La Luna sembra essere ormai una meta snobbata e noiosa per la NASA, oltre che economicamente poco fattibile. Ma per molte altre agenzie spaziali, come quella cinese o indiana, la Luna rappresenta un traguardo storico, una meta importante del programma spaziale nazionale.
Ci sono alcuni noti scienziati della NASA, tuttavia, che non solo ritengono che la Luna possa essere colonizzata, ma pensano anche che il primo avamposto sul nostro satellite possa essere relativamente economico e sostenibile.
Paul Spudis, noto astronomo del Lunar and Planetary Institute, e Tony Lavoie, ricercatore del Marshall Space Flight Center, hanno elaborato un piano per installare una piccola colonia lunare che sfrutti una sorta di "autostrada" tra la Terra e la Luna.
"Questo progetto sfrutta la presenza robotica e umana sulla Luna per utilizzare le risorse locali allo scopo di creare un nuovo sistema di estrazione mineraria spaziale" spiega Spudis. "La chiave di questo piano è adottare un approccio flessibile, incrementale e cumulativo".
Ciò che Spudis e Lavoie propongono di fare è mandare robot teleguidati sul nostro satellite naturale per iniziare ad estrarre acqua dai depositi polari. L'acqua verrà poi utilizzata per creare propellente per razzi (ossigeno-idrogeno), allo scopo di alimentare le navette che faranno da "taxi" tra la Luna e il nostro pianeta.
Il piano è articolato in 17 missioni che dovranno necessariamente precedere l'arrivo dell'essere umano sulla Luna. Durante queste missioni verrà costruita la base lunare e tutte le strutture di supporto ai futuri coloni. Sarà inoltre messa in orbita lunare una nuvola di satelliti per le telecomunicazioni che funzioneranno da sistema di navigazione per le navette.
"Tutto questo è fattibile perchè la Luna è vicina a noi, solo tre secondi-luce di andata e ritorno per un segnale radio. Il che significa che si possono controllare delle macchine da remoto attraverso operatori sulla Terra che svolgono le attività che un astronauta potrebbe eseguire sulla Luna".
Tutte le strutture necessarie alla sopravvivenza dei futuri coloni lunari saranno operative ancora prima dell'arrivo degli astronauti, dalle cisterne per l'acqua alle attrezzature minerarie."Quello che cerchiamo di fare è sviluppare un'architettura che ci possa consentire, per prima cosa, di fare tutto questo a piccoli passi, un passo dopo l'altro, in modo che l'effetto sia cumulativo con il passare del tempo" spiega Spudis. "Alla fine, potremo portare persone sulla Luna quando saremo effettivamente in grado di farli vivere lassù. Creiamo un avamposto, un habitat totalmente operativo prima che possa arrivare il primo essere umano".
Il primo problema è sicuramente l'acqua. Senza di essa non si può nemmeno ipotizzare una colonia lunare autosufficiente, dato che è tecnicamente ed economicamente improponibile trasportare dalla Terra alla Luna i liquidi necessari alla sopravvivenza dell'equipaggio.
Non solo: l'acqua può essere utilizzata per ottenere ossigeno puro, per alimentare celle a combustibile e generare elettricità, e per realizzare efficaci schermature dalle radiazioni cosmiche. Spudis ritiene che la colonia lunare completa possa arrivare ad estrarre circa 150 tonnellate d'acqua all'anno.
"Stimiamo che ci siano diverse decine di miliardi di tonnellate d'acqua sotto entrambi i poli lunari. Quello che non sappiamo nel dettaglio è come sia distribuita e in quale stato si trovi, ed è una delle ragioni per cui il primo passo del nostro piano è quello di inviare un ispettore robotico per mappare i depositi e vedere come variano".
L'acqua è la chiave anche per il trasporto di risorse tra la Terra e la Luna. Idrogeno e ossigeno ottenuti dall'acqua vengono resi liquidi per l'utilizzo come propellente per il rifornimento delle navette che faranno la spola tra noi e i coloni. "La Luna ci offre acqua non solo per supportare la vita umana, ma anche per realizzare propellente per razzi che ci consenta di fare il pieno alle navette sia sulla Luna, sia nello spazio attorno ad essa".
Le navette da trasporto potrebbero essere utilizzate anche per accedere a diverse regioni di spazio tra la Terra e la Luna che attualmente sono irraggiungibili da un'orbita bassa. "Se avessimo un sistema in grado di andare tranquillamente avanti e indietro dalla Luna, potremmo anche andare in quelle orbite alte in cui risiedono molte apparecchiature commerciali e militari".
Sarebbe bene ricordare che tutto quello descritto sopra è soltanto un progetto sulla carta, e che la sfida proposta non è di quelle liquidabili con facilità. "Non sappiamo quanto sia difficile realizzare il piano. Ma inviando piccole missioni robotiche sulla Luna e facendo pratica dalla Terra tramite controllo remoto, possiamo valutare quanto possa essere difficile".
Arriviamo alle ragioni per cui le precedenti proposte di una colonia lunare sono state finora scartate: tempistiche e budget. Spudis stima che si possa realizzare un avamposto totalmente funzionante entro i prossimi 15-16 anni, con il primo essere umano stabile sulla Luna a partire da circa 10 anni dopo la prima delle 17 missioni.
Per quanto riguarda i costi, invece, siamo come al solito nell'ordine di miliardi di dollari. Si parla di 88 miliardi in totale, circa 5 miliardi all'anno, e i costi stimati includono anche la costruzione di un razzo per il lancio delle navette, due Crew Exploration Vehicles, un lander riutilizzabile, depositi di propellente da installare sulla luna, e tutta la robotica necessaria a completare la missione.
Paul Spudis' plan for a sustainable and affordable lunar base