Ieri è successa una cosa che non m’aspettavo: al mio indirizzo mail ufficiale (quello dove sono registrata con nome e cognome) è arrivata la richiesta di entrare a far parte di un gruppo.
Francamente pensavo che da quando il mio nome è associato a un gruppo particolare, mail del genere non ne avrei più viste. Invece, come neve in una domenica d’agosto (per parafrasare il Gigggggi nazionale), ecco arrivare la richiesta.
Credo abbia davvero ragione l’inarrivabile Mister A, che non perde occasione per prendermi in giro (simpaticamente, ovvio) dicendo che mi si contatta solo perché c’è scarsità di bassisti…
Scherzi a parte, questa è una delle proposte più serie che mi siano mai arrivate; è un gruppo già rodato, con un carisma non da poco e qualcosa come un centinaio di date all’anno.
Peccato che il gruppo sia piccolo: ho la fissa per i gruppi corposi, cose con almeno una decina di elementi e – immancabile – una sezione fiati.
Seconda pecca (non da poco) del gruppo che mi ha contattata: fanno un rokkkettino troppo facile, un genere che sta a me come lo spumante brut sta al tiramisù.
Terza ed ultima pecca, che credo farà divertire parecchio Mister A quando gliela racconterò: nella proposta viene specificato che la ricerca è per «una bassista». Quindi vogliono una donna al posto dell’uomo che sembrava esserci stato fino a poco tempo fa. Col tempo ho imparato ad essere molto, forse troppo diffidente: questo particolare della bassista donna mi fa presagire che l’elemento di cui sono alla ricerca è un totem da mettere in bella mostra.
Ovviamente la mia risposta sarà un no, gentile ma fermamente convinto.
Ieri sera durante le prove col gruppo ripensavo a quella mail… avessi tempo per suonare in un altro gruppo, lo farei esclusivamente se fosse qualcosa di irrinunciabile. Al di là dei sogni fusion, mi accontenterei di un genere divertente da suonare. Ma tanto divertente.
Una cosina del genere: