi” rispetto alla Nostromo. L'azione si ambienta su LV-223 (un vicino del famoso LV-426 di “Alien” e “Aliens”): l'equipaggio della Prometheus ci arriva per via delle ricerche di due studiosi, Elizabeth Shaw (Rapace) e Charlie Holloway (Marshall-Green), che scoprono alcune pitture rupestri nell'isola di Skye, in Scozia. Siamo nel 2089, la loro ricerca va avanti da un pezzo e ha permesso loro di scoprire che diverse culture antiche condividono lo stesso dipinto: esseri giganti che indicano cinque sfere nel cielo. Salta fuori che si tratta di un lontanissimo sistema solare, dove una luna abitabile ruota intorno a un gigante gassoso (un po' come in “Avatar”)
Scopriamo in seguito che David, l'androide di bordo interpretato da Fassbender, è rimasto sveglio per tutti i due anni e mezzo necessari a raggiungere LV-223. La prima a risvegliarsi dal sonno criogenico è Vickers (Theron), che dimostra subito di essere il boss: non risente degli effetti dell'ibernazione e inizia immediatamente a sbraitare ordini. David, dal canto suo, è una presenza quieta ma inquietante: sarà un nuovo Ash, l'androide folle di “Alien”, o un nuovo Bishop? Al loro risveglio, i membri dell'equipaggio vengono accolti dal finanziatore della missione, il creatore di David e presidente della Weyland Corporation Peter Weyland (Pearce). Tramite un video, l'uomo li aggiorna sulla missione e rivela di essere già morto. Pearce si presenta infatti con un trucco da anziano, ma alcune immagini del trailer fanno pensare che in realtà sia ancora vivo e possa nascondersi sull'astronave. Perché mai Scott avrebbe scelto un attore quarantenne per interpretare un ottantenne? Che Weyland sia salpato nello spazio per cercare il segreto dell'eterna giovinezza?
E ora arriviamo al piatto forte: i mostri. Il velo di mistero intorno alle creature che tormenteranno l'equipaggio della Prometheus non è ancora stato sollevato. La stampa britannica ha comunque potuto scorgerne due: un verme microscopico che si infila nell'occhio di Holloway e un essere con una bocca che – in linea con l'immaginario dell'originale “Alien” – ricorda una vagina. Scott ha ammesso che non vedremo scene simili a quella del famigerato Chestburster dell'originale, ma che comunque ci sarà una sequenza, con protagonista Noomi Rapace, che rivaleggerà in impatto viscerale. L'attrice ha rivelato di aver impiegato giorni per togliersi dalla testa le orrende immagini di quella scena
Per completare le varie informazioni sulla realizzazione di Prometheus, girato da Ridley Scott a 30 anni di distanza dal cult Blade Runner, sotto riporto alcuni interessanti video che ci consentono di assistere al dietro le quinte della realizzazione di questa pellicola molto attesa in tutto il mondo:
Ma torniano a Giger a alle sue realizzazioni per Prometheus, che partono proprio dai space jockeys del primo film Alien (1979), sotto un disegno dell'artista, per poi accompagnare il film con scenari e mondi che riprendono la sua visione biomeccanoide, organismi futuribili, in cui metallo e carne si fondono. I biomeccanoidi gigeriani, ambigue creature di respirto lovecraftiano che rappresentano la commistione tra organico e inorganico, fra vivente e non-vivente: qualcosa di più del cyborg, in quanto il non-organico comincia a prevalere togliendo ogni residuale speranza d’umano e umanità.
Nell’intera opera di Hans Rudy Giger troviamo influenze che vanno da Lovecraft ad Albrecht Durer, da Max Ernst a Salvador Dalì, da autori della corrente cyberpunk a pittori come Ralph Abati, o Jean Marie Poumeyrol. Giger parte dal surrealismo per passare al realismo fantastico superandolo attaverso una personale sperimentazione.
I suoi disegni cupi ed evocativi, vere "fotografie dall'inferno" sono capaci di mescolare sensualità, irrealtà e orrore.Tutti i propri incubi Giger li ha esorcizzati trasformandoli in arte grazie a quel micidiale psicanalista che nelle sue mani diventa l’aerografo. Nella sua personale galleria ogni cosiddetta devianza diventa il nostro sabba quotidiano ed inevitabile, ed il sesso diventa un monumento alla vita, alla morte, alla resurrezione. Nei primi anni settanta viene data alle stampe la monografia A RH+, raccolta di opere realizzate ad aerografo, a cui ne seguiranno altre, fino ad arrivare al più noto Necronomicon del 1977. Con Alien conosce il pieno successo, scopisce gran parte delle creature presenti sul set. Nel 1980 ottiene l'Oscar per il film. Collabora anche per i film Dune e Poltergeist II, da metà degli anni 90 inizia a lavorare al H.R. Giger Museum, che conterrà una parte sostanziale dei suoi dipinti e sculture. Attualmente, Giger viaggia in tutto il mondo con esposizioni personali.
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