La bonazza brasiliana che inarca la schiena.
Arriva sempre quel periodo dell’anno.Quello in cui tu hai fatto il cambio dell’armadio e ricomincia a fare freddo.Quello in cui hai rifatto il letto, mandato il piumone in lavanderia ma di notte fa così freddo che raduni i tuoi dodici peluche o rubi la coperta a quel derelitto del tuo partner.Quello in cui speravi di indossare una seconda volta le scarpe nuove senza calzini nonostante le piaghe da lebbroso che ti hanno procurato.Quello in cui l’estate ti sembra vicina ma tu sei ancora molto lontano.Primo perché devi finire gli esami.Hai una tesi da scrivere.Un tirocinio che non è ancora iniziato.Dieci lezioni di acqua bike che ancora non hai dato.E secondo perché la fatidica domanda “Dove andrai in vacanza?” ti mette più ansia dei tuoi genitori che chiedono “Quante tasse dell’Università dovremo ancora pagare?”, giustamente peraltro.Le vacanze.Mi sembra stupido per me che non vado a lavorare in miniera tutti i giorni pensare che ho bisogno di andare in vacanza, sono stato sei mesi in Erasmus in Spagna quest’anno, più vacanza di quella?La vacanza mette ansia per due motivi:1) devi sempre avere una meta che una volta pronunciata susciti almeno stupore nel conversatore.“Vado a Kos”“OH CHE MERAVIGLIA”Non importa se non si ha la benché minima idea della sua posizione topografica, stupore sia.
2) devi sempre proclamare il timore riguardo alla celeberrima PROVA COSTUME.“Oh guarda qui che cosciotti, tremo per la prova costume”A parlare sono due gambe che paiono fili del computer.In questo caso il galateo vuole che a rispondere siano una serie illimitata di complimenti e vezzeggiativi circa il fisico scultoreo del soggetto in considerazione.
La bonazza brasiliana non è di certo a Bibione.
La suddetta prova costume è stata ribattezzata da me medesimo.LA PROVA CALZEDONIA.Eh sì, perché non conosco nessuno che non associ l’estate al costume e il costume all’azienda in questione. Qualsiasi donna italiana quando si appropinqua a comprare il costume da bagno entra da Calzedonia. (E notare che mentre digito Calzedonia su Word non mi viene segnalato alcun errore).Effettivamente propone sempre dei prodotti di qualità e che rispecchiano le mode del tempo, mille i colori e mille le possibilità di abbinare i vari pezzi.Personalmente ho dichiarato il mio amore più sincero per questo negozio quando ad una svendita sono riuscito a trovare a 50 centesimi un paio di calze (da bambino, taglia 39) color senape.Da lì la mia più incondizionata fiducia.E poi ci sono quei motivi familiari che mi spingono a ringraziare Calzedonia ogni giorno della mia vita, ogni volta che posso chiedere a madre se al supermercato mi compra lo yogurt vaniglia Muller, l’unico prodotto di marca che mi concedo.Quest’anno Calzedonia ha pagato una pubblicità in cui una modella (brasiliana?) corre leggiadra su una spiaggia caraibica, tutta bronzè, spruzzando l’acqua trasparente e inarcando sensualmente la schiena.La schiena inarcata è un classico nelle pubblicità di costumi.La bonazza brasiliana pure.A parte quei cento passaggi al minuto per cui ormai la canzone tunz tunz ci è entrata inesorabilmente nella testa, la pubblicità è un classico e rispecchia l’atmosfera estiva.Quello che non rispecchia è la NOSTRA atmosfera estiva.Perché noi non corriamo su una spiaggia deserta ma al massimo facciamo lo slalom a Bibione tra altre cinque mila persone.Perché non siamo così belli, nemmeno dopo dieci attente ore di Photoshop.Perché non inarchiamo la schiena, c’abbiamo la sciatica.Perché l’effetto che il costume ha sulla modella non si paleserà MAI una seconda volta.
Dopo Gisele-Dio-Esiste-Bundchenaltre due sono state le testimonial di Calzedonia, e tutte e due sono così belle che fanno male agli occhi.Un sabato pomeriggio piovoso uggioso e peloso (?) nella tristanzuola provincia milanese, esco con una mia bellissima amica per prendere un gelato.“Aspetta che entro un attimo da Calzedonia.”“Oggi?” rimango allibito.La teoria della PROVA CALZEDONIA prevede che tu possa interessarti al reparto costumi solo dopo una prima veloce abbronzatura, un’attenta ceretta integrale e una botta di autostima che Eva Mendes deve apparire come la ciospa del liceo.“Chiedo solo se hanno il catalogo.”Le commesse sono sempre così gentili e cordiali, quindi non puoi litigarci e rimandare questo momento.
Usciamo e sfogliamo questo catalogo 2012-torniamo-al-Medioevo-così-non-posso-far-vedere-manco-le-caviglie.La modella bonazza posa in tutte le salse e sta bene anche con quei mutandoni alti con relativa arricciatura, posizionata strategicamente là dove non dovrebbe rialzarsi nulla.L’autostima cala.
Troppi muscoli e soprattutto troppi capelli.
“Guardiamo la parte maschile” chiedo ignaro di ciò che avrei visto.Una pioggia di addominali che io non avevo nemmeno a 17 anni, spalle a triangolo equilatero rovesciato, gambe lunghe e, colpo di grazia, capelli a volontà.“Basta, è troppo”“Ma tu sei più bello”“………”Seguiranno messaggi come “Vero che domani in pausa pranzo andiamo a nuotare?” con relativa risposta.“Certo, e se smette di piovere andiamo anche a correre.”Improvvisarsi tipi ginnici è un classico sintomo di sofferenza pre-estate.