"Siamo in guerra? E' difficile negarlo, dal momento in cui partono degli aerei all'interno di un'operazione militare e lanciano sul suolo libico delle bombe".
E' quanto ha dichiarato stamattina sulla vicenda Libia il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano.
Non è che aspettavo che Mantovano me lo dicesse per capirlo, tuttavia è significativo che un rappresentante del governo pronunci queste parole. Altrettanto significative sono quelle che ha aggiunto:
"Se una missione punta ad alleviare le sofferenze dei civili, le bombe non vanno in questa direzione".Occorre aggiungere altro? Anche se non tiri direttamente le bombe in testa al nemico, ma partecipi con mezzi, armi, aerei e basi militari ad un'operazione militare in cui mezzi di altri stati sganciano le bombe, allora sei in guerra. E' inutile girare attorno alle parole. Continua l'ipocrisia ormai ultradecennale in cui l'Italia dice di partecipare a missioni umanitarie, ma poi alla fine si usano le armi e si va in Afghanistan o in Iraq con l'esercito.
E quindi, visto che ormai stiamo violando di fatto l'articolo 11 della Costituzione, tanto vale, per coerenza, abgrogarlo. Quindi che si faccia alla svelta una legge costituzionale e, se non si raggiunge in Parlamento i due terzi dei componenti, allora si istituisca un referendum confermativo.