Alice Munro, Premio Nobel per la letteratura 2013 è stata il mio primo “Consiglio d’autore” su Cartaresistente:
A me non piacciono le cose semplici. Non lo faccio apposta, ma dopo un po’ mi annoio e lascio cadere il libro. A volte – ops – è caduto in qualche cassonetto. Certo, non sono neanche attratta da quelle saghe infinite, nelle quali se non ti fai degli schemi ti perdi per la strada, oppure da testi cervellotici con infiniti rimandi intelligenti, colti, oscuri e spesso un po’ (tanto) irritanti. La complicazione che mi piace è quella nella quale si respira vita vera. Lo scrittore, quello bravo, prende il suo vissuto e ce lo ripresenta combinato in mille modi, tanto che noi, lettori affezionati, finiamo col pensare: questo passa il suo tempo saccheggiando le vite della gente (da cui il famoso detto: “Scrittori e guardati”).
Adesso, Alice Munro. Non potresti mai dire la sua età, tanto meticolosa e intensa è la caratterizzazione dei suoi vari personaggi. Non ci riusciresti, se non badando a certi dettagli storici o ambientali. E questo è il bello, che a libro chiuso, e poggiato sopra il cuore ancora in affanno, ti accorgi che ti ha appena fatto fare un giro per la tua stessa vita. Incluso quel futuro nebuloso che da solo non sai figurarti. Allora avrà cent’anni, almeno. Forse Alice è un elfo, un essere soprannaturale. O un nome collettivo, una congrega di scrittori che fanno la staffetta da decenni. Chi lo sa. Di sicuro è donna. E brava. E anche tanto bella, a giudicare da come tutti si innamorano di lei.
«Leggete tutto di Alice Munro, ma per cominciare leggete Chi ti credi di essere? Sí, cominciate da quello».
Jonathan Franzen