“Provate a immaginare cosa accadrebbe se i mondi legati all’eco-sociale, alle reti di economia etica e solidale, alla decrescita, all’associazionismo, alla difesa del territorio, al cambiamento degli stili di vita decidessero di mettersi insieme. Sono tutte persone e realtà che, spesso senza neppure conoscersi l’un l’altra, ottengono risultati incredibili. Dove potrebbero arrivare insieme?”. È la sfida lanciata da ‘Italia che cambia‘, un’associazione che si propone di “creare strumenti che mettano insieme tutti gli attori silenziosi di quell’Italia che esiste ma che attualmente è invisibile dall’esterno, perché ignorata dai mass media”.
L’idea è quella di offrire uno spazio in cui condividere le storie dei cittadini comuni, esclusi dai circuiti informativi, in modo da veicolare esperienze e informazioni su una serie di servizi, dallo spostarsi per il paese in modo sostenibile al fare acquisti in maniera consapevole, apprendere tecniche di autoproduzione o ancora vendere o scambiare beni e servizi. Un’iniziativa nata per “gettare le basi, tutti assieme, per un cambiamento concreto di questo paese verso modelli di sviluppo più etici e sostenibili”.
‘Italia che cambia propone sette “sentieri” da percorrere insieme:
la persona – “il riconoscimento dell’essere umano come valore inestimabile”, “il riconoscimento dell’importanza della cultura, dell’arte, dell’artigianato come un’attività fondamentale per lo sviluppo di una piena consapevolezza personale e sociale”;
la scuola, fondata su un sistema “non più basato sulla votazione, la competizione forzata, che non tenda ad uniformare le differenze” e che “educhi ad un rapporto più sano e armonioso con l’ambiente”;
le relazioni umane, da valorizzare per “ricercare modalità inclusive e partecipative del proprio agire” e per “garantire i diritti di chi lavora tramite contratti e/o altre forme di garanzia dei principi base: maternità, malattia pagata, tempo libero riconosciuto, uguaglianza tra i sessi, integrazioni delle categorie svantaggiate”;
il cibo e la salute – “coltivare cibo sano, in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente”, valorizzare l’autoproduzione, rispettare e tutelare la natura, “passare da una cultura della malattia e della sofferenza ad una della salute e della cura del corpo e dello spirito”, “costruire un sistema sanitario esente da interessi economici, ma che metta al centro il benessere dell’essere umano” e “garantire una completa libertà di cura del paziente”;
il territorio e l’ambiente, perché “l’ambito locale è fondamentale sotto vari aspetti, dalla creazione dei legami comunitari allo sviluppo di economie di piccola scala”;
l’economia, che deve “considerare il denaro come uno strumento al servizio dell’uomo, che non va emesso a fronte di un indebitamento ma distribuito in modo equo per soddisfare le esigenze primarie di ogni essere umano”;
la politica, “quella che si fa dal basso, nelle scelte di tutti i giorni, e non si limita ad un ‘X’ su una scheda in cabina elettorale” e che deve essere liberata dal controllo di lobbies, centri di potere occulti, mafia e logge massoniche deviate;
infine viene citato un ultimo elemento, che deve servire a rafforzare gli altri: l’informazione, che va cambiata perché “solo se si conoscono le alternative siamo realmente liberi di scegliere”.
MC