Le rappresentazioni vascolari del teatro del V Secolo A.C.: da Pronomos agli uccelli di Aristofane
CRATERE A VOLUTE DEL PITTORE DI PRONOMOS, MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI V SECOLO A.C.
Le informazioni sono scarse, si possono però “strappare” dalle testimonianze vascolari, la più famosa è il cratere di Pronomos: ha un orlo obliquo sagomato, un corpo ovoide rastremato verso il basso, delle anse verticali e un alto piede. Il cratere fa parte della tipologia detta “ceramica attica a figure rosse”: proveniente da Ruvo, è conservato presso il Museo Archeologico di Napoli, è datato intorno al V secolo, quindi in età classica.
In un lato, è rappresentato un dramma satiresco alla presenza del dio Dioniso e Arianna, ogni personaggio ha accanto la sua didascalia in greco: la divinità indossa un himation ricamato, è ingioiellata e i suoi capelli sono raccolti in una crocchia. Accanto ad Arianna siede una ragazza sfarzosamente vestita con un chitone, la quale mentre guarda la coppia divina regge con la sinistra una maschera teatrale femminile. Accanto alla fanciulla, il piccolo Himeros accovacciato tende la mano verso la maschera. Più a destra, due attori si guardano: il primo rappresenta Eracle, come ci dice l’iscrizione, ma i suoi attributi lo confermano ancora di più: la clava che porta appoggiata sulla spalla sinistra e l’arco con faretra al fianco sinistro. Indossa inoltre un corto chitone, stivali e corazza e regge una maschera.
L’altro attore è stato identificato con Sileno, il quale ha un chitone punteggiato di ciuffi di peli bianchi, una pelle di leopardo su una spalla e con una mano mostra ad Eracle una maschera barbata coronata di edera rappresentante tale divinità agreste. Sotto l’ansa del vaso siede un giovane coreuta, con una corona di edera intorno al capo, nudo, vestito solo di un perizoma di pelle e, anch’egli, regge una maschera con barba: ovviamente impersona un satiro. Sul lato sinistro di Dioniso c’è un attore con un lungo himation ricamato che impugna una maschera e si volge verso due giovani coreuti vestiti da satiri. Alla destra di Pronomos c’è un citaredo vestito di una sola clamide sulle spalle. A sinistra di Pronomos vi è un altro coreuta, vestito da satiro, che prova la sikinnis, una sorta di danza satiresca, col volto coperto dalla maschera provocando così l’ammirazione di un musico coronato d’edera.
Nell’altro lato del cratere a volute, la tematica è simile alla precedente: al centro Dioniso e Arianna avanzano verso sinistra, egli nudo, coronato dalla sua sacra edera, regge con la destra la cetra, mentre con la sinistra abbraccia Arianna la quale indossa chitone e himation ricamati. Sulla sinistra di Dioniso vi è Eros ed un coreuta, alla destra di Arianna vi è un altro coreuta vestito da satiro che suona un flauto doppio. Nel registro inferiore si notano un coreuta-satiro che sta svolgendo una danza e una Menade danzante, al centro si nota un felino probabilmente una pantera. Le decorazioni accessorie presenti nel cratere di Pronomos: palmette dritte , kyma lesbio, foglie e bacche di alloro.
Altre rappresentazioni vascolari degne di essere menzionate per poter meglio comprendere il mondo del teatro attico: il cratere a campana del Paul Getty Museum e l’oinochoe del British Museum.
In un cratere a campana a figure rosse, conservato al Paul Getty Museum di Malibu, e proveniente da scavi clandestini nell’Italia centro-meridionale, si osserva, in un particolare, un flautista che indossa un vestito ricamato; mentre suona è attorniato ai suoi lati da due danzatori vestiti con costumi da uccelli: hanno il becco, la cresta e persino le ali. Potrebbe essere una rappresentazione della commedia diAristofane, Gli Uccelli, poiché i due danzatori esibiscono l’organo sessuale proprio come nelle commedie attiche; il coro solitamente si abbigliava in questa maniera così stravagante. Gli Uccelli furono rappresentati nel 414 a.C., negli stessi anni in cui veniva realizzato questo vaso. Le decorazioni accessorie presenti nel cratere nelle parte inferiore raffigurano dei meandri.OINOCHOE A FIGURE NERE, BRITISH MUSEUM, V SECOLO A.C.
Tema analogo viene rappresentato in un’oinochoe a figure nere del V secolo a.C. conservata al British Museum dove i coreuti travestiti da uccelli eseguono lo sguaiato e sfrenato cordace. Lo sfondo dell’oinochoe è occupato da tralci di edera, ad indicare che la rappresentazione è sacra a Dioniso. Osservando l’opera, notiamo che trasmette un grande senso di dinamismo e anche di vivacità, che trasuda da un particolare: i due coreuti si guardano e danzano nello stesso istante, dipendono l’uno dall’altro, invasati dal suono del flautista.
Il cordace poiché è una danza buffa, che rappresenta l’ebbrezza, viene utilizzata nelle commedie, rende l’atmosfera ancora più spiritosa e irriverente, grazie al costume che lascia intravedere, sotto il piumaggio, le braccia muscolose e, sotto la cresta e i bargigli, i tratti umani del coreuta.