Pronti contro termine: rischi, tassazione, imposta di bollo

Da Mrinvest

Pronti contro termine, assoggettati alla imposta di bollo come strumenti finanziari

I Pronti contro termine sono una operazione finanziaria, che consiste nella vendita di un quantitativo di titoli (obbligazioni, titoli di Stato) da parte di una banca ad un certo prezzo, con quest’ultima che si impegna a riacquistare a una certa data (a termine) e ad un certo prezzo (più alto) gli stessi titoli prima ceduti. Di solito si tratta di una operazione di breve termine, mediamente di un paio di mesi (per grosse cifre anche di qualche giorno), ma non oltre un anno.
Questa operazione consente all’Istituto di ottenere una certa liquidità, smobilizzando il proprio portafoglio titoli, mentre per il risparmiatore si tratta di un modo semplice per investire liquidità a breve termine. La remunerazione è data dalla differenza tra il prezzo di vendita e quello iniziale di acquisto. Chi acquista un Pronti contro termine, dunque, conosce sin dall’inizio il rendimento del suo investimento.

Tuttavia, forse non tutti sanno che i Pronti contro termine presentano dei rischi:

di emissione e di controparte (). Il primo è quello di un eventuale fallimento del soggetto che ha emesso i titoli sottostanti (lo Stato, la banca emittente o altra banca o società); il secondo è il possibile fallimento della banca che ha stipulato il contratto, cosa assai rara in Italia. Inoltre i Pronti contro termine non godono della garanzia prevista dal Fondo interbancario di tutela dei depositi.

A partire dal 1 gennaio 2012 è cambiata l’aliquota di tassazione del rendimento dei Pronti contro termine. Passa dal 12,5% al 20%, con una precisazione: l’aliquota del 20% viene applicata sulla differenza tra il prezzo a scadenza e quello iniziale, anche se il sottostante è composto da titoli di Stato; l’aliquota del 12,50% continua ad essere calcolata sugli interessi maturati, solo se il sottostante è composto da titoli di Stato, mentre è del 20% su qualsiasi altro tipo di sottostante.
Coloro che hanno optato per la tassazione in sede dichiarativa, dovranno chiedere l’affrancamento delle vecchie e minori aliquote, quando nel 2012 presenteranno la dichiarazione dei redditi, onde evitare di dovere pagare il 20% anche per i rendimenti maturati entro il 31 dicembre. Per chi aveva optato per il risparmio amministrato, ha dovuto chiedere l’affrancamento alla Sim entro il 2 aprile.

Per ciò che riguarda l’imposta di bollo, la manovra finanziaria, introducendo l’imposta sui depositi titoli, ha esteso a tutti gli strumenti finanziari, anche se non ne fanno parte (e i Pronti contro termine non sono strumenti finanziari), una aliquota dello 0,10%, con un minimo di 34,20 euro ed un massimo di 1.200 euro, questo soltanto per il 2012. Dal 2013 l’aliquota applicata sarà dello 0,15%, con un minimo di 34,20 euro e senza il tetto massimo. Dunque, anche i Pronti contro termine sono soggetti a detta imposta.

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