
Mentre rimuginavo su questo momento nero della politica italiana, ecco, però, che mi ha colto una folgorazione: perché non intentare anche noi, lavoratori del TPL della Campania, un’azione legale mediante utilizzo della Class Action nei confronti di chi ha portato il comparto trasporto pubblico allo sfascio? L’Assessore Vetrella, per la verità, è da mesi che va dicendo che la situazione è drammatica. I 500 milioni di buco sembravano, a detta di qualche frettoloso detrattore, la tipica esagerazione mediatica, che chi subentra politicamente è “tenuto” a fare per screditare chi lo ha preceduto. Invece, passano i mesi e il dato assume una connotazione assolutamente verosimile. Il gruppo EAV è sotto di brutto con le banche e con i fornitori e gli stipendi, dopo aver raschiato il fondo del barile, sono a rischio continuo. Le aziende del gruppo EAV sono economicamente e finanziariamente in condizioni pre fallimentari. La piccola, e non risolutiva, trasfusione di liquidità – 37 milioni - che il Consiglio Regionale si appresta(?) a fare, non risolverà nulla perché non riesce a coprire nemmeno gli interessi annui, generati dalle condizioni capestro di banche, finora compiacenti, ma decise a far valere i propri crediti prima che sia troppo tardi.
Eppure, nonostante lo sfacelo appena descritto, così come per Cesare Geronzi o per Alessandro Profumo, anche i nostri capitani d’azienda verranno premiati con lauti incentivi per aver saputo così diligentemente e professionalmente tenere la barra del comando, aiutandoci a superare indenni questi mari procellosi. Boh! In fondo, questo è pur sempre il paese mondialmente noto per affidare la soluzione dei problemi a coloro i quali li hanno creati. Pensate al Trio Lescano alla guida dell’economia governativa: il tremebondo Sacconi (un nome forse troppo evocativo per un socialista), l’assertivo Tremonti (un sondriese inguaiato da un Milanese) e il clownesco Brunetta (il Nano Ghiacciato della Laguna). Erano, ascoltatissimi ed autorevolissimi, consiglieri economici di Craxi negli anni ’80. Furono loro a spianare la strada all’uso del deficit di bilancio come strumento di sviluppo economico. E sono sempre loro, a distanza di un quarto di secolo, ad ergersi come paladini del rigore. Oggi, paradossalmente, nelle loro mani risiede il tentativo di mettere riparo agli errori da loro stessi determinati.
Così, nel nostro piccolo, si tenta di far risollevare le sorti del TPL a quegli stessi uomini che ne sono stati alla guida per decenni. Quegli uomini, adatti ad ogni stagione, hanno scavato il buco ed ora qualcuno spera che siano capaci di ripianarlo. Sarebbe come se si mettesse Dracula a capo di un reparto di ematologia. Va da sé che chi è abituato a succhiare, difficilmente si adatta a fare le trasfusioni.
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
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